Il ciclismo paralimpico, noto anche come paraciclismo è una delle discipline più affascinanti del mondo a cui appartiene. Tale sport coinvolge ciclisti con diverse disabilità che competono in varie categorie, utilizzando attrezzature adattate alle loro esigenze specifiche.

In generale per sport paralimpico si intende una competizione sportiva prevista nei Giochi paralimpici (noti anche come Paralimpiadi), in cui gli atleti con disabilità fisiche, intellettuali o visive competono a livello agonistico con grande determinazione e capacità, dimostrando che, a prescindere dal tipo di limitazione, quest’ultima non deve rappresentare un ostacolo al raggiungimento di obiettivi straordinari.

Tornando, nello specifico, al paraciclismo, non resta che conoscere la sua storia che ha visto una crescita esponenziale della disciplina, divenuta tra le più amate e competitive nel panorama paralimpico.

Ciclismo paralimpico: origini e diffusione

Il ciclismo paralimpico ha radici che affondano nei primi anni del Novecento, ma è negli Anni 80 che la disciplina inizia a guadagnare una visibilità significativa.

Le prime competizioni ufficiali di ciclismo per atleti con disabilità risalgono a qualche decennio prima, ma solo dal 1984, il ciclismo è incluso nel programma ufficiale dei Giochi Paralimpici estivi di Stoke Mandeville. Ciò rappresenta un momento cruciale per la disciplina, sebbene come sport dimostrativo, segnando l'inizio di una crescente popolarità e di un'espansione globale. Alle paralimpiadi del 1988 a Seoul, si effettuano corse su strada.

Nel 1994, l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI) riconosce ufficialmente il paraciclismo e, quattro anni dopo, si tengono i primi Campionati Mondiali di Ciclismo Paralimpico. Questo evento sancisce ulteriormente la legittimità del paraciclismo, portando la disciplina sotto la tutela di una delle principali organizzazioni del ciclismo mondiale. Da allora, i Campionati Mondiali di Ciclismo Paralimpico sono diventati un appuntamento fisso e offrono agli atleti paralimpici una piattaforma importante per competere ai massimi livelli.

ciclismo paralimpicopinterest
EMPICS Sport - EMPICS//Getty Images

Ciclismo paralimpico: regole

Le regole del ciclismo paralimpico sono progettate per garantire equità fra gli atleti e seguono quelle stabilite dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), adattate al tipo di disabilità.

Le competizioni si svolgono su strada e su pista, similmente al ciclismo tradizionale. Le prime includono prove a cronometro e gare in linea, mentre le competizioni su pista comprendono prove di velocità, inseguimento individuale e prove a squadre.

I regolamenti specifici riguardano sia le modalità di gara, che le classificazioni degli atleti e l'equipaggiamento. Quest’ultimo è fondamentale nel ciclismo paralimpico, con biciclette che devono rispettare standard rigorosi per garantire sicurezza e performance ottimali, offrendo supporto e stabilità; l’uso del casco è obbligatorio, e il colore varia a seconda della categoria.

Ciclismo paralimpico: categorie

Il ciclismo paralimpico è suddiviso in diverse categorie, maschili e femminili, ciascuna delle quali riflette le diverse tipologie di disabilità degli atleti.

Le handbike sono biciclette a mano utilizzate principalmente da atleti con disabilità agli arti inferiori. Si tratta di veicoli a tre ruote alimentati dalle braccia dell'atleta, che utilizza una manovella per generare movimento; inoltre, sono dotate di un design ergonomico che consente una postura comoda e aerodinamica, sdraiata (categoria H1, H2, H3 e H4) o in ginocchio (H5), massimizzando l'efficienza della pedalata.

Il ciclismo paralimpico in tandem è praticato da atleti con disabilità visive in un'unica categoria. La bicicletta a due posti è pilotata da un ciclista vedente, mentre l'atleta cieco o ipovedente occupa il secondo posto. Il triciclo paralimpico, invece, è utilizzato da atleti con disabilità che influenzano l'equilibrio, suddivisi in due categorie (T1 e T2); difatti, tale bicicletta a tre ruote offre maggiore stabilità rispetto alle biciclette tradizionali, permettendo agli atleti di competere in modo sicuro ed efficace.

Nel paraciclismo esistono, dunque, quattro divisioni: Handcycle, Tricycle, Cycle (in 5 classi, da C1 a C5) e Tandem.

ciclismo paralimpicopinterest
Anadolu//Getty Images

Ciclismo paralimpico italiano

In Italia, uno dei nomi più celebri associati al ciclismo paralimpico è quello di Alex Zanardi. Ex pilota di Formula 1 e vincitore di diversi campionati automobilistici, il futuro ciclista paralimpico italiano subisce un grave incidente nel 2001 durante una gara di CART, che gli è costata l'amputazione di entrambe le gambe.

Nonostante questa tragedia, Zanardi non si arrende e decide, appunto, di dedicarsi alle paralimpiadi di ciclismo, raggiungendo straordinari successi. Ha vinto numerose medaglie d'oro ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016, diventando un’icona a livello internazionale. L'Italia ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel ciclismo paralimpico, ottenendo risultati eccellenti in numerose competizioni internazionali.

Oltre a Zanardi, il ciclismo paralimpico italiano vanta altri atleti di spicco che mantengono alta la reputazione del nostro Paese in questa disciplina. La tappa italiana della Coppa del Mondo di Paraciclismo 2024 si è tenuta a Maniago dal 16 al 19 maggio atleti del ciclismo italiano, come Andrea Tarlao e altri nomi noti, hanno avuto modo di competere sul proprio territorio, davanti a un pubblico entusiasta.

Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione