Il Presidente della Repubblica ci ha preso gusto: è tornato a godersi l’atletica e anche questa volta ha trovato da divertirsi: un tentativo di record del mondo nel salto con l’asta, quattro medaglie per l’Italia, arrivate una dopo l’altra, come è sempre successo in questi Europei belli da togliere il fiato.

Oro per la staffetta 4x100 di Jacobs, Tortu, Melluzzo e Patta

L’ultima è quella d’oro della staffetta 4x100, con Filippo Tortu che ritrova il sorriso e dà appuntamento ai Giochi di Parigi. Ma di sorrisi italiani, prima, ne erano arrivati altri: quello di Larissa Iapichino, combattiva come non mai; quelli dei ragazzi della 4x400, seconda nonostante l’assenza di Alessandro Sibilio; quello raggiante di Pietro Arese, il ragazzo serio che i compagni chiamano “presidente”. «L’ho raccontato al Capo dello Stato – sorride il torinese – l’ho salutato da presidente a Presidente…».

Con la Gran Bretagna squalificata in semifinale e la Francia che ha rinunciato alla finale con la surreale motivazione di volere «preservare gli atleti per il resto della stagione», a insidiare gli azzurri campioni olimpici era rimasto soltanto il quartetto olandese. Ma non c’è stato motivo di preoccuparsi: Mattia Melluzzo ha corso la curva in 10”45 passando il testimone a Jacobs con 5 centesimi di vantaggio. Da quel momento la corsa verso l’undicesimo oro è stata una passeggiata: quando Tortu riceve il cambio da Lorenzo Patta il vantaggio azzurro è ormai incolmabile: il cronometro dirà 37”82, contro il 38”46 degli orange. «I ragazzi mi hanno regalato un rettilineo che era quasi una passerella – racconta Tortu – Ieri Mattarella mi ha detto che potevo sorridere anche per l’argento, ma oggi ci tenevo a tornare a casa con una medaglia d’oro. Ora posso sorridere veramente».

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Larissa Iapichino (Foto Fidal)

Magnifici Larissa Iapichino e Pietro Arese

Nel salto in lungo, a metà gara, Larissa Iapichino è fuori dal podio per 7 centimetri. La corsa per l’oro è già stata uccisa dalla tedesca Malaika Mihambo con un balzo a 7,22 - il migliore al mondo nel 2024 - ma alle sue spalle è una sfida tra pari. Al quinto salto sono in tre in un centimetro: 6,91per Agate De Sousa e Mikaelle Assani, 6,90 per Larissa, che salto dopo salto migliora con costanza la sua misura. Il turno finale è una mano di poker con tutti le fiches buttate sul tavolo: l’azzurra sale a 6,94, la portoghese e la tedesca restano con le carte in mano. È medaglia d’argento: Larissa festeggia avvolta nella bandiera, mamma Fiona May va a prendersi i complimenti di Mattarella. «Ho avuto un po’ di tensione muscolare – racconta – bevo sempre troppo poco e forse ero un po’ disidratata. La paura è durata poco: in questo stadio, con questo tifo, quando entri in pedana ti passa tutto».

Il tempo di riprendere fiato ed è di nuovo ora di aggiornare il conto delle medaglie italiane. Nella finale dei 1500 metri gli italiani sono tre. Il primo a mettersi in luce alle spalle di sua maestà Jacob Ingebrigsten è Federico Riva, ma a un giro dalla fine Pietro Arese si allarga per tenersi fuori dalla mischia, sull’ultimo rettilineo è una sfida gomito a gomito. Sul traguardo il belga Vermeulen è secondo in 3’33’30, l’altro fiammingo Verheiden è quarto in 3’33”40. In mezzo c’è Pietro: bronzo in 3’33”34. «Dopo tanti quarti posti, dopo tanti “quasi” questo è finalmente l’anno del sì – commenta Arese – Prima il record italiano, poi questa medaglia adesso. Finalmente ho qualcosa da mettere al collo, ma devo dire una cosa che stupisce anche me: sono contento di questo bronzo, ma quell’argento a quattro centesimi un po’ di rammarico me lo lascia».

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4X400 maschile (Foto Fidal)

Argento esilarante per la 4x400 maschile

Una delle mille immagini che potrebbero fotografare il carattere di questa nuovissima Italia dell’atletica è quella di Edoardo Scotti, ultimo frazionista della staffetta 4x400, che prima reagisce all’attacco del britannico Haydock-Wilson che cerca di sorpassarlo all’ingresso dell’ultima curva, poi resiste al recupero del tedesco Agyekium. Si tuffa sul traguardo, perde il testimone e porta a casa la medaglia numero 21 di questi Europei pieni di metallo. «Mi sono fatto carico di portare tranquillità al gruppo, dopo la rinuncia di Sibilio – dice Scotti - C’era un po’ di paura, ma è bastato poco perché il timore si trasformasse in determinazione, come capita spesso in questa nazionale». Con lui c’erano Luca Sito, che ha lanciato il gruppo con un parziale da fermo di 45”13 (alla quinta esibizione all’Olimpico), Vladimir Aceti e Riccardo Meli. «Era da Helsinki 1971 che l’Italia non saliva sul podio europeo della 4x400», ricorda Meli. La medaglia d’oro è per il Belgio. Per Sito e Scotti è la seconda medaglia d’argento dei Campionati, dopo quella della staffetta mista.

Le azzurre della 4x400, entrate in finale con l’ultimo tempo di recupero, non vanno a medaglia ma migliorano il primato italiano portandolo a 3’23”74, 12 centesimi in meno del tempo che le aveva portate alla finale mondiale di Budapest. La nuova formazione da record è questa: Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione. Quest’ultima lascia sfogare le rivali e le infila sul rettilineo, portando l’Italia al quarto posto con una frazione da 49”74. Per Polinari la cronometrano in 49”74 Italia è quarta, con il record italiano a 3’23”74: 12 centesimi in meno del tempo che le aveva portato in finale ai mondiali di Budapest. Anche Anna ed Alice facevano parte della “mista” finita sul podio. «Abbiamo aperto con un record e chiudiamo con un record», dice Polinari. E alla fine di questa settimana incredibile sembra quasi una cosa normale.