Fin dal IX secolo, la cattedrale di Santiago di Compostela è una delle mete di pellegrinaggio più ricercate da chi desidera mettersi in cammino per motivi religiosi o, più semplicemente, per riscoprire la bellezza di un viaggio nella natura dai ritmi lenti. Attorno alla basilica si sono infatti sviluppati diversi itinerari che permettono di attraversare a piedi alcune delle località più suggestive della Penisola Iberica. Il primo a essere stato battuto è tuttavia il Cammino Primitivo: un percorso tra le montagne asturiane che, ancora oggi, rappresenta uno dei tracciati più affascinanti.

Nelle prossime righe ne abbiamo quindi riassunto la storia, le tappe e le tante difficoltà che è bene tenere in considerazione durante l’allenamento in vista della partenza.

La storia del Cammino Primitivo

Parte dell’ampio circuito di itinerari che permettono di raggiungere Santiago di Compostela, il Cammino Primitivo deve il suo nome al fatto di essere stato la via percorsa dal primo pellegrino conosciuto. Venuto a conoscenza del ritrovamento del corpo di San Giacomo Maggiore, infatti, il re delle Asturie Alfonso il Casto partì alla volta della località galiziana nell’829 e ordinò la costruzione della prima maestosa cattedrale. La stessa strada venne poi battuta allo scadere del IX secolo anche da Alfonso II Magno, il quale commissionò la ricostruzione della basilica.

Rimasto a lungo il principale percorso verso la Galizia, il percorso Primitivo è stato sostituito dall’itinerario a cui oggi si fa riferimento quando si parla del Cammino di Santiago a partire dal 925, anno in cui la capitale del Regno delle Asturie venne spostata a Leon. Gli antichi e pericolosi sentieri asturiani vennero dunque rimpiazzati dalle vie della Meseta che, passando attraverso gli altipiani della Castiglia, formano ora il cosiddetto Cammino Francese. Grazie al suo antico fascino, però, il tracciato originario continua a essere uno dei più ricercati ogni anno.

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Le tappe del Cammino Primitivo

Il Cammino Primitivo copre un tragitto di circa 320 chilometri ed è suddiviso in 13 tappe. Più nello specifico, parte dalla città di Oviedo e, una volta raggiunta Palas de Rei, si congiunge al Cammino Francese. Non si tratta quindi del percorso più lungo del circuito, ma è indubbiamente uno dei più impegnativi. Conta infatti un dislivello totale di 17mila metri, ovvero 1300 metri per ogni fermata.

Dopo aver raggiunto il punto di partenza, il pellegrino è chiamato a dirigersi in direzione San Juan de Villapañada. Da qui si prosegue alla volta di Salas, di Tineo e di Pola de Allande, passando attraverso tracciati che possono andare dai 20 ai 30 chilometri. La quinta fermata del cammino è invece La Mesa, da cui è possibile raggiungere Grandas de Salime. Si arriva poi a Fonsagrada, giro di boa dell’itinerario.

Le ultime cinque tappe sono O Cádavo Baleira, Lugo, San Romao da Retorta, Melide e O Pedrouzo, distante circa 20 chilometri dalla destinazione finale. Procedendo a ritmo serrato, senza prevedere soste di più giorni in una delle località appena menzionate, il percorso Primitivo richiede quindi 14 giorni per essere portato a termine. A causa delle sue caratteristiche, però, necessità di un buon livello di allenamento.

Le difficoltà del Cammino Primitivo

Chi intende prepararsi al Cammino Primitivo deve tenere conto delle grandi difficoltà che questo itinerario frappone tra Oviedo e la cattedrale di Santiago. In questo senso, il tracciato può essere diviso in due tratti contrapposti. Dal punto di partenza fino a Lugo, il pellegrino si trova immerso nelle montagne asturiane e percorre sentieri sterrati che, ogni 20 chilometri circa, si aprono su piccoli paesi. Ogni via si contraddistingue per dislivelli importanti che amplificano le distanze e mettono a dura prova il fisico. I centri abitati, poi, offrono solo il minimo indispensabile: pochi albergues, qualche market e delle farmacie.

Da Lugo a Santiago, invece, il paesaggio cambia completamente, vengono infatti a mancare le salite e le discese più repentine, a favore di un percorso più lineare, si moltiplicano inoltre le città, attrezzate con ogni servizio utile per rendere la sosta rigenerante. A partire da Melide, peraltro, il Cammino Primitivo e il Cammino Francese si uniscono, proseguendo insieme per gli ultimi due giorni di viaggio. Essendo quest’ultimo più battuto e famoso, verranno a mancare la solitudine e il silenzio, sostituiti da una grande convivialità e dalla serenità data dalla meta ormai prossima.

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Cammino Primitivo: quando andare

Considerando le sfide imposte e le peculiarità del percorso, il Cammino Primitivo è un tracciato che può essere affrontato tra maggio e settembre, quando le temperature si alzano, le giornate si allungano e le piogge si fanno rare.

Come detto, il pellegrinaggio abbraccia numerose località montane e si svolge su sentieri sterrati. Non è quindi raro imbattersi in un clima rigido e contraddistinto da neve anche dopo la stagione invernale. Il suolo, inoltre, è spesso ricoperto di fango. Fortunatamente, però, il percorso Primitivo risulta sempre curato e le indicazioni segnaletiche rendono remoto il rischio di perdere l’orientamento in qualsiasi momento dell’anno.

Prima di partire è tuttavia importante recuperare la credencial, ovvero il passaporto del pellegrino: un documento che dà accesso agli ostelli e permette di raccogliere un timbro a ogni tappa. Per richiederla, è sufficiente compilare il modulo disponibile sul sito della Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia.