Uno degli elementi spesso più richiesti tra le persone che praticano sport di resistenza sono le “tabelle di allenamento”, spesso bistrattate e viste come qualcosa di freddo e distaccato, ma che hanno comunque sempre attratto la curiosità dei praticanti, anche con indubbia utilità.
Se per gare dai 5 km alla maratona queste sono state sempre molto diffuse su libri, riviste, siti specializzati, per il trail running ce ne sono ovviamente di meno, a causa della relativa novità di questo sport, ma con la sua crescente diffusione, anche le tabelle generiche per il trail si sono sparse, così come il numero degli allenatori.
Spesso avere un programma specifico e personalizzato da parte di un coach può essere meglio, grazie alla possibilità di un confronto diretto, ma non tutti hanno la voglia o la possibilità di averlo. Le tabelle non vanno per forza sempre mortificate, spesso possono dare un aiuto generale, diventando anche uno strumento di confronto tra metodologie diverse in uno sport in continua evoluzione dove le certezze sono poche e i dubbi tanti. Quindi ci sono ovviamente pro e contro in entrambi i casi, vediamo quali.
Gli elementi postivi di seguire una tabella di allenamento
- Velocità nella fruizione, basta andare su un sito, una rivista, o un'app con programmi creati anche da bravi coach molto preparati, sia specifici per una gara, che generici, per essere pronti per allenarsi.
- Non avere l’impegno quotidiano o settimanale di mediazione con il coach, che pur essendo utile, richiede tempo ed energie mentali.
- Il risparmio economico (escluse le tabelle pre compilate da coach e da acquistare su app o piattaforme).
Gli elementi negativi di seguire una tabella di allenamento
- Incapacità di modulare il programma in base alla propria forma, ai propri impegni o agli imprevisti, col rischio di fare molto di più, o molto di meno.
- Allenarsi a intensità sbagliate, facendo quindi un allenamento non ideale (ad esempio fare i lenti o i lunghi troppo velocemente, o fare intensità troppo lentamente).
- Recuperare allenamenti persi in più giorni consecutivi, facendo così più male che bene (ad esempio in caso di influenza, acciacchi, impegni lavorativi, recuperando gli allenamenti persi o ripartendo dal programma originale senza considerare giorni o settimane di stop).
Gli elementi postivi di seguire una coach
- Avere un programma fatto in base alle proprie possibilità, ai propri ritmi, alle proprie doti, potendo concentrarsi su eventuali carenze e lavorare in modo specifico su quelle (ad esempio camminata in salita, discese tecniche, forza muscolare).
- Possibilità di modificare in modo sensato in caso di imprevisti, recuperando nel modo migliore in caso di stop forzati o di altri problemi, sistemando anche il calendario gare in modo che queste siano fatte in modo coerente.
- Avere una motivazione costante data dal confronto diretto con l'allenatore e con un conforto emotivo in caso di periodi in cui è complicato allenarsi o la voglia cala.
Gli elementi negativi di seguire una coach
- Spostare tutta la responsabilità delle proprie prestazioni sull’allenamento del coach, o, dall’altro lato, sentirsi sotto pressione o forzati a fare allenamenti controvoglia, con la paura di “deluderlo” (ad esempio “sono andato male perché il coach non mi ha fatto fare abbastanza” magari senza aver prestato attenzione al riposo e all’alimentazione quotidiani, oppure sentirsi obbligati ad allenarsi da stanchi senza dire al coach della stanchezza e del bisogno di recupero).
- Necessità di avere del tempo da dedicare per i feedback, cosa non sempre scontata, ma necessaria per avere buoni risultati.
Si può naturalmente correre sui sentieri senza allenarsi in modo specifico e senza seguire programmi, ma per chi volesse sentirsi più sicuro, preparato e con meno rischi di infortuni, può essere utile pesare al meglio cosa cercare secondo le proprie esigenze.