Torniamo con i piedi per terra, anzi nel fango. I Campionati Europei di corsa campestre di Bruxelles restituiscono un ruolo secondario all’Italia nella specialità del cross. Dopo i due titoli e i due argenti dell'anno scorso in casa a Venaria Reale, stavolta i prati e (soprattutto) il fango del Parco di Leaken ci rispediscono ai confini dell’impero dove domina la Gran Bretagna. I sudditi di Re Carlo si prendono 11 medaglie di cui 7 d’oro (3 individuali e 4 a squadre).
L’Italia salva la spedizione con Nadia Battocletti, splendida seconda nella gara senior, ma tutti gli altri navigano su scialuppe di salvataggio. Nessuno, uomo o donna, entra nei primi 10 nelle tre categorie (senior, under 23 e under 20), le donne sono 5° nella classifica a squadre. Yeman Crippa illude, la staffetta è la copia sbiadita dell’anno scorso. Urge cambio di direzione.
Nadia Battocletti, la migliore degli azzurri
Il sogno del primo titolo da senior per Nadia Battocletti dura circa tre chilometri. La campionessa in carica Karoline Grovdal non conosce ostacoli, fango né avversarie. Subito davanti a fare selezione, dopo 14 minuti di gara è già in testa da sola con vantaggi nell’ordine dei 15 e 30 secondi. Al suono della campana Nadia Battocletti si presenta appena dietro alla britannica Abbie Donnelly, l’ultima a staccarsi dalla norvegese Grovdal. La trentina ha saputo gestire meglio lo sforzo e con buon passo supera la britannica, in seria difficoltà.
Davanti Grovdal fila via sorridente fino al traguardo con un vantaggio di 49 secondi sull’azzurra. Promozione a pieni voti per Battocletti: impossibile fare meglio della norvegese, 33 anni, al terzo successo consecutivo (decima medaglia) e sempre sul podio dal 2015. Incredibile 4° posto per l’irlandese Fionnuala McCormack: 39 anni, 18° partecipazione (record femminile) dopo aver corso (con il minimo olimpico) la Maratona di Valencia di sette giorni fa. Valentina Gemetto e Anna Arnaudo chiudono 25° e 28°, l’Italia a squadre è 5°.
Il fango inghiotte l'Italia
Yeman Crippa morde senza azzannare e lascia presto la presa. Troppo forti gli avversari in una gara resa ancora più difficile da un fondo ormai scavato nel fango dopo tutte le prove già corse. Appuntamento con la vittoria tra i senior rinviato all’anno prossimo o forse a mai, se la maratona prenderà il primo posto nei suoi obiettivi. Davanti si mettono in testa in tre, Crippa sembra risalire con calma e pazienza centellinando le forze, ma nel terzo giro il francese Schrub, il norvegese Myhre e il britannico Milner viaggiano a un ritmo insostenibile.
Crippa si stacca dopo essere risalito fino alla 7° posizione, Schrub se ne va al 7° km e al suono della campana si capisce che l’oro è già assegnato. Yann Schrub, 27 anni e 7° a Venaria Reale arriva a braccia alzate, mentre la volata dietro premia il norvegese Magnus Myhre sullo scatenato belga Robin Hendrix. I padroni di casa vincono il titolo a squadre sulla Francia campione in carica, terza la Norvegia senza Jacob Ingebrigtsen ma con il fratello Henrik 12°. Yeman Crippa chiude 13°: mai così male tra i senior dopo il ritiro di Dublino 2021. Luca Alfieri taglia il traguardo 29°, Iliass Aouani 49° e Pasquale Selvarolo 50°. A squadre, Italia è mestamente 8°.
La staffetta non si conferma
La staffetta mista 4x1500 parte all’insegna della fantasia al potere. Nessun ordine di frazione stabilito, si corre a scelta con uomini o donne. Ne fa le spese lo spettacolo: la corsa è sfida tra forze comparabili. L’Italia si presenta da campione e con serie ambizioni di bis. L'eredità di Venaria Reale continua con Pietro Arese e Gaia Sabbatini, nel frattempo sono entrati in squadra Marta Zenoni e Mohad Abdikadar, che sostituisce a sua volta Ossama Meslek (mal di gola).
Si cambia tutto rispetto all’anno scorso e in prima frazione c’è la Sabbatini, strategia che viene seguita anche da Francia e Olanda che mettono al lancio una donna. La Gran Bretagna (uomo-donna-uomo) fa il vuoto, l’Italia arranca nelle retrovie senza mai pungere nelle prime due frazioni. Zenoni recupera qualche posizione nella terza e lancia Pietro Arese, ma davanti il distacco è incolmabile. Gli uomini di Francia e Olanda si lanciano in caccia della britannica Khahisa Mhlanga e colmano il gap a un centinaio di metri dall’arrivo, quando il francese Alexis Miellet lascia sul posto l’olandese Maureen Koster. Arese chiude quarto, lontano dalle medaglie e dalla sufficienza per la staffetta azzurra. Un brutto passo indietro rispetto all’impresa di Torino.