La sveglia alle quattro di mattina è la solita padellata in testa e arrivato in Piazza dei Signori, sotto il gonfiabile del via, non smetto di chiedermi a che ora essere qui oggi smetterà di sembrarmi una pessima idea. La risposta è "alle 5.01", cioè un minuto dopo che il patron Enrico Pollini ha dato il via all’Ultrabericus 100k, e io ho cominciato a sgambettare allegramente per le deserte vie di Vicenza, assieme ad un altro centinaio di disadattati che non hanno niente di meglio da fare, sul finire della notte dell'ultimo giorno di inverno, che imbarcarsi in una 100 chilometri km sui Colli Berici, pieni di quel giovanile entusiasmo, che solo le imprese assolutamente inutili sono in grado di regalare.

Per il primo mezzo chilometro ho l'onore di correre a fianco di Alessandra Boifava e al suo tintinnante campanellino attaccato allo zaino: io piuttosto che sorbirmelo per una giornata intera me lo ingoierei, ma a a lei invece deve fare un effetto ipnotico molto positivo, dato che chiuderà prima fra le donne e quinta assoluta. In ogni caso il campanellino non sarà un mio problema, dato che dopo aver deriso quelli che "partono troppo entusiasti a 4’38’’ al km", appena inizia la prima salita verso il Santuario della Madonna di Monte Berico, lei ingrana una marcia di cui io non dispongo, e scompare per sempre.
Superato il santuario, un po' alla volta finiscono le stradine, le case e i lampioni, e iniziamo a correre in quello che avanza della notte, con qualche uccellino che timidamente ci ricorda che la stagione sta per cambiare, un venticello fresco che ci tiene svegli, e i primi colori dell'aurora che rischiarano il cielo a levante. L'alba me la perdo, perché come spesso mi accade mi trovo al momento giusto nel posto sbagliato, ma è bello accompagnare nel brusio delle scarpette sul sentiero il giorno che inizia, e sentire le gambe che hanno voglia di trascorrere una giornata movimentata.

La partenza della Ultrabericus 100k ( )pinterest
F.Bruttomesso
La partenza della Ultrabericus 100k ( )

Il tracciato da 100 km ideato per festeggiare la decima edizione dell'Ultrabericus (che si doveva correre nel 2020, ma poi ci sono stati un po' di casini...) è molto più affascinante di quanto mi aspettassi. Ogni cinque minuti cambia la vegetazione, o la pendenza, o il fondo su cui si corre, e non c'è proprio da annoiarsi. Del resto su una distanza del genere, se ti sei allenato un po' seriamente, puoi provare a spingere abbastanza, e con le gambe e il cervello che si litigano il glicogeno e l'ossigeno disponibili, anche annoiarsi è un lusso che non si possono permettere in molti. E io sicuramente no.
Il cielo continua ad essere straordinariamente azzurro e l'aria frizzantina, mentre attraversiamo paesaggi dove è evidente che la primavera sale dal basso, dato che prati e sottobosco sono verdi e pieni di primule, violette e altri fiori di cui ignoro il nome, mentre sopra il mezzo metro di altezza è ancora tutto marrone e secco.

A San Donato la distanza classica dei 65 km è a metà strada, invece a noi i volontari si premurano di ricordare che "siamo solo al 40esimo"; invece di girare il timone e tornare verso Vicenza, il tracciato ci porta ancora a sud, verso le propaggini più meridionali dei Colli Berici, che non finiscono di sorprendermi con scorci e ambientazioni sempre diverse.
Attorno al sessantesimo chilometro mi sento in dovere di andare un pelo in crisi, ma mi passa prima di arrivare a pormi la classica domanda: "Ma chi me lo ha fatto fare???"... e ormai all’arrivo manca meno una maratona con un migliaio di metri di dislivello.
Sarei anche in gara e mi piacerebbe competere, ma non c'è molta gente in giro con cui farlo, visto che in tutta la seconda metà gara gli unici atleti che incontro sono un amico con cui facciamo tira e molla varie volte, due bolliti che supero in salita senza che oppongano la minima resistenza, e un polacco che ogni tanto appare poco più avanti, ma poi sparisce.

Ultrabericus ( )pinterest
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Ultrabericus ( )

È ormai pomeriggio da un po' quando mi passano prima la ragazza in testa alla staffetta mista, partita da non molto per la sua frazione e sbuffante come un mantice, e poi il detentore del record sul percorso classico e vincitore di lì a poco anche dell'edizione 2022, Christian Modena (lui non sbuffa affatto e sorride come sempre). Poi il nostro tracciato si allontana di nuovo da quello dei comuni mortali che corrono le distanze minori, e mi trovo di nuovo solo fra le primule e le violette, mentre il vincitore Roberto Mastrotto ha già tagliato il traguardo da un bel po' in meno di 10 ore, e la vincitrice, la mia amica col campanellino, pure, mettendoci neanche un’ora in più.

All'ultimo ristoro avvisto poco più avanti il polacco: dai che riesco a recuperare una posizione, qualunque essa sia! Lo supero mentre lui è fermo che finisce di ristorarsi e io mi limito ad arraffare un muffin in corsa, ma nella salita successiva mi piglia e mi stacca. Sorprendentemente in discesa si fa superare e sul successivo chilometro in piano riesco a tenermelo dietro. Sull'ultima salita lui riparte di slancio e io evito di provare a stargli attaccato, confidando che si pianti di nuovo nella discesa verso la città e nello sprint in centro. La salita però dura troppo perché io riesca a limitare sufficientemente i danni, e quando ripasso sotto il gonfiabile in Piazza dei Signori, nonostante io cerchi di lussarmi i femori o finire giù di faccia tirando come un matto sulle famigerate eterne scalette che scendono dal Santuario, il polacco è già arrivato da più di un minuto. Per la cronaca, lui al dodicesimo posto, io completamente sfatto.

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Ultrabericus ( )

Le classifiche

100 km – 4400 m D+

uomini

1) MASTROTTO ROBERTO - 9:47:26

2) CANESSA ALBERTO - 10:12:02

3) BONFANTE MARCO - 10:26:13

donne

1) BOIFAVA ALESSANDRA - 10:33:39

2) BOIFAVA FEDERICA - 11:33:53

3) TAGLIAPIETRA MARIALUISA - 13:02:19

65 km – 2500 m D+

uomini

1) MODENA CHRISTIAN - 5:30:08

2) PIZZATTI CHRISTIAN - 6:01:23

3) MORA NICOLA - 6:29:56

donne

1) MARAN VERONICA - 6:52:54

2) OSWALD CORNELIA - 7:32:56

3) SPANEVELLO GIULIA - 7:52:44

22 km – 750 m D+

uomini

1) GABRINI RICCARDO - 1:28:50

2) BELLON ANDREA - 1:36:30

3) SCATOLIN TIZIANO - 1:38:01

donne

1) CLERC MELINA - 1:43:59

2) POL GIULIA - 1:49:12

3) TONIOLO SOFIA - 1:52:24

Twin Lui&Lei - 65 km – 2500 m D+

1) MERLO STEFANIA / ZAMBON ALESSIO - 5:43:53

2) CECCHEL ERIKA / GARBUJO ALBERTO - 5:52:32

3) STOCCO ELISABETTA / CORÀ GIOVANNI - 5:56:47