C’è una bella differenza tra il maratoneta professionista e il maratoneta di livello amatoriale, e non solo a livello di risultati cronometrici. Per i top runner, infatti, la corsa è un lavoro e tutto nella loro giornata gira intorno ad essa. Per i runner comuni mortali, invece, la corsa è una passione, un modo per star in forma. L’amatore è costretto a ricavare il tempo per allenarsi tra i mille impegni della vita di tutti i giorni.

Ecco perché una pianificazione preventiva e l’individuazione delle fasce orarie più idonee agli allenamenti sono il segreto per riuscire a rendere la preparazione di una 42,195 km – che dura mesi e prevede lunghe sedute di allenamento – compatibile con il lavoro, la famiglia e le relazioni sociali.

Regola 1 della preparazione della maratona: condividere per coinvolgere

La prima strategia da mettere in atto è quella di condividere già in partenza il nostro obiettivo con tutti gli “ecosistemi” con cui siamo in relazione, famiglia e lavoro in primis. Anche gli amici non dovranno essere sottovalutati, perché se coinvolti nel nostro progetto saranno più comprensivi quando declineremo l’invito per l’happy hour o per l’uscita di gruppo nei weekend in cui avremo programmato un lungo.

La famiglia, soprattutto per chi ha figli, è l’aspetto principale da considerare nella programmazione. È fondamentale concordare preventivamente con il partner i giorni delle sedute di allenamento, magari “barattando” in cambio una nostra maggiore presenza nei giorni di riposo.

Anche sul lavoro è importante condividere il nostro impegno, soprattutto se intendiamo avvalerci di spazi in orari lavorativi per svolgere alcune delle nostre sedute, ad esempio chiedendo pause pranzo un po’ più lunghe in cambio di una nostra presenza prolungata la sera.

Regola 2 della preparazione della maratona: scegliere il momento migliore per gli allenamenti

In generale, per aumentare le possibilità di non saltare i nostri allenamenti, la fascia oraria ideale risulta quella del primo mattino.

Alzarsi molto presto consente di posizionare i nostri allenamenti in momenti della giornata tendenzialmente più liberi da impegni. Riuscire a correre “all’alba”, prima che le normali giornate degli altri abbiano inizio, ha sicuramente un impatto minore sull’organizzazione familiare e, inoltre, aiuta a mettere in cassaforte l’allenamento quotidiano, eliminando il rischio che eventuali imprevisti personali o professionali ci costringano a rimandarlo.

La mia scelta (estrema)

Certo, alzarsi presto per andare a correre può risultare difficile per chi la mattina ama rimanere fino all’ultimo sotto le coperte, tuttavia preparare scarpe e abbigliamento da running già la sera prima è un ottimo modo per facilitare l’uscita.

Una soluzione ancora più “strong”? Andare addirittura a dormire vestiti da runner. Questa è un’eccellente strategia che personalmente ho utilizzato moltissimo quando preparavo maratone e ultramaratone in un periodo in cui avevo due figli piccoli e un ruolo professionale come top manager di una grande multinazionale.

All’epoca, l’unico spazio della mia giornata che mi rendeva “libero” era quello prima delle 7.00. Non è ovviamente obbligatorio uscire quando è ancora buio, ma ti assicuro che accogliere l’alba dopo aver già macinato chilometri è un’esperienza che ti cambia la giornata.


Max Monaco - Ex top manager pigro, stressato e tabagista, grazie alla corsa e al mental coaching è passato da oltre 40 sigarette al giorno agli oltre 40 km delle maratone e delle ultramaratone. Oggi è un motivational coach, master Trainer in PNL ed è ideatore del metodo 6più, un programma unico destinato ai dipendenti delle aziende, in grado di fare appassionare alla corsa anche i più resistenti.