Siamo alla vigilia della maratona di New York, per più di duemila runner italiani un sogno che si avvera. Tutti sono già volati oltreoceano, nella Grande Mela, e sono intenti nelle ultime rifiniture prima della partenza, alle prese col tradizionale ritiro del pacco gara e con quella voglia di corsa e paura che si mischiano prima del grande momento. Per qualcuno sarà l'esordio sulla distanza dei 42 chilometri, per altri sarà la prima volta tra i grattacieli di New York.

Non lo sarà per Daniele Meucci. Dopo le partecipazioni del 2013 e del 2018, l’azzurro Campione d’Europa a Zurigo nel 2014, torna ad affrontare la maratona a meno di tre mesi dei Campionati Europei di Monaco di Baviera, terminata al tredicesimo posto con il tempo di 2:14'22", primo tra gli azzurri in gara. Lo scorso anno era stato un altro azzurro, Eyob Faniel, a far sognare tutti gli appassionati di atletica tagliando il traguardo di Central Park al terzo posto assoluto.

Tra gli atleti amatori esordienti, anche due volti ben noti al pubblico italiano: Gabriele Corsi del Trio Medusa e il cantante Ghemon. Per entrambi sarà la prima sui 42K. E se il conduttore romano aveva già documentato sui propri canali social l'inizio della sua preparazione, con tanto di video registrati sulle strade di New York, Ghemon, all’anagrafe Giovanni Luca Picariello, 40 anni, ha voluto invece raccontarci direttamente emozioni e paure della vigilia.

Quali emozioni stai provando a pochi giorni dal via?

"Diverse emozioni. Le scorse settimane sono state prevalentemente di paura. Un mix tra ansie mentali e fisiche. Sentivo il corpo ancora stanco per il non-recupero dai lunghi e dagli sforzi più pesanti. E continuavo a pensare 'se sto così non ce la farò mai a finire'. Ma all'inizio di questa settimana ho avuto un cambio mentale. Ho voluto prendere coscienza del percorso per non arrivare al via del tutto impreparato e dal momento in cui l'ho fatto ho avuto più consapevolezza. Quando la sera stessa sono uscito a correre, è subentrata una proiezione naturale e ho immaginato già di essere a New York. Non mi sono neanche accorto lungo quali strade ho corso attraversando Milano. La paura è passata ed è iniziata subito una fase di accumulo di energia positiva. La parte più adrenalinica, quella più bella, che mi immaginavo già prima di iniziare tutto questo percorso".

Quindi ti senti pronto?

"Devo dire che in questi mesi ho fatto tutti i compiti con tantissimo impegno. Per quel che riguarda l’allenamento ho seguito tutto quello che mi è stato detto di fare (dal mio coach). Se sono preparato non lo so, lo capirò solo più avanti, essendo la mia prima volta sui 42K. Ma con la mia coscienza sono a posto. Mi sono prefisso diversi obiettivi: un tempo migliore per la giornata perfetta, un tempo (per me) accettabile e un tempo di cui sarei ugualmente contento. Comunque andrà sarà una grandissima esperienza. Se le difficoltà arriveranno le affronterò quando sarà il momento di farlo".

Come ti immagini la maratona di New York?

"L’ho sognata tante volte e so che sarà qualcosa di speciale. Qualche anno fa mi è capitato di avere un pass da giornalista per le finali NBA. In NBA i giornalisti possono entrare nello spogliatoio delle squadre fino a poco prima dell’inizio della partita. Ovviamente non è consentito scattare foto o fare video. In quella finale si sfidavano i Cleveland Cavaliers di LeBron James e i Golden State Warriors. Mentre mi trovavo lì, con loro, in una sorta di estasi, ho dovuto fotografare mentalmente tutto quello che potevo, per riuscire ad avere un ricordo nitido di ciò che stava succedendo. Ecco, la maratona di New York la immagino un po’ così: ci saranno punti, scorci, momenti, scene che rimarranno vivi solo nella mia testa, per me. Dovrò fotografare e registrare tutte quelle emozioni e ricordarmele per sempre. Questo è quello che mi aspetto di vivere lungo le strade di New York".

Correrai da solo o insieme a qualcun altro?

"Sarò insieme al mio manager e ad alcuni amici, ma partiremo tutti in corral diversi e con orari distinti. Solo uno dei compagni con cui mi alleno inizierà alla mia stessa ora, ma poco più dietro. Se riusciremo a trovarci lungo il percorso proveremo a fare almeno la prima parte di maratona insieme. Che sia prima o dopo, so che poi la sfida sarà personale, e non vedo l’ora che arrivi quel momento".