In passato ho corso tanto in vacanza e la mia ricompensa, di contro, è stata un’esperienza unica nel suo genere, unita alla soddisfazione di avere 45 anni e non aver mai perso una giornata di corsa nella mia vita. Mai, neanche in vacanza.
Questa dedizione nei confronti della corsa non è stata pianificata: a dire il vero non ricordo neppure di essermi mai imposto di correre tutti i giorni, a prescindere da dove fossi o cosa stessi facendo. A un certo punto, però, mi sono accorto che avevo bisogno di ritagliarmi del tempo per la corsa anche in vacanza e in effetti, a ripensarci oggi, ho corso davvero in ogni condizione, in ogni posto del mondo e a ogni orario consentito. Non avevo più scuse: per me allenarmi era più importante del resto e se questa consapevolezza portava con sé il bisogno di correre anche all’alba o a notte fonda - oppure in vacanza tra un check-in e l’altro - allora andava bene così, era giusto così. E alla fine ha finito per accettarlo - suo malgrado - anche mia moglie.
Correre è un’abitudine, non un dovere
Quando inserisci la corsa come routine quotidiana, anche se sei in vacanza, non la vedi più come un dovere o come qualcosa che ti sottrae del tempo dal riposo o dal tempo libero. Al contrario: correre diventa come svegliarsi la mattina, lavarsi i denti e la faccia, come vestirsi per uscire di casa. Correre diventa una ragione di vita e in quanto tale necessaria anche se ti trovi dall’altra parte del mondo e l’unico orario in cui riesci a correre è prima di andare a dormire - se non addirittura a notte fonda, quando tutti gli altri dormono.
La verità è che per me correre non è un peso, ma un piacere. E correre in vacanza non vuol dire sacrificarsi, svegliarsi prima e stancarsi più del dovuto: al contrario, correre in vacanza, per me, vuol dire anche scoprire cose nuove, esplorare mondi che mai avrei pensato di incrociare, sfidare perfino me stesso, spingendomi verso obiettivi sempre più alti e sempre più stimolanti. Credimi, quindi, quando ti dico che non ho nessun rimpianto nella mia vita: l’unico, forse, è che la prossima volta posso svegliarmi presto e provare a correre ancora più a lungo.
Tradotto da Runner’s World US
Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione