Ci hanno emozionato, inchiodati per ore di fronte al televisore, ne abbiamo ammirato le doti atletiche, la tempra mentale, la capacità di soffrire, di provare ad andare oltre il limite. Chi ama questo sport, si sa, è pronto ad accalorarsi per questioni di millesimi e centimetri e passerebbe ore a sgranare un “rosario" composto da risultati, tempi e statistiche ottenuti dai suoi protagonisti.
Loro - i campioni che si sono resi protagonisti della stagione appena conclusa - ora sono stati selezionati da una giuria internazionale di esperti composta da rappresentanti delle diverse aree continentali dell'atletica mondiale, sulla base delle prestazioni ottenute ai recenti campionati mondiali di Budapest, nei meeting e nelle gare più importanti certificate da World Athletic.
Via alle votazioni
Fatto interessante, la definizione dei finalisti quali Atleti Mondiale dell’Anno, sarà il risultato di un processo di votazione misto che sommerà ai voti del World Athletics Council e della World Athletics Family quelli di semplici appassionati e tifosi di tutto il mondo che potranno esprimere online la loro preferenza tramite le piattaforme di social media di World Athletics, dove un “mi piace” (o un retweet nel caso di X) conterà come un voto.
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Il voto del World Athletics Council conterà per il 50% del risultato complessivo, mentre i voti della World Athletics Family e quelli del pubblico incideranno sul verdetto finale ciascuno per il 25%. Dalle votazioni, che si chiuderanno a mezzanotte di sabato 28 ottobre, emergeranno i cinque finalisti donne e cinque uomini che saranno annunciati da World Athletics il 13 e 14 novembre. L’atto finale, ovvero la proclamazione dei vincitori, è fissata per l'11 dicembre.
I candidati maschili
Queste le nomination maschili (in ordine alfabetico): Neeraj Chopra (IND), giavellotto. Vincitore in apertura di stagione a Doha e alla Diamond League di Losanna, si è laureato campione del mondo a Budapest. Dopo un secondo posto al meeting di Zurigo e ad Eugene e ha mantenuto il titolo ai Giochi Asiatici di Hangzhou.
Ryan Crouser (USA), lancio del peso. I momenti migliori della sua stagione sono rappresentati dal record mondiale assoluto (23,56 metri), ottenuto al Gran Premio USATF di Los Angeles, che migliorava il precedente. Ai Campionati del mondo di Budapest, nonostante un infortunio, ha lanciato a soli 5 centimetri dal suo stesso record stabilito pochi mesi prima, chiudendo l’anno con un secondo posto alla finale della Diamond League a Eugene.
Mondo Duplantis (SWE), salto con l'asta. Ha migliorato il record mondiale ben sette volte, portandolo a 6,22 metri indoor a Clermont-Ferrand a febbraio e poi a 6,23 metri alla finale della Diamond League a Eugene, a settembre. Salito di sei metri o più per un totale di 14 volte durante la stagione, ha conservato la sua corona mondiale anche a Budapest.
Soufiane El Bakkali (MAR), 3000 metri a ostacoli. Imbattuto in cinque finali nel corso della stagione il 27enne marocchino ha migliorato il suo record in casa, a Rabat, portandolo a 7:56.68. Dopo le vittorie a Stoccolma e in Slesia, si è aggiudicato il titolo mondiale a Budapest concludendo il suo anno con un'altra vittoria sul circuito della Diamond League, a Xiamen.
Jakob Ingebrigtsen (NOR), 1500 metri/miglio/5000 metri. Dopo la doppietta del titolo europeo indoor nei 1500 e 3000 metri ottenuta a Istanbul, a Budapest si è confermato campione mondiale sui 5000 metri piani e medaglia d’argento sui 1500. Al Prefontaine Classic di Eugene è stato oro sul miglio e sui 3000, portandosi al terzo posto nelle liste mondiali di tutti i tempi per ciascuna disciplina.
Kelvin Kiptum (KEN), maratona. Detentore, in soli dieci mesi, di tre dei sei tempi più veloci della storia, si è aggiudicato le maratone di Londra e Chicago, primo atleta a scendere sotto le 2h:01 (2:00:35) migliorando di 34 secondi il record del mondo e spodestando il connazionale Kipchoge.
Pierce LePage (CAN), decathlon. Ad inizio stagione ha vinto l'Hypomeeting di Gotzis con 8700 punti, terzo miglior punteggio della sua carriera ottenendo, nel corso dell'anno, record personali in quattro gare individuali - 100 metri, 110 ostacoli, lancio del peso e giavellotto - nonché nel decathlon. A Budapest ha vinto il titolo mondiale con 8909 punti.
Noah Lyles (USA), 100/200 metri. Campione del mondo a Budapest nei 100 (record personale di 9,83), 200 metri e 4x100 metri piani, in una stagione iniziata con una vittoria nei 60 metri e un PB a Boston, conclusa con un secondo posto nei 100 metri alla finale della Diamond League a Eugene. Ha registrato tre dei quattro tempi più veloci dell'anno attestandosi come uno dei migliori velocisti di tutti i tempi.
Alvaro Martin (ESP), marcia. Il marciatore spagnolo, laureatosi campione mondiale di marcia sui 20 km a Budapest, dopo soli 5 giorni ha bissato il titolo conquistando l’oro anche nei 35 km. Martin ha migliorato i suoi PB su entrambe le distanze, portando il suo record sui 20 km a 1:17:32 e quello sui 35 km a 2:24:30.
Miltiadis Tentoglou (GRE), salto in lungo. Dopo il trionfo olimpico a Tokyo ha ottenuto il titolo mondiale anche a Budapest saltando 8,52 metri, prestazione preceduta da un 8,30 lo scorso marzo agli Europei indoor di Instanbul e da un oro ai Giochi europei di Chorzów con 8,34 metri.
Karsten Warholm (NOR), 400 metri ostacoli/400 metri. Penalizzato nel 2022 da un infortunio che lo ha confinato al settimo posto ai Campionati del mondo in Oregon, nel 2023 a Budapest si è riscattato aggiudicandosi il terzo titolo mondiale con una prestazione di tutto rispetto (46,89), stagione culminata con il titolo europeo dei 400 metri indoor (45"35) a Instanbul. Possiede quattro delle sette migliori prestazioni di tutti i tempi.
Chi la spunterà al femminile?
Queste, invece, le nomination femminili (sempre in ordine alfabetico): Tigist Assefa (ETH) maratona. La 29enne etiope si è aggiudicata la maratona di Berlino stabilendo il record mondiale della specialità in 2h11:53. Partita al di sotto del ritmo del record mondiale, è via via cresciuta passando alla mezza in 1:06:20 e ipotecando la vittoria finale con parziali record tra il 25 e il 35 km, aumentando il ritmo nelle fasi finali.
Femke Bol (NED), 400/400 metri ostacoli. Campionessa mondiale a Budapest sia nei 400 metri piani che a ostacoli, si è aggiudicato anche un oro agli Europei Indoor di Instanbul sia sui 400 metri piani che nella staffetta 4x100 e ai Giochi europei di Chorzów. Ha concluso la stagione vincendo il titolo della Diamond League a Eugene, rimanendo sotto i 52 secondi.
Shericka Jackson (JAM), 100/200 metri. Nel 2023 la giamaicana ha consolidato la sua leadership a livello mondiale laureandosi campionessa del mondo nei 200 metri (21,41, secondo tempo più veloce della storia) e argento a Budapest nei 100 metri, confermandosi una delle migliori velociste di tutti i tempi. Alla finale della Diamond League a Eugene, ha vinto su entrambe le distanze in 10,70 e 21,57, prima donna nella storia a scendere sotto i 21.60 tre volte in una stagione.
Faith Kipyegon (KEN), 1500m/miglio/5000m. È campionessa del mondo nei 1500 metri, distanza di cui detiene il record mondiale ottenuto al meeting della Diamond League a Firenze (3:49.11) seguito, ad una settimana di distanza a Parigi, da quello stabilito sui 5000 grazie ad un sensazionale chilometro finale che l'ha portata al traguardo in 14:05.20.
Haruka Kitaguchi (JPN), giavellotto. La lanciatrice giapponese quest’anno si è definitivamente consacrata come numero uno al mondo grazie ad una stagione iniziata con un record mondiale di 64,50 metri in casa, a Hiroshima, vincendo il meeting della Diamond League a Parigi e poi battendo il suo record nazionale con 67,04 metri in Slesia. Una serie di vittorie che ha incluso l'oro ai Campionati del mondo, grazie ad un lancio finale di 66,73 metri.
Yaroslava Mahuchikh (UKR), salto in alto. Confermatasi campionessa europea a inizio anno si è aggiudicata l’oro anche ai Mondiali di Budapest, vinto saltando 2,01 metri. Dopo aver eguagliato il record mondiale di 2,02 metri a Xiamen, ha concluso la sua stagione vincendo la finale della Diamond League con un nuovo record mondiale di 2,03 metri. A conti fatti, 15 vittorie su 17 gare.
Maria Perez (SPA), marcia. La voglia di riscattarsi dopo due squalifiche tecniche a Mondiali ed Europei dello scorso anno ha dato i suoi frutti nel corso dell’anno, in cui ha prima infranto il suo record nazionale sui 20 km e due mesi dopo quello mondiale sui 35 km (2:37:15), vincendo i Campionati Europei a squadre. Primati confermati a Budapest, dove ha fatto suoi il titolo su entrambe le distanze.
Gudaf Tsegay (ETH), 5000/10.000 metri. Partita fortissimo a inizio anno con tre vittorie su tre gare indoor, a Budapest si è aggiudicata l’oro sui 10.000 metri dopo una combattutissima finale vinta sul filo di lana, complice una caduta della diretta rivale. Fermata qualche settimana per un infortunio durante la finale sui 5000, si è rifatta alla finale della Diamond League a Eugene, infrangendo il record mondiale con uno straordinario 14:00.21.
Sha'Carri Richardson (USA), 100/200 metri. Tre medaglie, due delle quali d'oro sono un bottino niente male per una debuttante ai Mondiali. È quanto ha realizzato la velocista texana che, nonostante una poco favorevole nona corsia, nella finale di Budapest sui 100 metri ha sbaragliato la concorrenza imponendosi in 10,65. Bronzo nei 200, ha lasciato il segno anche nella 4x100 chiusa in 41.03, oro e quarto tempo più veloce della storia.
Yulimar Rojas (VEN), salto triplo. Nonostante le ottime premesse stagionali, (vittorie a Madrid e Oslo) la detentrice del record mondiale a Budapest ha rischiato di fallire proprio al Mondiale, solo ottava prima del salto finale, salvo agguantare l’oro grazie ad un eccezionale 15,08, suo quarto titolo mondiale consecutivo. Una settimana dopo ha vinto a Zurigo per poi finire l’anno con il titolo della Diamond League a Eugene.
Winfred Yav (BRN), corsa a ostacoli 3000 metri. Quarta agli ultimi due Campionati del mondo, la keniota naturalizzata bahreinita ha finalmente vinto il titolo mondiale a Budapest facendo segnare un PB di 8:54.29, dopo aver dominato l’intera stagione in cui ha vinto quasi tutte le gare a cui ha partecipato, incluso il titolo della Diamond League a Eugene e i Giochi Asiatici di Hangzhou.