Tranquillità, serenità, spensieratezza, sono tutte sensazioni che vorremmo caratterizzassero ogni momento delle nostre corse. Invece, basta inoltrarsi in una stradina secondaria, trovarsi sole lungo un percorso poco illuminato, scorgere la sagoma di un uomo poco rassicurante o anche solo sentire sopraggiungere un’auto alle nostre spalle per essere colte da un senso d’inquietudine, ansia e apprensione. E i fatti di cronaca non ci aiutano, perché riportano regolarmente di donne che hanno subito tentativi di violenze o violenze vere e proprie mentre facevano jogging.

Chiudere gli occhi davanti al problema non serve. Quello che invece dobbiamo fare è imparare a riconoscere i rischi e utilizzare comportamenti e stratagemmi che ci consentano di correre in tutta sicurezza. Quali? L’abbiamo chiesto a una vera esperta, Cinzia Ticli, agente scelto di Polizia con esperienza nell’anticrimine relativamente alle violenze delle donne, ma anche runner appassionata che non rinuncia alle sue 3-4 uscite settimanali su lungolago o sui sentieri delle montagne che fanno da cornice a Luino, incantevole cittadina sulle sponde lombarde del Lago Maggiore.

Da runner a runner, da donna a donna, com’è davvero la situazione “là fuori”, si corrono dei rischi a correre sole?

«Dipende, è tutta questione di dove si va a correre. Ci sono zone assolutamente sicure e altre dove invece bisogna sapere che si corrono dei rischi e che quindi vanno evitate. Io consiglio sempre di non correre a caso, di pensare al percorso dove ci si vuole allenare, capire la zona e avere dei punti di riferimento: bar, ristoranti, pizzerie che rimangono aperte fino a tardi, benzinai, case di conoscenti… la stazione di polizia, insomma una “rete amica” alla quale potersi appoggiare in caso di necessità. E questo vale non solo in caso di pericolo: una storta, un malessere, una brutta caduta possono sempre capitare. Io avviso sempre i miei su dove andrò a correre e condivido la mia posizione tramite cellulare, in modo appunto da non sparire nel nulla. La miglior difesa è dunque la prevenzione? Assolutamente sì. I rischi maggiori si corrono quando si corre da sole in zone isolate, mal frequentate o al buio, magari la mattina presto o la sera tardi. Bisogna evitare queste condizioni. Anche nei parchi cittadini ci sono spesso angoli appartati, mal illuminati o dove stazionano persone poco rassicuranti. Di lì non bisogna passare».

«Allo stesso modo bisogna stare alla larga da tutte quelle zone dove, anche alla luce del sole, si potrebbero fare brutti incontri, come ad esempio nei pressi di aziende o edifici abbandonati. Altra cosa importantissima, occorre tenere sempre occhi e orecchie ben aperti, fare attenzione a cosa avviene intorno a noi. Niente auricolari con la musica nelle orecchie quando ci si allena, a meno che non si stia correndo su un affollato lungomare o in posti assolutamente sicuri. E se si dovesse avere la percezione di un possibile pericolo, non avvicinarsi e cercare di raggiungere il prima possibile uno dei punti della rete amica».

Cosa possiamo fare di fronte ad apprezzamenti poco graditi o di vere e proprie molestie verbali?

«Ignorarle. Non dare corda alla persona che le proferisce e neppure risponderle a tono (anche se il più delle volte verrebbe voglia di farlo!). In genere la cosa si esaurisce in un paio di frasi. Quando però la situazione persiste, la persona diventa insistente e magari cerca di avvicinarsi, se avete il cellulare chiamate l’112. Anche se poi la pattuglia dovesse uscire per nulla, fatelo. A me è capitato e l’ho fatto. Non si sa mai. Se invece non avete il cellulare, fermatevi nel primo punto amico della famosa rete».

Ci sono dispositivi o tecnologie da avere con noi per proteggerci in caso di aggressione o comunque per aumentare la nostra sicurezza?

«Ci sono e possono rivelarsi molto utili all’occorrenza, anche se sono poche le donne che li utilizzano, perché sono spesso percepiti come un ingombro, un peso in più. Uno è lo spray al peperoncino, che ovviamente è da usarsi solo in caso di reale necessità, perché la sostanza che spruzza è molto urticante e mette la persona che si ha di fronte KO. Lo spray, per altro, può salvarci anche nell’eventualità di un’aggressione da parte di un cane feroce, perché lo fa fuggire immediatamente».

«Molto utili possono rivelarsi anche i dissuasori acustici che si trovano inseriti nei portachiavi, nei braccialetti, nei gilet da corsa o nei cellulari. Si attivano in caso di pericolo generalmente premendo un tasto, e danno l’allarme emettendo un suono forte abbinato talvolta a un segnale luminoso, richiamando l’attenzione delle persone presenti nella zona. Tutti questi dispositivi possono essere preziosi anche nella vita di tutti i giorni, basta pensare a quando si rientra a casa da sole o si porta il cagnolino a spasso la sera, oppure si parcheggia la macchina in zone isolate o poco sicure».

Servono i corsi di autodifesa?

