Attorno al tavolo di un ristorante di Legnano, era il marzo del 1980, c’erano Dante, suo figlio Gianni e il loro amico Sebastian. Quest’ultimo era un mezzofondista britannico, che aveva tutta l’intenzione di portare al massimo il suo potenziale. E confidò: “Sapete, mi sto preparando per la Cinque Mulini di San Vittore Olona. Vorrei fare una gara su strada di sette chilometri nella prima settimana di aprile, sapete se ce n’è una da queste parti? Mi piace qui”. Gianni e suo padre, entrambi giornalisti abituati ai fatti, esaminarono subito il calendario podistico della zona, convinti di trovare la corsa giusta. Nulla, non trovarono nulla che potesse essere utile al loro amico. Ma dissero: “Una non ce n’è, ma ci sarà. Proprio di 7 chilometri, e qui a Vigevano. Te la organizziamo noi. Torna a trovarci per Pasquetta”.

Era nata la Scarpa d’Oro che, da quel giorno e per 26 anni, ha rappresentato uno dei più importanti e suggestivi avvenimenti podistici mondiali.

A ben guardare, la Scarpa d’Oro di allora è la conseguenza di un’altra storia, come lo è la versione più contemporanea della Scarpadoro, iniziata nel 2006 e che quest’anno torna lungo le strade di Vigevano domenica 26 marzo, per la 16esima edizione.

E l’apostrofo che non c’è più è lo spartiacque di una manifestazione con le radici nel cuore e lo sguardo nell’altrove. Ma prima di tutto facciamo un salto nel 1949.

Ritorno al futuro

L’Atletica Vigevano, che ancora oggi organizza la manifestazione, è nata nel 1949 dall’iniziativa di Dante Merlo e Pino Pensa.

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Dante Merlo.

Merlo era giornalista sportivo (firma anche della Gazzetta dello Sport) e fondò la rivista Atletica Leggera. Raccontavano mensilmente di corsa e dintorni, i collaboratori della rivista. Erano appassionati di sport e delle sue storie: a voler essere romantici, beh è facile vedere che le tradizioni parallele proseguono su queste pagine, sotto altre forme.

Dante Merlo, in molti lo ricordano, era soprattutto un visionario nelle idee e un pioniere nelle attività. Aveva intuito che organizzare manifestazioni sportive rivolte al pubblico, come spettatore e partecipante, potesse offrire un'opportunità alla propria città e anche innalzare il livello culturale e l’esperienza di vita dei tesserati dell’Atletica Vigevano, attraverso il confronto con quella parte di mondo che condivideva la stessa passione per la fatica creativa che diventa risultato.

Nel 1955, come in un film neorealista, Merlo porta la Rai allo stadio comunale di Vigevano: sembra sia la prima diretta televisiva di una riunione di atletica leggera. E quello stadio, adesso, porta il suo nome.

Dante, scomparso nel 1991, è riuscito a vedere un azzurro vincere la maratona Olimpica. Un atleta che conosceva bene, Gelindo Bordin, che ha vinto la Scarpa d’Oro nel 1987, l’anno prima di trionfare a Seul, dall’altra parte del mondo. Ecco il confronto: da Vigevano si vede l'intero pianeta. E a Vigevano hanno corso Steve Ovett, Robert de Castella, Alberto Cova, Francesco Panetta, Salvatore Antibo, Genny Di Napoli, Stefano Baldini, Paul Tergat, Segey Lebid. E non sono tutti. Il primo vincitore della Scarpa d'Oro, ad esempio, lo incontreremo alla fine.

Staffetta di famiglia

Nel 2006, Gianni Merlo, giornalista della Gazzetta dello Sport e, dal 2005, presidente dell'Associazione Internazionale della Stampa Sportiva, che era succeduto al padre nell'organizzazione, passa a propria volta penna e timone della corsa alla figlia.

Manuela, degna nipote del nonno, ha due intuizioni: il running stava diventando sempre più uno sport di massa e la loro gara élite stava perdendo appeal.

Si cambia, si evolve, senza snaturarsi, quindi.

Manuela organizza l’edizione numero zero della Scarpadoro Half Marathon. Non c’è più l’apostrofo nel nome, restano prestigio e fascino. E la forza evocativa. Nel giro di qualche edizione, il programma si espande con la Stravigevano di 10,2K, la Stracittadina di 5k e la Scarpadoro Ability, la gara ideata da Giusy Versace per portare a correre e camminare persone con disabilità e offrire loro una mattinata diversa del movimento.

Complessivamente, in occasione della Scarpadoro ogni anno corrono a Vigevano 2.500 persone.

Quelli del 1980

Ma come è andata nel 1980 la corsa d’inglese di belle speranze?

Gli almanacchi raccontano che Sebastian, di cognome Coe, si sia presentato a Vigevano la domenica di Pasqua del 1980, accompagnato dal padre e da tanta voglia di correre nella bella città ducale. Non tutto è stato liscio, però. Il pavé del circuito ricavato nel centro cittadino sembrava una minaccia per le articolazioni del campione britannico. Bisogna trovare la soluzione per limitare al massimo i rischi, magari arrivando a cambiare anche il percorso già predisposto. Coe si scusa. All’alba di Pasquetta, era il 7 aprile, un gruppo di volenterosi, accompagnato da un comprensivo vigile urbano, riesce a predisporre un percorso nuovo di zecca a poche ore dalla partenza. Altri tempi.

Sebastian Coe dice "Thank you" dominando la corsa dal primo all’ultimo metro. La sua falcata leggera, penetrante, sfiora il terreno. Marco Marchei e Alberto Cova sono gli ultimi che resistono. L’inglese è scatenato e arriva al traguardo per primo, in mezzo alle urla di Piazza del Bramante traboccante di pubblico.

Gli almanacchi ricordano anche che Sebastian Coe, poche settimane dopo, abbia vinto a Mosca la sua prima medaglia d’oro Olimpica nei 1.500 metri (replicherà a Los Angeles 4 anni dopo), e quella d’argento negli 800 metri.Oggi è il presidente della World Athletics, dicono sempre gli almanacchi. Sta a vedere che, attorno al tavolo in un ristorante, qualche volta la storia si mette a correre.