Quando lo sport vince in tv, non possiamo che esserne contenti. Mercoledì sera, la prima puntata de “I Fantastici 5” su Canale 5 ha registrato un audience di 3.015.000 spettatori e uno share del 17,5%. Beh, davvero niente male per un prodotto originale che parla non solo di sport, ma di sport paralimpico. Possiamo dire che la tv italiana ha fatto non uno, ma due passi in avanti.
I “fantastici” sono cinque giovani atleti con diverse disabilità che devono preparare i Campionati Europei, ciascuno con i propri problemi e fantasmi. Il loro allenatore, Riccardo Bramanti, è interpretato da Raoul Bova, mentre la regia è della coppia Alexis Sweet e Laszlo Barbo, con il primo già dietro le telecamere di successi come Don Matteo o L’Isola di Pietro. Insomma, una produzione di altissimo livello.
I Fantastici 5, chi ha allenato i protagonisti?
Eh sì, perché quando lo sport finisce sullo schermo c’è un problema in più per gli attori: devono anche diventare atleti.
La loro preparazione è stata affidata a Stefano Ciallella, ex siepista e oggi tecnico della sezione paralimpica delle Fiamme Azzurre, e al milanese Marco La Rosa, ex velocista e oggi tecnico e preparatore atletico.
Con Marco La Rosa “dietro le quinte” della fiction I Fantastici 5.
“Ho seguito la preparazione di Nina Rima, che interpreta Greta, amputata a una gamba, e di Enea Barozzi, che interpreta Elia, atleta con una cerebro lesione che ne limita i movimenti”. Nina è una giovane star dei social alla prima esperienza televisiva, mentre Enea è già un attore con tante esperienze tra cinema e tv.
Marco La Rosa, 51 anni, ha dovuto mettere in campo tutta la sua esperienza, sia come preparatore di atleti azzurri (Lorenzo Vergani, Giulia Riva, Edoardo Accetta) che come allenatore paralimpico internazionale, responsabile della squadra del Senegal e presente alle Paralimpiadi dal 2004 al 2016.
“Abbiamo avuto un paio di mesi per la preparazione atletica, trovandoci un paio di volte a settimana. Con Nina, che non aveva mai corso, siamo partiti dall’inizio, con nuove protesi. Con Enea invece abbiamo fatto il percorso inverso. Lui non è disabile e ha dovuto imparare a muoversi come fanno gli atleti con i problemi fisici del suo personaggio.
Per fare questo abbiamo fatto come Dustin Hoffman per Rain Man: siamo andati a imparare dai migliori. Enea ha osservato come corre Emanuele Muratorio, un mio atleta paralimpico (categoria T38). Stando con lui abbiamo costruito l’atleta paralimpico Elia: la posizione delle braccia, l’ondulamento del corpo, la corsa basculante.
E’ stato bello costruire da zero una ragazza che non aveva mai corso, ma è stato bellissimo prendere un normodotato e farlo correre come un disabile. Con noi si è preparata anche Alessia Donizetti, un’altra atleta amputata che ha fatto sia da comparsa che da controfigura”.
Le scene di gara sono state girate nell’impianto indoor di Ancona, sulla pista di Tivoli e su quella di Grosseto, dove si svolgono i Campionati Europei.
“In ogni campo abbiamo preso atleti del posto da usare come concorrenti, che abbiamo dovuto formare prima delle riprese per farli sembrare atleti paralimpici. Ad Ancona è stato molto divertente perché c’erano tre atleti veri, tra cui Alessandro Moscardi, un 400ista tra i migliori d’Italia: hanno dovuto reimparare a correre!”.
“A Grosseto invece hanno partecipato sia ragazzi che hanno ricoperto ruoli paralimpici sia atleti realmente paralimpici. A Tivoli poi, dove si corre la staffetta, compaio anch’io in una scena per pochi secondi”.
“Sempre nella pista indoor di Ancona c’è stato uno dei momenti più forti. Il personaggio di Elia doveva girare una scena molto emotiva ai blocchi di partenza. E’ stata una scena così intensa che il regista è rimasto spiazzato, mentre le duecento persone presenti come comparse nel pubblico in tribuna si sono alzate in piedi ad applaudire”.
Insomma, tutta la storia è un continuo intreccio tra reale e finzione. E voi, sarete in grado nelle prossime puntate di riconoscere gli atleti paralimpici veri dagli attori? La sfida è aperta.