“L’Italia dell’atletica non è più una meteora”. Parola di Antonio La Torre, il commissario tecnico della nazionale italiana di atletica che è tornato da Parigi stanco e anche un po’…zzato, ma sicuramente sollevato per aver avuto la certificazione del fatto che l’atletica azzurra è saldamente tra le più importanti al mondo.

Tokyo poteva essere un fulmine, o come l’ha definito lui “un meteora”, invece Parigi ha confermato che il lavoro svolto in questi anni è servito a dare vita a generazioni di nuovi atleti capaci di competere con il mondo.

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Antonio La Torre (Foto Fidal)

“Certo non ci sono le 5 medaglie d’oro, ma chi ragiona può fare un’analisi tecnica più profonda condividendo il fatto che siamo una potenza – spiega il professor La Torre che è anche docente all’Università degli Studi di Milano e che proprio dalla sua esperienza universitaria ha tratto la metodologia e le conoscenze necessarie a costruire un team moderno e competitivo -. Anzi, siamo tra le 8 nazioni più forti al mondo, il che non è poco. Anche nei tempi d’oro dell’atletica, e parlo di più di 30 anni fa, non eravamo a questi livelli. A Parigi abbiamo conquistato tre medaglie (Argento per Battocletti nei 10.000, bronzo per Mattia Furlani nel lungo e per Andy Diaz nel triplo), 5 quarti posti che hanno tutti una storia diversa e che possono diventare occasioni da podio per il futuro. Abbiamo avuto 17 finalisti e abbiamo chiuso con un punteggio di 65 punti nel ranking che ci colloca ai vertici mondiali. Questo è ciò che vedo”.

Non ci hai visto anche un po’ di sfiga? Tante medaglie mancate per colpa di fattori esterni avversi…

Non amo mai citare la sfortuna, parliamo di fatti specifici: anche i più critici devono ammettere che sono accadute cose davvero imprevedibili, ma che fanno parte del gioco. Del resto, chi avrebbe mai potuto immaginare le coliche di Gianmarco Tamberi. La sera prima era un vero leone, pronto a saltare 2 metri e 40. Sappiamo tutti come è andata.

Che dire di Antonella Palmisano… era la migliore Palmisano di sempre, poi è arrivato il Covid. Altro caso quello di Massimo Stano che si è ripreso in tempi davvero incredibili da un brutto infortunio. A 2 chilometri dalla fine ha preso un’altra storta che gli è costata quei 2 o 3 secondi che avrebbero portato a una medaglia certa. Stano è arrabbiatissimo per ciò che è successo e credo che vorrà rifarsi al più presto. Potrei citare anche Simonelli, che ha sbagliato al penultimo ostacolo o Fabbri, vittima della pioggia. Ma non voglio usare Alibi. Posso solamente dire che tre anni fa, con i risultati di queste Olimpiadi, saremmo tornati da Tokyo da trionfatori. Ciò di cui sono certo è che torniamo da Parigi con una squadra più solida e capace di guardare al futuro grazie ai suoi talenti”

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Ricordo che al ritorno da Tokyo avevi lanciato un allarme per il futuro dell’atletica… qualcosa è cambiato?

Oggi sono sicuramente più ottimista per Los Angeles 2028, ma anche per Brisbane 2032. Una parte di questi atleti ci arriveranno e questo significa che abbiamo ben lavorato e che stiamo lavorando anche in ottica futura”.

Dunque possiamo guardare al futuro con serenità.

Ne sono convinto, ma ad una condizione: che non si perda mai di vista l’umiltà che ci ha portati fin qui. Perché questi ragazzi hanno dalla loro la capacità di essere umili e la coscienza di essere parte di una squadra. Se sapremo continuare così potremo scrive pagine importanti dell’atletica.

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Jean Catuffe


Un’Italia densa di talenti anche giovani. Chi ti ha sorpreso di più?

Difficile dirlo. Nadia Battocletti mi ha sorpreso in positivo, ma in realtà non è stata una sorpresa, perché sapevo bene quanto poteva valere, ed è stata grande. Mattia Furlani è stato sorprendente, ma anche di lui siamo ben coscienti quanto grande sia il suo talento. Larissa Iapichino si è definita una bischera, ma ha dimostrato di poter stare tra le più grandi del mondo. Andy Diaz non è una sopresa, ma questa sua medaglia arrivata dopo una storia umana così importante, ci consegna la certezza di un futuro ricco di prospettive. Ho grande ammirazione per Luca Sito che è stato capace di correre 6 turni e di migliorarsi nell’ultimo. Un atleta di grande talento che potrà darci enormi soddisfazioni”.

