Un nome che ultimamente ricorre spesso quando si parla di grande atletica. Pietro Riva, albese delle Fiamme Oro classe 1997 (compirà 28 anni il prossimo primo maggio), forte, fortissimo mezzofondista delle Fiamme Oro che nel corso della sua carriera ha progressivamente allungato le distanze con eccellenti risultati. I più recenti, a conferma della maturità raggiunta da Riva, arrivano dai 21,097 km: argento agli ultimi Europei 2024 nella mezza maratona a Roma e titolo di campione italiano di mezza maratona ottenuto lo scorso 3 novembre a Civitanova Marche. Ora si punta ancora più in alto, o meglio, più lontano, alla distanza regina, dopo l’eccellente esordio alla Maratona di Valencia.

Abbiamo incontrato a Milano il campione allenato dal 2020 da Stefano Baldini e sostenuto da Asics, in occasione dell’appuntamento con The Running Academy by Cisalfa Sport e Runner’s World insieme al brand Asics.

Pietro Riva, la maratona e i prossimi obiettivi

La prima brutta notizia arriva dalle sue condizioni fisiche. Pietro non potrà partecipare sabato 12 e domenica 13 aprile alla tanto attesa edizione degli European Running Championships, i primi Campionati Europei di corsa su strada che si terranno a Bruxelles e Lovanio. Un problema al tendine d'achille lo sta tenendo fermo, ma si guarda avanti.

Sei un atleta di vertice da diverso tempo, abituato in allenamento a macinare chilometri nelle diverse distanze. Come hai preparato la tua prima maratona? “L’ho preparata in quattro mesi e venendo da allenamenti di 140-150 km alla settimana, per la maratona nel lungo della domenica se prima correvo 25-26 km ho innalzato la distanza dei lunghi correndo un 35, un 38, due 40 e un 38 km e li ho corsi a una velocità di 15-20 secondi sopra la media che poi ho tenuto in gara, tenendo presente che i primi 10-15K sono da considerarsi riscaldamento”.

Pietro Riva, "Certe distanze non mi fanno più paura"

Parliamo di motivazione. In cosa può averti migliorato, o peggiorato, dedicarti alla maratona? Ti senti rallentato rispetto a quando corri distanze più brevi? “Mi sento molto più forte per alcuni aspetti. Non mi fanno più paura certe distanze. E quando mi alleno per esempio sui 2.000 tirati mi sembra più facile e penso ‘sì, son veloci ma non sono così lunghi’. Sullo sprint puro diciamo che non sono migliorato. Ma fondamentalmente ho capito che tu peggiori in una cosa perché non fai quella cosa, non perché ne fai altre. Ti rallenti perché non fai cose veloci non ti rallenti perché fai cose lunghe. Bisogna trovare un buon equilibrio. Ma l’aver corso una sola maratona non basta”.

Se ne discute tanto negli ultimi tempi soprattutto in chiave maratona. Che opinione hai sul negative split, ovvero correre la seconda parte di gara più veloce della prima? “Nello specifico a Valencia ho adottato una strategia negative split di più di un minuto, aumentando il ritmo nella seconda metà dopo un passaggio intermedio di 1:04’22”. Ma, nella mia esperienza, se guardo alle mie gare in tutte le specialità solo il 20% si è concluso con il negative split. In realtà, sono favorevole al negative split che ha permesso di conquistare tanti record e sicuramente è la maniera più sicura per affrontare una maratona e provare a puntare al primato personale. La soluzione ottimale sarebbe invece essere il più regolare possibile. Personalmente se mi rendo conto di stare bene verso la conclusione della mia performance sono psicologicamente motivato a fare meglio, a dare di più”.

Cosa significa essere allenato da un’icona della maratona come Stefano Baldini? “Quando si arrabbia con me – sdrammatizza Pietro - non mi dice mai ‘devi fare così perché sono un campione olimpico’. Il consiglio più importante che mi ha dato è anche molto semplice: non fare cose al di fuori del tuo ordinario. Non inventarti cose strane in vista della maratona. Evita di fare esperimenti. E impara a gestire le sensazioni del tuo corpo”.

