Emozioni infinite nella pedana dell’alto con Gianmarco “Gimbo” Tamberi che vola sul tetto del mondo conquistando una meravigliosa medaglia d’oro per l’Italia grazie alla misura di 2,36 superata al primo tentativo.

Il capitano azzurro, campione olimpico in carica, si aggiudica così l’unica medaglia d’oro, quella iridata all’aperto, che ancora mancava nel suo straordinario palmares.

E pensare che per Tamberi la gara non era cominciata nel migliore dei modi, con un errore subito a quota 2,25 recuperato al secondo tentativo. Quando però l’asticella sale a 2,29 Gimbo non sbaglia più. La supera alla prima prova come Barshim, Potye, Harrison e Woo, e sempre alla prima prova supera anche i 2,33.

A questo punto per il podio diventa decisiva la misura di 2,36. Tutti gli avversari sbagliano al primo tentativo, ma non Gimbo, che vola sull’asticella e la supera senza sfiorarla balzando in testa alla classifica.

Al secondo tentativo riesce a superare i 2,36 anche JuVaughn Harrison, ma ormai i giochi sono fatti. Per lo statunitense è medaglia d'argento, mentre il bronzo va all'amico-rivale di sempre Mutaz Barshim (2,33). Dodicesimo l'azzurro Marco Fassinotti (2,20).

Per l’Italia quella di Tamberi è la terza medaglia di questi Mondiali dopo l’argento di Leonardo Fabbri nel peso e il bronzo di Antonella Palmisano nella marcia.

Record italiano per una scatenata Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli

Ayomide Folorunso è una forza della natura, ma questa volta supera davvero se stessa scendendo per la prima volta in carriera sotto i 54 secondi nei 400 hs. Il suo 53”89 non solo le apre le porte della finale, ma rappresenta anche il nuovo primato italiano della specialità che migliora di 33 centesimi il precedente record di 54”22 che le apparteneva.
“Oggi sui blocchi ero tranquilla, ma determinata a dare il meglio di me perché volevo uscire a testa alta da questi Mondiali, senza rimpianti - spiega Folorunso -. Sapevo che per agguantare la finale bisognava essere coraggiosi, oggi avevo questa mentalità e sono contentissima”.
Niente da invece fare per Rebecca Sartori; per lei un ottavo posto in 55”98 all’indomani del 54”82 con cui aveva migliorato il personale.

Negli 800 volano in semifinale Barontini e Tecuceano, ma che classe Pernici

Nelle sette batterie degli 800 metri passano i primi tre di ciascuna batteria più i tre migliori tempi. Dei tre azzurri in gara centrano la semifinale Simone Barontini e Catalin Tecuceanu, mentre la sfiora solamente il giovane Francesco Pernici, alla sua prima esperienza in Nazionale assoluta.

Nella prima batteria Catalin Tecuceanu interpreta al meglio la sua gara. Rimane sempre attaccato ai primi che passano in 51”40 ai 400, per poi concludere terzo in 1’45”31 alle spalle del keniano Emmanuel Wanyonyi (1’44”92) e del francese Gabriel Tual (1’45”10), agguantando così il pass per la semifinale.
“Questo risultato è una bella soddisfazione dopo una stagione cominciata in salita - racconta Tecuceanu -. Oggi ho corso bene, sono stato attento a controllare tutto quanto avveniva intorno a me e a non farmi superare alla fine da Masalela. In semifinale darò il 100%, perché a questo punto voglio la finale”.

Gara all’attacco anche per Simone Barontini impegnato nell’ultima batteria. Il marchigiano corre con autorevolezza transitando nel gruppo di testa ai 400 metri in 51”7 ed è poi protagonista di un gran 100 metri finale che lo porta a recuperare posizioni e a tagliare il traguardo in seconda posizione col tempo di 1’45”21, preceduto solo dal canadese Arop (1’45”05).
“Ho corso bene e con lucidità, pensando soprattutto a difendere la terza posizione che mi avrebbe garantito la semifinale - dice Barontini -. Adesso recupero e punto alla finale. Peccato per Francesco (Pernici, ndr), che ha fatto una bellissima gara. Ha dimostrato di avere coraggio da vendere e darà sicuramente filo da torcere a tutti in futuro”.

Non passa infatti il turno Francesco Pernici ma si prende gli applausi di tutti gli appassionati del mezzofondo il giovane atleta camuno, che quando si accorge che il ritmo impostato dagli avversari è lento, con grande senso tattico si porta senza esitazioni al comando al suono della campana e prova a dettare il ritmo fino al traguardo. La rimonta degli avversari lo relega al 4° posto finale, ma con un crono 1’45”89 e la soddisfazione di un esordio di classe.
“Ovviamente mi spiace di non essere riuscito a centrare la semifinale – commenta -, ma sapevo che avrei corso con atleti fortissimi. È stata comunque una bellissima esperienza e sono certo che in futuro questo sarà il mio palcoscenico sugli 800”.

Gli altri risultati della giornata

Da il meglio di sé Ludovica Cavalli nella finale dei 1.500. La mezzofondista genovese dell’Aeronautica Militare è protagonista di una gara coraggiosa che la vede rimanere nel gruppo fino all’inizio dell’ultimo giro, quando le avversarie s’involano a un ritmo per lei inarrivabile. Conclude undicesima in 4’01”84, record personale e tempo che le vale anche il minimo olimpico. Sul podio salgono la keniana Faith Kipyegon (3’54’87”), l’etiope Diribe Welteji (3’55”69) e l’olandese Sifan Hassan (3’56”00).

Va al Marocco l’oro nella gara dei 3.000 siepi. Il campione olimpico Soufiane El Bakkali conquista il suo secondo titolo mondiale consecutivo vincendo in 8’03”53 davanti al recordman mondiale, l’etiope Lamecha Girma. Bronzo per il keniano Abraham Kibiwot (8’11”98).
“Sono arrivato pronto e preparato e sapevo di poter vincere. Questa medaglia mi dà ulteriore motivazione per i Giochi Olimpici di Parigi. Voglio vincere anche lì", ha raccontato El Bakkali.

Chiude dodicesima l’azzurra Daisy Osakue nella finale del disco. Nella gara vinta dalla statunitense Laulaga Tausaga con la misura di 69,49 (record personale), la primatista italiana si ferma a 61,13.

Nelle semifinali dei 400 il più veloce è il giamaicano Antonio Watson con 44”13, ma con 44”26 il britannico Matthew Hudson-Smith stabilisce il nuovo record europeo. Quello vecchio, lo storico 44”33 del tedesco Thomas Schoenlebe, resisteva da 36 anni. Eliminato Davide Re, quarto nella sua semifinale in 45”29.