La velocista americana ShàCarri Richardson è risultata positiva alla marijuana durante i Trials per le Olimpiadi di Tokyo. Ciò potrebbe costarle l'esclusione dai Giochi. Dopo le indiscrezioni dei media americani, la conferma è arrivata dalla stessa atleta, considerata la favorita per l'oro dei 100 dopo i tempi dei Trials Usa con i quali aveva staccato il biglietto per i Giochi.

Lo riferisce il New York Times.

In aprile aveva corso con il tempo di 10"72 (Florida) ed era diventata la sesta donna più veloce al mondo sulla distanza. Dopo le prime indiscrezioni, Richardson aveva twittato: "Sono umana", lasciando intendere che l'uso di cannabis era a fini personali, e non di doping. Ma la marijuana è nell'elenco delle sostanze vietate dell'Agenzia mondiale antidoping e un risultato positivo può portare ad un'esclusione dalle competizioni da un mese a due anni. La conferma della positività ha già fatto scattare la sospensione cautelare della Richardson a partire dal 28 giugno per un mese: le gare di atletica a Tokyo cominciano il 30, ora resta da capire cosa decideranno Usada e Wada. In caso di squalifica più lunga la classifica dei Trials sarà mutata e cambierà anche la lista dei qualificati ai Giochi. Richardson intanto ha già esposto la sua tesi difensiva: avrebbe assunto stupefacenti "in uno stato psicologico di dolore" per la morte della madre biologica.