Metteteci un sole caldo primaverile, uno scenario dal sapore quasi leggendario con partenza e arrivo al Duomo, un tifo mai visto prima e avrete la sintesi della ventiduesima edizione della maratona più veloce d’Italia: la Maratona di Milano.

Dopo un inverno e un inizio di primavera piuttosto piovosi, eccolo che arriva uno dei nemici dei runner: il primo caldo, al quale è sempre difficile abituarsi da subito.

14/15 gradi già alle 8.30 (orario del via) e l’atmosfera che si respira è frizzantissima per il forte entusiasmo degli atleti e dell’ambiente che li circonda.

Dalla partenza al km 10: Il bello, il brutto e... il pavé

Già allo start, ecco una delle grandi novità della gara: partenza alla destra del Duomo, luogo simbolo della città. Musica da trailer di un film, inno d’Italia e countdown, si parte!

Come ogni cosa, c’è sempre il rovescio della medaglia. In questo caso la bellezza e lo stupore di una partenza così scenografica vengono leggermente rovinati dalla mancanza di un lungo e largo rettilineo dove far defluire i quasi 8000 runner vogliosi di mettersi in gioco, su un pavè per lo più abbastanza sconnesso, tra qualche buca e la presenza costante di binari.

Si sgomita parecchio ma dopo un paio di chilometri torna l’asfalto e il passo di noi runner diventa più costante e “sciolto”, alla ricerca del ritmo per cui ci si è preparati per mesi.

Al terzo chilometro si passa vicino ai bastioni di Porta Venezia (la vecchia partenza e arrivo) per poi procedere in direzione di piazza Castello dove una folla di gente ci aspetta incitando a gran voce. Per qualche centinaio di metri sembra di essere in una delle maratone più blasonate al mondo per il tifo. Qui l’asfalto si alterna costantemente al pavé creando qualche problemino di instabilità.

Un giro intorno al Castello Sforzesco, si esce verso viale Moscova e si passa al km 10 senza neanche quasi accorgersi perché l’entusiasmo è ancora a mille e si è abbastanza freschi mentre la folla di runner comincia a dividersi in piccoli gruppetti.

Dal decimo chilometro alla mezza maratona: “Calma, respira e resta concentrato”

Dalle strade principali del centro, si comincia a uscire dalla città e a portarsi verso City Life dove una leggera ma lunga discesa permette di rifiatare e, perché no, godere anche del fascino della nuova architettura circostante, prima di affrontare uno dei punti critici della Maratona di Milano.

Già, perché un sottopassaggio di circa 300 metri prima e il cavalcavia che fiancheggia il parco Montestella poi spezzano il ritmo e fanno accorciare il passo senza però creare grossi disturbi. Un paio di curve a sinistra, rettilineo ed eccoci a Piazzale Lotto, al passaggio alla mezza Maratona dove la presenza degli staffettisti pronti al cambio e le persone rincuorano i runner ad affrontare al meglio la seconda parte di gara.

Dalla mezza maratona al 30esimo chilometro: San Siro, natura e ristori “salva-vita”

Giri l’angolo ed è li, maestoso, quasi inaspettato dopo una curva qualsiasi: il tempio del calcio italiano, lo stadio Giuseppe Mezza di San Siro. I pensieri vanno al mono del pallone anche per un solo istante, per distrarsi un attimo. In fondo, è ancora lunga!

Ma ora si raggiunge uno dei punti più veloci della gara, il giro intorno al Parco di Trenno dove non c’è praticamente nulla da segnalare... anzi è proprio il momento per notare in una giornata così calda (la temperatura era già oltre i 20 gradi a questo punto) l’ottima organizzazione dei ristori, sempre ben segnalati, con tanto spazio per potersi rifornire di sali (prima) e di acqua (poi) dove comode bottigliette potevano essere buttate direttamente in grandi cassoni sempre vigilati da volontari pronti a raccogliere tutto quello che non venisse “centrato”. Un tema molto a cuore al giorno d’oggi, bravi!

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@courtesy photo
Matteo Restani (al centro) poco prima della partenza della maratona

Dal 30esimo chilometro all’arrivo: “Sei un maratoneta, devi saper soffrire se vuoi vincere con te stesso”

Questo è un mantra che molti di noi runner usano verso la fine. Un lungo rettilineo di 2 chilometri sotto il sole sempre più caldo conduce fino al Parco del Portello, dove il verde, un piccolo lago spezzano dal grigio della città favorendo una vista agli occhi. Una brevissima salita, il ponte che collega a una lunga discesa prima di affrontare la parte finale dove è solito incontrare il muro.

Proprio al km 35 comincia infatti Corso Sempione, altro rettilineo che porta a ripercorrere l’anello intorno al Castello Sforzesco evocando una sensazione di déjà-vu dei primi km, ma con qualche affaticamento in più nelle gambe.

Km 40, 41….ci siamo, ultimo km in pieno centro, poco prima di Piazza San Babila. “Stringi i denti che è (quasi) finita”. Ultima curva a destra ed eccolo là… il traguardo tanto agognato! Che bella la passerella finale stracolma di gente a tifare e incitare mentre si sfila alla destra del duomo. “Ultimi e metri e taaaac (come si dice a Milano)…. ce l’hai fatta!!!” Ristoro, medaglia e maglia finisher ad aspettarci. Quante emozioni questa Wizz Air Milano Marathon!

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Runner's World Italia
Matteo Restani e Stefano Colombo (altro finisher) immortalati da House of Running al termine della maratona

Maratona di Milano: i punti di forza del 2024

- Scenografia unica di partenza e arrivo al Duomo di Milano

- Tifo nettamente aumentato rispetto agli anni scorsi

- Ottima organizzazione dei ristori e dell’expo dei giorni antecedenti.

Maratona di Milano: i (pochi) contro del 2024

- Qualche km in più di pavé (circa 5/7 km).

- Poco spazio e fluidità poco dopo la partenza