Altri due casi di doping scuotono il mondo dell'atletica. Altri due episodi di maratoneti di primo piano a livello mondiale. Il kenyano Lawrence Cherono, 12° maratoneta più veloce della storia con un personale di 2h03’04” (stabilito a Valencia nel 2021), ha ricevuto una squalifica di sette anni dall'Athletics Integrity Unit (AIU), dopo aver ammesso tre violazioni del regolamento mondiale antidoping (ADRV), incluso il tentativo di manomettere i controlli antidoping.
Questo il comunicato AIU che ricostruisce la vicenda: “Si è scoperto che il 35enne keniota, ha violato la norma antidoping (ADR) 2.1, relativa alla presenza di una sostanza vietata o dei suoi metaboliti o marcatori, e l'ADR 2.2, relativo all'uso o al tentativo di utilizzo da parte di un atleta di una sostanza vietata o di un metodo proibito, dopo essere risultato positivo alla trimetazidina nel maggio 2022".
Lawrence Cherono, uno dei maratoneti più veloci di sempre
Cherono, in passato trionfatore alla Major di Boston e Chicago e quarto ai Giochi del 2021, ha inoltre violato l'ADR 2.5 – “Manomissione o tentata manomissione di qualsiasi parte del controllo antidoping da parte di un atleta o di altra persona” – dopo aver rilasciato false dichiarazioni e poi prodotto documenti medici fraudolenti per spiegare la sua positività al test. Ha ricevuto una squalifica di quattro anni per aver violato collettivamente ADR 2.1 e ADR 2.2, e un'altra squalifica di quattro anni per manomissione, ma ha beneficiato di una riduzione di un anno a causa della sua ammissione anticipata e all'accettazione della sanzione.
Cherono aveva già ricevuto la sospensione il 16 luglio 2022 – data da cui decorrerà la sua squalifica – dopo essere risultato positivo alla trimetazidina, un ormone S4 e modulatore metabolico noto per aumentare la resistenza e i tempi di recupero degli atleti dopo lo sforzo fisico.
In sua difesa Cherono ha prima affermato che gli era stato somministrato l'antibiotico Eritromicina e che gli era stata anche iniettata una sostanza sconosciuta da un medico per curare problemi di stomaco, poi ha anche incolpato i suoi compagni di allenamento facendo leva sulla “gelosia del suo successo”. Eppure, in una successiva dichiarazione scritta, l'atleta ha raccontato che la moglie gli aveva inconsapevolmente somministrato trimetazidina sotto forma di compresse di Carvidon, un antidolorifico per lenire il dolore muscolare. Secondo il runner, alla moglie era stata prescritta la trimetazidina quattro giorni prima in un centro medico. A sostegno della sua spiegazione, Cherono ha fornito una richiesta di laboratorio del centro medico, comprendente i dettagli scritti a mano dei farmaci prescritti alla donna.
Alla luce di un’indagine dell'ADAK (Agenzia Antidoping del Kenya) compiuta nel centro medico, il direttore della clinica ha ammesso che i documenti non erano autentici e che le informazioni contenute erano false in quanto manomesse dall’atleta.
Il caso di Mehdi Frère
Il secondo caso di doping delle ultime ore riguarda il maratoneta francese classe 1996 Mehdi Frère che vanta un personale di 2h05’43” realizzato a Valencia lo scorso dicembre. L'atleta è accusato di tre violazioni degli obblighi di reperibilità. Presente nella squadra olimpica per Parigi, intende appellarsi al Tribunale arbitrale dello sport (CAS) per poter essere sulla linea di partenza il 10 agosto.
Nonostante sia già stato convocato dalla squadra francese di atletica leggera, è stata decretata una sospensione di due anni dal tribunale disciplinare della World Athletics per tre violazioni degli obblighi di reperibilità. Il corridore era stato sospeso provvisoriamente dal 4 giugno dall'Athletics Integrity Authority (AIU), che gli aveva impedito di partecipare alla mezza maratona ai Campionati europei di Roma. Il francese ha potuto presentare le proprie argomentazioni in sua difesa il 3 luglio.
Secondo la decisione del tribunale, l'atleta ha contestato la prima e la terza violazione, risalenti al 23 febbraio 2023 e al 22 febbraio 2024 richiedendo "di dichiarare che non vi fossero motivi per riscontrare una violazione delle regole antidoping" e di "ridurre il periodo di sospensione a causa della buona fede dimostrata da Mehdi Frère". Entrambe le richieste sono state respinte dal tribunale. Al maratoneta francese ora non resta che appellarsi al Tribunale arbitrale dello sport. "Una procedura accelerata dovrebbe consentirci di ottenere una sentenza arbitrale prima dell'inizio dei Giochi", assicura Laurent Fellous, suo avvocato. La Federazione francese di atletica leggera (FFA) nel frattempo si è mossa e ha nominato Félix Bour come sostituto per la maratona olimpica che potrebbe prendere il posto di Mehdi Frère (secondo francese di sempre sulla distanza) se la sua sospensione venisse confermata.