Un tempo l'avrebbe vissuto come il peggiore degli incubi, subire un grave infortunio a poche settimane dai Giochi Olimpici, l'appuntamento più importante della carriera di un atleta.
Sicuramente Usain Bolt non avrà preso bene la rottura del tendine d'Achille rimediata a Londra durante una partita di calcio benefica, ma per fortuna le Olimpiadi per lui sono solo un lontano - e piacevole ricordo- e già prima di questo incidente le avrebbe viste dalla televisione, magari incrociando le dita che i suoi strabilianti record del mondo nei 100 e 200 metri non venissero battuti (Noah Lyles è avvertito).
Usain Bolt, l'assist a Del Piero e l'infortunio
È stata una brutta serata per Bolt, lo sprinter più veloce della storia, quella del "Soccer Aid For Unicef", la partita di calcio dai risvolti benefici che ha visto in campo ex calciatori e celebrità dello sport e dello spettacolo.
E pensare che per il giamaicano, da sempre grande ammiratore del mondo del pallone, l'evento, a cui partecipa dal 2018, era iniziato nel migliore dei modi con un perfetto assist per Del Piero.
Usain Bolt e il siparietto con Gatlin
Poi la nottata ha preso una piega diversa, terribile: il giamaicano tornato in difesa ha subito la rottura del tendine d'Achille, uscendo dal campo in barella. Sui social, l'otto volte campione olimpico ha dato la diagnosi ufficiale postando una foto in stampelle e con la gamba ingessata: "Tendine d'Achille distrutto, ma so di essere un guerriero".
A rispondergli è stato il rivale e amico di sempre, Justin Gatlin che ha ricordato con un commento come la loro carriera sia finita da tempo e ora da atleti "siamo in pensione". L'evento andato in scena a Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea, è stato un successo con ben 15 milioni di sterline raccolti che verranno devoluti all'Unicef. Tutto bene e quel che finisce bene, eccezion fatta per il tendine del povero Bolt.