Siamo ancora a inizio stagione della pista, certo. I grandi “missili” inizieranno a “sparare” tra Yokohama e Rabat nelle prossime due domeniche. Però, al momento, fa davvero strabuzzare gli occhi guardare le liste dei migliori tempi del 2023 e vedere che, gli atleti più veloci del mondo, sono africani.

Iniziamo a cancellare dalla lavagna l’equazione "Africa = Maratona", il risultato è sbagliato. Sì, perché al momento l’uomo più veloce del mondo è il keniano Ferdinand Omanyala, 27 anni, tra i top sprinter mondiali ormai da qualche stagione. A Nairobi lo scorso 13 maggio ha messo in fila tutti correndo in 9'84". È il campione dei Giochi del Commonwealth, ha un personale di 9'77" corso due anni fa (record africano) ed è stato semifinalista ai Giochi di Tokyo e ai Mondiali di Eugene. Riuscirà quest’anno a trovare almeno la finale mondiale?

I venti africani soffiano ancora più veloci nei 200 metri. L’attuale numero uno al mondo è il ghanese James Dadzie, che il 29 aprile in Texas ha corso in 19'79". Il campione mondiale juniores Letsile Tebogo, atleta del Botswana, ha segnato 19'87" sulla pista della capitale Gaborone, mentre terzo è il nigeriano Udodi Chudi Onwuzurike con 19'91" corso in California. Tra i top mettiamoci anche i liberiani Emmanuel Matadi (20'07") e Jospeh Fahnbulleh (20'14"), lo zimbabwese Tapiwa Makarawu (20'10") e l’ugandese Tarsis Gracious Orogot (20'18").

Sono tutti atleti che (escluso al momento Tebogo) vivono, studiano e si allenano nei college americani, dove riescono a esprimersi al meglio. Se i loro paesi d’origine non hanno i mezzi tecnici per sviluppare il loro talento, ci pensano gli Stati Uniti a creare i velocisti del futuro, per la gioia dei college e del loro miliardario campionato (NCAA). Continueranno a farlo se un giorno gli africani saliranno sui podi olimpici e mondiali al posto degli americani? Come dire, un “effetto Serie A”, dove gli italiani non ci sono più e l’Italia non si qualifica per i Mondiali.

Anche nei 400 metri guida un africano. È lo zambiano Muzala Samukonga, 20 anni, già sotto l’iconico muro dei 44 secondi con la cavalcata vincente sulla pista di Gaborone in 43'91" lo scorso 29 aprile.

Tra le donne si allarga la platea delle protagoniste. Nei 100 metri brilla ancora la velocista della Costa d’Avorio Marie-Losée Ta Lou (35 anni), arrivata a 10'78" ma già tre volte sui podi mondiali. Il nome nuovo è però la caraibica di Santa Lucia Julien Alfred, che sta crescendo sulla pista dell’Università del Texas. Argento nei Commonwealth dell’anno scorso, in questa stagione ha già corso in 10'84" i 100 e in 21'91" i 200 metri, la migliore al mondo.

E l'Italia?

L’Italia per ora resta a guardare. A parte Filippo Tortu che ha già esordito a Nairobi nei 200 metri con un promettente 20'30", il resto della pattuglia azzurra sta ancora scaldando i motori. Primi appuntamenti internazionali, Savona mercoledì 24 maggio e Grosseto domenica 28 maggio. Due buone occasioni per inseguire il resto del mondo, che è già in fuga.