Negli ultimi anni vediamo sempre più ciclisti professionisti (o ex) darsi alla corsa con buoni risultati. Infatti, mentre fino a pochi anni fa la corsa veniva vista come un’attività antagonista alla pedalata, ora viene usata molto per la preparazione del ciclismo, sia durante l’inverno nella preparazione generale, che durante l’anno per mantenere alto il volume aerobico, la densità ossea, e per variare gli stimoli.
Nelle differenze tra le due attività, i ciclisti sono penalizzati nella corsa da quadricipiti e glutei più sviluppati e da una meccanica spesso poco economica, mentre i podisti di alto livello sono penalizzati nella pedalata proprio per l’esatto opposto, ovvero una minor forza nelle cosce e nei glutei.
Non si hanno quindi molte notizie di podisti che si dedicano al ciclismo, o meglio, che lo facciano con buoni risultati. Ma è quindi vero che i ciclisti sono anche ottimi podisti, mentre i podisti non sono ottimi ciclisti? Non proprio, tutto è frutto molto probabilmente di percezioni errate.
I ciclisti sono davvero così ottimi runner?
Abbiamo visto svariati risultati negli ultimi anni da parte di ciclisti in gare di corsa, dai 5 km alla maratona. Spesso questi risultati hanno sorpreso, a volte anche gli addetti ai lavori, ma non sono stati invece una totale sorpresa per chi conosce fisiologia e prestazioni, come potrebbero gli allenatori.
In fondo, correre 10 km in 31’40" come Bauke Mollema lo scorso anno o 32’ sono buoni tempi per un amatore (che verrebbe quindi definito “amatore evoluto”), ma non risultati di eccellenza. La stessa cosa per l’1h22’ di Mathieu Van der Poel in allenamento sulla mezza maratona, o la maratona in 2h58’ di Adam Yates, o le corse di allenamento di Wout Van Aert a 4’25”/km. Sono tempi e ritmi da buon amatore, niente di eccezionale. Per atleti con qualità aerobiche e muscolari come quelle di un ciclista professionista, questi ritmi sono facilmente raggiungibili.
Più difficile è capire quanto sia forte un runner che si dia al ciclismo. Un podista che faccia una salita di 20’ a 5 watt/kg sarebbe un risultato da ottimo ciclista amatore, ma solo gli addetti ai lavori lo noterebbero, essendo dati più difficilmente confrontabili rispetto a quelli delle distanze classiche della corsa.
Runner ciclisti ce ne sono?
Difficile andare a scovare negli allenamenti di podisti elite sedute in sella, almeno per quanto riguarda la corsa in pista o su strada. Così come è quasi impossibile con runners di alto livello si dia alle granfondo o a competizioni di ciclismo. Probabile che qualcuno integri la bicicletta nel proprio programma di allenamento, o almeno lo abbia fatto per una parte della propria carriera o a causa di infortuni, ma è difficile trovare casi famosi.
Uno di questi è Eliud Kipchoge, che include alcune pedalate indoor nella sua preparazione, a ritmi molto tranquilli. Tra i casi runners di livello mondiale si potrebbero inserire la britannica Stephanie Davis, personale di 2h27’ in maratona, 39a alle Olimpiadi di Tokyo, o l’americana Parker Valby, 11a a Parigi sui 10000 metri, diventata un po’ un caso per il suo metodo di allenamento fatto di poca corsa e molta bici per evitare infortuni a cui era molto soggetta.
Triatleti, più runner o ciclisti?
Quando si parla di corsa e ciclismo non si può non pensare ovviamente al triathlon, o ancora più specificamente, al duathlon. D’altronde i migliori triatleti del mondo devono essere per forza ottimi podisti, sicuramente più performanti di qualsiasi ciclista professionista che si dà saltuariamente alla corsa. Allo stesso tempo i triatleti sono anche ottimi ciclisti, sicuramente in grado di avere wattaggi che permetterebbero di tenere le ruote dei pro almeno in pianura.
Ci sono quindi triatleti che è difficile non considerare podisti di livello mondiale. Il britannico campione mondiale e olimpico Alex Yee, ad esempio, ha appena esordito nella Maratona di Londra concludendola in 2h11’, ma nella sua carriera ha anche una partecipazione agli europei sui 10000 metri, con un personale di 27’51”, da aggiungere al 13’29” sui 5000. Il neozelandese Hayden Wilde, argento olimpico a Parigi nel triathlon, ha corso a inizio maggio una 10k in 27’39”.
C’è poi la francese Cassandre Beaugrand, campionessa olimpica a Parigi nel triathlon, che lo scorso febbraio ha battuto il record nazionale sui 5 km con 14’53”. Rimanendo sempre in Francia, Léonie Périault, 5aindividuale e bronzo a squadre alle Olimpiadi di Parigi nel triathlon, ha vinto i campionati nazionali di Cross Country. Anche la 4a classificata di questa gara, Jeanne Lehair, è una triathleta, campionessa europea nel 2023. D’altronde in Francia la multidisciplina è da sempre incentivata, tanto che anche molti runner élite inseriscono sedute di bicicletta nei propri allenamenti. In Italia abbiamo i casi di Orlando Pizzolato e Alessandro Lambruschini, due dei più grandi protagonisti dell’atletica leggera tra anni 80 e 90, che terminata la carriera nella corsa si sono dedicati al duathlon arrivando a competere con la nazionale.
Trail runner ciclisti
Nel trail è molto più semplice trovare atleti che si siano dedicati alle due ruote in allenamento, viste le caratteristiche fisiche più simili tra le due attività. Francesco Puppi, il miglior trailrunner italiano, integra la sua preparazione con allenamenti in bici, e seppur senza grande attenzione tecnica come posizione in sella, aerodinamica, misuratore di potenza, si può trovare in buone posizioni sui segmenti Strava di alcune salite della sua zona, come il Monte Generoso, dove al momento ha il 9° tempo, con 32’31”, non lontano da Domenico Pozzovivo (miglior tempo di 28’32”) e Vincenzo Nibali (30’05”).
Roberto Delorenzi, da giovane promessa del trail e prima di diventare uno dei migliori skyrunner, ha avuto una breve parentesi con le due ruote nel 2018, arrivando 13° alla Freccia dei Vini (una delle più importanti classiche under 23 di ciclismo) e vincendo il titolo europeo under 23 nel duathlon. Altri atleti capaci di pedalare forte in allenamento sono anche gli specialisti dei vertical, come Henri Aymonod. Ci sono poi scialpinisti, protagonisti anche nei vertical, che hanno partecipato a granfondo o eventi di ciclismo con ottimo successo, come Damiano Lenzi, Michele Boscacci, Andrea Prandi, capaci di vincere e piazzarsi sul podio più volte nella Re Stelvio Mapei.