Da dove partire? Dalla fredda cronaca dei numeri. Tre volate in 10”17, 10”16 e 10”08. Questa la sintesi della due giorni di gare, sabato 13 e domenica 14 luglio, per Marcell Jacobs, il campione olimpico dei 100 metri che ha voluto testarsi in tre gare, come ha in programma di fare ai Giochi di Parigi tra sabato 3 e domenica 4 agosto.

Tre gare quasi in fotocopia, con la finale leggermente più veloce (10”08, +0.9), quanto basta per superare al fotofinish i suoi compagni di allenamento: il cinese Zhenye Xie (10”09) e il canadese Andre De Grasse (10”11), oro olimpico dei 200 metri. Risultati invertiti nella “semifinale” corsa un’ora e mezza prima, con il cinese Xie in 10”08 e Jacobs a pari con De Grasse (10”16).

Jacobs a Rieti, come valutare la sua prova?

Che Jacobs abbiamo visto sulla pista di Rieti, ospite nel programma dei Campionati Regionali Juniores e Promesse? Più che un velocista lento, Jacobs è parso rallentato, sicuramente frenato dai carichi di lavoro del periodo di allenamento.

Buona uscita dai blocchi, una transizione molto controllata, una progressione finale efficace senza però essere travolgente. Tutto bene, tutto preciso, manca però quel riscontro cronometrico che dà sicurezza.

Certamente Marcell Jacobs e il suo coach Rana Reider sanno bene che non sono questi i tempi necessari per difendere l’oro olimpico. La due giorni di Rieti, sede della sua preparazione olimpica su suolo italiano, doveva in primis avvicinare Marcell a quegli sforzi ravvicinati che lo attendono in Francia. Sì, perché se noi vediamo solo una corsa di dieci secondi, dietro c’è tanto altro.

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Abbie Parr//Getty Images

Una abbondante ora di riscaldamento che passa dalla fisioterapia allo stretching, dall’attivazione muscolare agli allunghi, dalle uscite dai blocchi al cambio di scarpe. Dopo la gara c’è la fase di defaticamento e recupero, che passa per le mani del fisioterapista e del massaggiatore. Insomma, tre ore di lavoro per uno sforzo di dieci secondi.

Quando poi le volate sono a breve distanza, 90 minuti circa come oggi, tra una e l’altra bisogna restare attivi senza stancarsi, mantenersi caldi senza spendere energie fisiche o nervose. Insomma, il vero test stava soprattutto in questo, nella gestione di quel che c’è anche oltre a quello che avviene tra il colpo di pistola e la linea di arrivo.

Le dichiarazioni di Jacobs

Nelle dichiarazioni rilasciate da Jacobs al sito della Federazione di Atletica, l’esperimento sembra riuscito. “Questo test faceva parte di una lunga settimana di allenamento e serviva per capire come avrebbe reagito il fisico – ha detto -. Posso dire che i muscoli abbiano retto bene e ora sono pronto per lavorare altre due settimane. Speravo di correre un po’ più veloce in semifinale. Il picco non doveva esserci qui, ma dovrà esserci ai Giochi. Ora torneremo a sistemare alcuni aspetti tecnici: c’è stallo dai 15 ai 30 metri, nella transizione, ed è lì che voglio lavorare”.

Ricordiamo allora il cammino cronometrico di Jacobs sulla pista di Tokyo, tre anni fa. Batteria in 9”94, record italiano e secondo tempo assoluto (primo De Grasse con 9”91); semifinale in 9”84, record europeo e secondo miglior tempo del turno; finale in 9”80, nuovamente record europeo. Per il passaggio dei turni, 10”12 tra i ripescaggi e 10”21 tra i piazzamenti; in semifinale, 9”90 tra i ripescaggi e 10”00 tra i piazzamenti. Per provare a confermarsi, Jacobs dovrà correre tre turni super, ben più veloci di quelli visti oggi. Ci sono ancora tre settimane di tempo: buon lavoro, Marcell.