Correndo nell’aria sottile – di Michael Crawley. Traduzione di Paolo Falcone. 228 pagine. 2022 – Add editore. Prezzo: 18.


Due sono le passioni di Michael Crawley. All’autore scozzese piace studiare l’essere umano. E piace correre. Unendo queste due attività, in apparenza indipendenti tra loro, Crawley sta vivendo la vita che sognava da bambino. È antropologo di professione e maratoneta per passione. In questo percorso, dove sogni, progetti, esperienze personali sono un tutt’uno, Crawley ha conosciuto l’Etiopia.

Non è certo il primo autore appassionato di corsa che raggiunge il paese africano. Tra gli altri, lo ha fatto anche Mauro Covacich, come racconta in Sulla Corsa (La Nave di Teseo, 2021).

Crawley ha lasciato le colline della Scozia e per un anno e mezzo ha vissuto in Etiopia, si è allenato con gli etiopi, che vivono la corsa come elemento centrale delle proprie giornate. Lì la corsa è un mezzo di trasporto, una forma di cultura, di trasmissione del sapere. A bordo del passo di corsa, in Etiopia si compiono molti degli atti della vita sociale di una comunità. Forse è difficile da immaginare per noi occidentali. E, da buon antropologo, Micheal Crawley si è posto un sacco di domande.

Ecco il suo libro Correndo nell’aria sottile, pubblicato in Italia da Add editore, con la traduzione di Paolo Falcone.

Correndo nell'aria sottile. Magia e saggezza dei corridori degli altipiani etiopi

Correndo nell'aria sottile. Magia e saggezza dei corridori degli altipiani etiopi

Un libro che somiglia a un diario di viaggio, di esperienze, di nuove prospettive sulla corsa. Ma pure sull’individuo, sull’identità e sull’essere parte di una comunità. Ci si ritrova a leggere il racconto di un mondo dove visioni, miti, leggende, spiriti si alternano ad allenamenti, sfide, destini incrociati e grandi imprese. La corsa come mezzo per emanciparsi, entrare nel numero di coloro che ce l’hanno fatta. Ma anche come porta di connessione con la propria spiritualità e il ritmo del vivere. In effetti, ritmo potrebbe essere il vocabolo che più riassume queste pagine. Quasi un’ossessione, di certo un modo per lenire gli spigoli della vita.

“Questo libro tocca il cuore e l’anima della corsa in Etiopia”, ha detto Haile Gebrselassie, l’icona vivente della corsa etiope, che curiosamente si incontra anche nelle pagine del libro di Covacich, in una staffetta ideale, tra runner europei che osservano come si corra in Africa.