Il tè è una costante ai rifornimenti delle gare di corsa. Il caffè, invece, è praticamente introvabile. Peccato, perché nelle corse più lunghe avere il caffè a disposizione può fare la differenza. Vi spiego il perché. Ma prima ancora di analizzare la questione, chiariamo subito una cosa: la caffeina non è doping.
La caffeina non è doping
Quando si parla di caffè o caffeina al runner viene subito il dubbio che possano trattarsi di doping. Non è così.
La caffeina è presente in molti integratori, quindi il dubbio dovrebbe scomparire all'istante, ma la risposta definitiva e ufficiale ci viene dalla WADA (World Anti-Doping Agency) che ogni anno stila l'elenco delle sostanze ritenute doping e che dal 2005 ha eliminato la caffeina dalle sostanze dopanti.
Se oggi scorriamo la lista delle sostanze proibite dalla WADA, vediamo che la caffeina risulta tra le sostanze "monitorate", ma che non rientra nelle sostanze dopanti.
Cosa sono le sostanze monitorate? Sono sostanze che non figurano nella lista di quelle proibite, ma che la WADA desidera tenere sotto osservazione per controllare che non vi sia un loro uso scorretto nello sport.
Detto questo, possiamo tranquillamente pensare al caffè come a qualcosa che è possibile trovare lungo il percorso delle nostre gare e di cui approfittare per trovare un po’ di carica.
Tè, acqua, integratori, brodo… E il caffé?
Quando si partecipa a gare molto lunghe, sopra i 50 km, come ultra trail o ultra maratone, ai ristori si trovano diverse cose da bere: acqua, sia naturale sia frizzante, integratori salini ed energetici, coca-cola, tè. Di notte ci può essere anche un brodino, e spesso capita che vi siano dei termos con l'acqua bollente per prepararsi il tè o della pastina. All'appello però manca sempre una cosa: il caffè!
Per carità, lungi da me l’idea di chiedere un caffè espresso o il caffè della moka, ma perché sui tavoli c’è il tè caldo e non il caffè americano? In fin dei conti, per prepararlo servirebbe solo aggiungere dell’acqua a del caffè solubile.
Non ho mai compreso il motivo di tale mancanza, ma vi assicuro che in gara, soprattutto di notte, un caffè caldo può essere davvero un "comfort drink", in grado di rigenerare sia il fisico sia lo spirito.
Gare corte e gare lunghe
Si potrebbe pensare che, con la sua acidità, il caffè non vada bene per il runner impegnato in una competizione. E questo in effetti può essere vero se parliamo di gare più corte, perché in questo genere di corse l'intensità è tale che anche lo stomaco è sotto stress e un alimento così acido può causare una sensazione di bruciore veramente fastidiosa.
Tuttavia, nelle gare più lunghe, negli ultra trail, dove ci si ferma ai ristori, questo problema non sussiste. Nel 90% dei casi, se sto bevendo un tè sto anche mangiando dei biscotti o una fetta di crostata (sì, sono proprio belle le gare di trail…). A quel punto un caffè può essere aggiunto senza problemi.
Ma non è lo stesso prendere un gel alla caffeina?
Si potrebbe obiettare che, per avere un effetto positivo sul sistema nervoso, si possono utilizzare i gel alla caffeina invece del caffè. Ma non è la stessa cosa. Il caffè permette di assumere qualcosa diverso dal solito integratore che dopo tante ore risulta difficile da mandare giù. È una risorsa contro il rischio di sottoalimentarci e di “spegnerci” durante la gara.
Appello agli organizzatori
Una soluzione utile sia all’organizzazione sia ai runner può essere quella di utilizzare il caffè solubile in bustina, in modo tale da poterlo preparare al bisogno direttamente nell’eco-tazza aggiungendo semplicemente dell’acqua.
Lancio dunque un appello agli organizzatori delle corse più lunghe: aggiungete il caffè ai rifornimenti. So che può sembrare una richiesta banale ma, credetemi, può essere una chicca, uno spiraglio di luce per i runner in preda alla stanchezza e, grazie alla carica della caffeina, può rendere sicuramente più semplice tornare a correre dopo essersi fermati al ristoro.