… vuole toccare l’Eldorado dei runner…
Difficile dire se il libro del professor Chris Napier voglia partire dalla scienza per parlare di corsa o, al contrario, cominci dalla passione per il correre fino a fissare solide basi scientifiche. In fondo, non importa stabilirlo. Abbiamo la corsa ed i suoi movimenti, analizzati in ogni minimo particolare, quasi alla moviola, con la lente dell’anatomia, della biochimica e della tecnica. La finalità è far comprendere al lettore come, e secondo quale percorso, possa correre più veloce, aumentare la resistenza, prevenire gli infortuni. Poi ci sono diversi programmi di allenamento, dai 5 chilometri alla Maratona, ed è la parte del libro che può creare un po’ di ansia per la minuziosità da professionista con cui è esposta.
L’ambizione è toccare l’Eldorado dei runner: vivere la corsa raggiungendo il (proprio) massimo livello in termini di efficienza e di sicurezza. A questo servono gli esercizi mirati, illustrati in tavole anatomiche, dedicati a potenza, elasticità e recupero.
… cerca una strada da leggere …
I piloti d’aereo misurano l’esperienza in ore di volo. Max Monteforte, allenatore ed ex azzurro di ultramaratona, la misura in chilometri sulle gambe. Più di 120mila, nel suo caso. In questo libro sembra che Monteforte abbia voluto radunare tutta la propria esperienza nel mondo del running e condividerla con i lettori. Si alternano così ricordi autobiografici, che aprono la strada a suggestioni ed aneddoti, che sono l’involucro esterno del significato che si trova provando la fatica di uno sport di resistenza, vissuto sia con il puro piacere dell’amatore, sia con la struttura dell’agonismo della prestazione. La parola che sostiene tutto questo è disciplina, “la Costante di Max”, che si trova sia nei “7 passi per partire” che, più avanti nel percorso, nei “10 comandamenti essenziali per conquistare la corsa perfetta”.
“Respira con gli occhi, corri con la mente” è il sottotitolo del libro ed è la traccia da seguire lungo questa strada da leggere, che inizia con la prefazione di Gianni Poli, primo italiano a scendere sotto il muro delle 2 ore e 10’, e che qui, per la prima volta, scrive qualcosa della sua vittoria a New York, nel 1986.
… sfidarsi è l’avventura più bella da vivere …
Nims Purja era un bambino assetato di avventura e di giustizia. Ha lasciato il suo villaggio in Nepal per diventare un soldato Gurkha e indossare per 10 anni la divisa degli Special Boat Services, l’equivalente dei Seals a stelle e strisce. Ed è diventato un alpinista inarrestabile, con una sfida nel cuore, che sembra nascere dell’eco di una domanda: possiamo spingerci oltre l’impensabile? Purja ha voluto rispondersi con il Project Possible: salire tutti gli Ottomila della Terra in sette mesi (“settimana più, settimana meno”: e saranno meno). E ora lo racconta. Un’avventura in prima persona fra valanghe e ladri di ossigeno, scontri a fuoco, terroristi e forze speciali, sherpa e diplomatici, catastrofi ambientali, sbronze e salvataggi, promesse e delusioni. Puria, nato nel 1983, sta lasciando un’impronta importante nella storia dell’alpinismo himalayano tra salite da record e missioni di soccorso. Di lui scrive Reinhold Messner: “L’ho incontrato sul Nanga Parbat. Mi hanno colpito la sua decisione e sicurezza. Si è messo in gioco totalmente. Se fosse rimasto nei Gurkha si sarebbe garantito una ricchissima pensione e invece ha dovuto ipotecare la casa”.