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David Fitzgerald

Lorenzo Simonelli ha deluso?

Non direi così. Simonelli è una vera perla. Un atleta di grande forza e talento. Un personaggio positivo che sicuramente vedremo ai vertici. È giovane ed è esploso in così poco tempo. Un errore al penultimo ostacolo gli è costato la medaglia, ma ha dimostrato di esserci e di poter essere un grande. Di lui penso sia una gemma e dunque brillerà a lungo”.

E che dire dei “veterani” della velocità?

Marcell Jacobs c’è e sembra ringiovanito di 10 anni. Il suo è stato un quinto posto, ma nella finale dei 100 più forte di sempre. Possiamo ancora attenderci grandi cose da lui. Per quanto riguarda Tortu, so già che sia Filippo che suo padre stanno facendo un’analisi molto profonda di ciò che è accaduto. Lui è relativamente giovane e poi non dimentichiamo che è l’atleta che con il 9’99 sui 100 metri ha tolto il tappo alla velocità italiana. Senza di lui, forse, oggi non saremmo qui a parlare di finali olimpiche”.

Cosa diresti a Gianmarco Tamberi?

“C’è poco da dire dopo un a situazione come questa. L’unica cosa che mi sentirei di dirgli è di prendersi tutto il tempo che serve. A lui si deve grande rispetto per tutto ciò che ha fatto per l'atletica e per come ha lavorato per questo obiettivo. In questo momento possiamo solo dimostrargli la nostra vicinanza”.

Veniamo alla maratona, forse il capitolo più amaro e complicato…

Ovviamente le situazioni di ognuno degli atleti, sia della gara femminile che di quella maschile, vanno analizzate singolarmente. Giovanna Epis è stata grandissima, usciva da un infortunio molto grave ed è stata capace di soffrire e portare a casa una gara durissima.

Ciò che posso dire ora è che dobbiamo ripensare alla preparazione per una maratona come quella olimpica. Non solamente perché il tracciato è diverso dagli altri, ma perché è completamente cambiato il modo di correre le maratone. Un tempo alle Olimpiadi si facevano gare tattiche, oggi si corre velocissimo. Il gruppo di testa è passato in 1:05 alla mezza maratona, chiudendo la seconda metà di gara in 1:01. Parliamo di velocità ragguardevoli che impongono una preparazione completamente diversa”.

Cosa intendi?

“Che oggi per correre a 21 km orari per due ore occorre anche una preparazione muscolare adeguata, altrimenti il fisico non regge sino alla fine”.

10 august 2024, france, paris olympics, paris 2024, athletics, marathon, men, the runners run past the louvre photo michael kappelerdpa photo by michael kappelerpicture alliance via getty imagespinterest
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Il nostro mezzofondo è cresciuto tanto, ma di più hanno fatto anche americani e inglesi. Che ne pensi?

“Mi piacerebbe sapere come hanno fatto. Ma devo dire che anche noi non siamo da meno. Ricordo che qualche anno fa applaudivamo gli atleti da 3’35 sui 1500. Oggi, Pietro Arese ha corso alla grande in 3’30"82; in una gara secca potrebbe andare sotto i 3 minuti e 30 secondi. Federico Riva lo segue da vicino. Mentre Catalin Tecuceanu, sugli 800 metri, potrebbe fare il nuovo record italiano in ogni momento”.

Al direttore tecnico cosa diresti…

Che si prenda un attimo di pausa per riposarsi. C’è tanto lavoro da fare. Non amo parlare di ciò che faccio, ma come dice Velasco… partiamo da quello che abbiamo, e oggi abbiamo una squadra forte, tra le più forti del mondo”.

Una squadra che anche grazie al lavoro impostato da Antonio La Torre e dal suo staff fin dal 2018, oggi è cresciuta non soltanto tra gli atleti di vertice, ma può vantare un vivaio vivacissimo che nasce nelle piste d’atletica di tutta Italia e che sta crescendo a suon di nuovi record giovanili. Un vivaio che trae emozioni e ispirazione proprio dai campioni azzurri che oggi sono idoli e icone per moltissimi giovani.