Pietro Riva, "Il livello della maratona crescerà ancora"

Tema superscarpe e piastre in carbonio. Qual è la tua opinione? “Rappresentano un enorme vantaggio, proporzionale alla distanza da percorrere. Sui 10K si avverte di più l’effetto rimbalzante, sulla maratona l’effetto è di preservamento dei distretti muscolari che ti fanno sentire un po’ più fresco al termine della prestazione, anche se alcuni studi affermano che correre in tempi sopra le tre ore e quindici, tre ore e mezza sia quasi meglio correre con scarpe normali”.

È vero che durante alcuni allenamenti ti fermi e cambi le scarpe?Sia chiaro, non fermo il cronometro (sorride…). Ma siccome i miei lunghi presentano una prima parte di riscaldamento con scarpe che non userò in gara, quando termina quella prima parte mi fermo e calzo scarpe più performanti. Serve anche per abituarsi alla calzatura che si userà in gara”.

Che cosa pensi del movimento della maratona in Italia e nel mondo? “A livello alto siamo davvero un bel gruppo con tanti atleti che vanno forte. Se guardo al mondo, sono convinto che il livello si alzerà sempre più, non fosse altro perché la corsa su strada sta diventando un grande business. Sicuramente ci sono atleti che, in maniera pulita, potranno ambire a scendere sotto le fatidiche due ore”.

Pietro Riva, "Nei miei piani una maratona autunnale"

L’infortunio ti ha probabilmente costretto a rivedere i tuoi prossimi obiettivi. Come pensi di programmare la stagione? “Purtroppo, ho un problema al tendine d’Achille che sto cercando di risolvere. Vedrò a breve i responsi dei controlli e mi curerò. Nei miei piani c’è sicuramente una maratona autunnale. Cambierò anche qualcosa nella mia preparazione. Per esempio, come fanno alcuni miei competitor, tre o quattro mesi prima e sino a tre settimana dalla maratona nel lungo proverò ad accorciare il riscaldamento, solo un paio di chilometri e poi via, subito con le scarpe da gara. Mi permetto di dare un consiglio a tutti i runner: fissate degli obiettivi solo quando siete sicuri di essere al 100%. Non cercate di salvare una gara senza essere nella condizione ottimale. Meglio curarsi e pensare al prossimo obiettivo. Si corre bene quando si sta bene!”.

Pietro Riva, Miglior debuttante italiano nella maratona

Pietro è stato il protagonista della cover di dicembre di Runner's World, e verso la fine di novembre, prima di concentrarsi sulla imminente Maratona di Valencia aveva risposto così nell'intervista con Magda Maiocchi: "Affrontare una maratona è sempre un grande punto interrogativo. Per adesso ho solo un sogno e riguarda questa mia prima maratona: correrla in meno di 2:08’30”. Perché? Sarebbe il miglior tempo di debutto per un italiano". Ebbene, le cose sono andate ancora meglio del sogno perché Pietro ha tagliato il traguardo valenciano in 2:07’37”, ma se il ventitreesimo posto dice poco, fa invece notizia il miglior debutto di sempre in maratona per un atleta italiano abbassando il 2:08’34” il precedente primato di Iliass Aouani alla Milano Marathon del 2022. Un altro dato significativo? Riva sale al settimo posto nella classifica italiana di maratona di tutti i tempi (in testa c’è Yohanes Chiappinelli con 2:05'24" stabiliti proprio a Valencia 2024). I dettagli del suo splendido debutto, Pietro li ha già raccontati a Runner’s World.

Consiglieresti a tutti di provare l’emozione di correre una maratona? “Posso solo dire che bisogna prepararsi per bene e che gli ultimi due chilometri sono stati forse una delle esperienze più toste della mia vita. Tagliato il traguardo alla maratona di Valencia, mi son detto ‘mai più’ ma dopo un’ora e mezza ero già convinto di volerne fare un’altra. È stata un esperienza che porterò sempre dentro nel cuore”. Al prossimo record, Pietro.