«Un altro consiglio che mi sento di dare non solo alle runner, ma a tutte le donne, è di frequentare un corso di autodifesa. Seguire un percorso di questo tipo può consentire di affrontare eventuali situazioni critiche più preparate, sapendo come comportarsi. La nostra migliore difesa è però restare alla larga dalle situazioni pericolose. Anche se è una limitazione alla nostra libertà, va fatto».

Ma una poliziotta corre mai con la pistola?

«Io no, anche perché la nostra pistola d’ordinanza pesa 1,2 kg! Così pesante è impossibile da portare quando si corre. La mia “arma” di runner, come dicevo, è non correre mai a caso».

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Cosa possiamo fare di fronte ad apprezzamenti poco graditi o di vere e proprie molestie verbali?

«Ignorarle. Non dare corda alla persona che le proferisce e neppure risponderle a tono (anche se il più delle volte verrebbe voglia di farlo!). In genere la cosa si esaurisce in un paio di frasi. Quando però la situazione persiste, la persona diventa insistente e magari cerca di avvicinarsi, se avete il cellulare chiamate l’112. Anche se poi la pattuglia dovesse uscire per nulla, fatelo. A me è capitato e l’ho fatto. Non si sa mai. Se invece non avete il cellulare, fermatevi nel primo punto amico della famosa rete».

Ci sono dispositivi o tecnologie da avere con noi per proteggerci in caso di aggressione o comunque per aumentare la nostra sicurezza?

«Ci sono e possono rivelarsi molto utili all’occorrenza, anche se sono poche le donne che li utilizzano, perché sono spesso percepiti come un ingombro, un peso in più. Uno è lo spray al peperoncino, che ovviamente è da usarsi solo in caso di reale necessità, perché la sostanza che spruzza è molto urticante e mette la persona che si ha di fronte KO. Lo spray, per altro, può salvarci anche nell’eventualità di un’aggressione da parte di un cane feroce, perché lo fa fuggire immediatamente».

«Molto utili possono rivelarsi anche i dissuasori acustici che si trovano inseriti nei portachiavi, nei braccialetti, nei gilet da corsa o nei cellulari. Si attivano in caso di pericolo generalmente premendo un tasto, e danno l’allarme emettendo un suono forte abbinato talvolta a un segnale luminoso, richiamando l’attenzione delle persone presenti nella zona. Tutti questi dispositivi possono essere preziosi anche nella vita di tutti i giorni, basta pensare a quando si rientra a casa da sole o si porta il cagnolino a spasso la sera, oppure si parcheggia la macchina in zone isolate o poco sicure».

Servono i corsi di autodifesa?

«Un altro consiglio che mi sento di dare non solo alle runner, ma a tutte le donne, è di frequentare un corso di autodifesa. Seguire un percorso di questo tipo può consentire di affrontare eventuali situazioni critiche più preparate, sapendo come comportarsi. La nostra migliore difesa è però restare alla larga dalle situazioni pericolose. Anche se è una limitazione alla nostra libertà, va fatto».

Ma una poliziotta corre mai con la pistola?

«Io no, anche perché la nostra pistola d’ordinanza pesa 1,2 kg! Così pesante è impossibile da portare quando si corre. La mia “arma” di runner, come dicevo, è non correre mai a caso».

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di Getty Images
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PORTA IL CELLULARE CON TE

Nessuna runner dovrebbe doversi attrezzare per affrontare le molestie, ma spesso ha già con sé uno strumento per la propria sicurezza. Se corri col cellulare, assicurati che sia carico. Oltre a riprendere un eventualmente molestatore, puoi usarlo così:

TRACCIA TE STESSA. Scarica un’applicazione che permetta ai tuoi amici e alla tua famiglia di monitorare la tua posizione mentre sei fuori a correre e può inviare rapidamente un avviso ai tuoi contatti scelti se si verifica un incidente. In alternativa, chiama o manda un messaggio a un amico per fargli sapere che stai uscendo per una corsa e invia un pin con la tua posizione di partenza.

INVIA UN SOS. Controlla subito le funzioni di emergenza del tuo telefono. In questo modo non dovrai perdere tempo a capire come funzionano quando dovessi averne bisogno per mandare un messaggio di SOS ai numeri che hai selezionato.

CHIAMA UN AMICO. Se stai correndo in un’area che ti sembra poco sicura, o se avverti di essere seguita o che qualcosa ti minaccia, chiama qualcuno (o fai almeno finta di farlo, che può essere già qualcosa). Di a chiunque hai chiamato esattamente dove ti trovi e inizia una conversazione. Questo modo di comportarti comunicherà al molestatore che non sei veramente sola e che puoi facilmente ottenere aiuto.

FAI IL NUMERO D’EMERGENZA 1 1 2. Molte persone che hanno subìto molestie hanno raccontato che non avevano voluto chiamare l’112 perché pensavano che la cosa non fosse abbastanza seria. Come consiglia anche l’agente Ticli in quest’articolo, se il tuo istinto ti dice che qualcosa non va, che potresti essere in pericolo, non esitare a chiamare l’112. Appena ti risponderanno dalla centrale, comunica subito la tua posizione in modo che possano venirti in aiuto e che, si spera, la chiamata scoraggi il molestatore.