Se davvero il tre è il numero perfetto, allora anche questi Campionati Mondiali under 20 di Lima (Perù) sarebbero stati perfetti per l'atletica italiana. Non è il caso di esagerare, suvvia, però tre medaglie vinte nella massima rassegna iridata giovanile sono comunque un gran risultato.

Dal 1986, anno di nascita della manifestazione, l’Italia ha conquistato un totale di 24 medaglie, e in una sola altra occasione ne vinse tre nella stessa edizione. Parliamo del campionato di Grosseto 2004, gare in casa, con quel fenomeno mondiale di Andrew Howe a vincere lungo e 200 metri, insieme al bronzo nel martello di Laura Gibilisco.

Atletica, mondiali under 20: bilancio positivo per l'Italia

Questa volta nei tre metalli manca l’oro, ma ci sono un argento e due bronzi. Anche qui, salti e marcia per salvare il medagliere. Al di là del medagliere nudo e crudo, la numerosa pattuglia azzurra (60 atleti) conta 8 finalisti e cinque record italiani. Non sono mancate le controprestazioni, soprattutto nella velocità, dove il clima da inizio primavera (15-17 gradi) insieme a una umidità che arrivava al 90%, non ha aiutato. Nel complesso, un campionato positivo.

Il milanese di Paderno Dugnano Matteo Sioli era tra i migliori della stagione nel salto in alto e tale si è confermato. Ottima finale per lui, con il personale portato da 2.21 a 2.23, secondo solo dietro l’americano Scottie Vines con 2.25. Per il dopo Tamberi, possiamo contare su di lui.

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Enzo Santos Barreiro/World Athletics

Così come per il futuro della marcia possiamo contare sul barese di Cassano delle Murge Giuseppe Disabato, 18 anni da compiere a novembre, terzo nei 10000 in pista con un tempo strepitoso. Con 39’31”24 ha superato un record che durava da 37 anni! Chi lo deteneva era un certo Giovanni De Benedictis (39’44”71), bronzo alle Olimpiadi di Barcellona ‘92.

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Oscar Muñoz Badilla/World Athletics

Nella stessa gara, 15° posto per il giovanissimo Alessio Coppola, triestino di 17 anni e già oro agli Europei under 18. Con il tempo di 41’36”11 ha migliorato il record italiano di categoria che apparteneva sempre a De Benedictis (41’50”2).

L’ultima medaglia è arrivata nell’ultimo giorno di gare. Merito della milanese Erika Saraceni, forte di geni nobili (il padre Enrico ex azzurro dei 400, la madre Rosa ottima master) e di un carattere solidissimo. In finale l’azzurra, 18 anni, si migliora due volte chiudendo la gara con il suo miglior salto di sempre: 13.47. Bronzo meritatissimo.

Altra stellina azzurra è stata la milanese Elisa Valensin, 17 anni, oro nei 200 agli Europei under 18, ma qui impegnata nei 400 metri. Sesta in finale (52”69), dopo che in semifinale aveva riscritto i record italiani under 18 e under 20 con 52”23; poi, protagonista di una staffetta 4x400 tutta under 18 da urlo. In semifinale, insieme a Margherita Castellani, Giulia Macchi e Laura Frattaroli ha riscritto il record di categoria con 3’34”14, ovvero 6 secondi meglio del primato che durava dal 1982! Praticamente, un salto nel futuro. In finale poi, più stanche, un ottimo 5° posto.

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Jurij Kodrun//Getty Images

Nei primi otto ci sono anche i piazzamenti di Lorenza De Noni, 5° negli 800 (2’23”20); Michelle Cantò, 7° nella marcia (45’38”85); Nicola Baiocchi, 8° nei 1500 (3’44”54).

Atletica, Mondiali under 20: i risultati più importanti

Bello ritrovare sana la serba Angelina Topic, vista a Parigi rinunciare alla finale dell’alto, conquistata nonostante un piede dolorante. Vittoria con 1.91, campionessa juniores come lo fu il padre Dragutin nel 1990.

La velocità ha visto sfrecciare il sudafricano Bayanda Walaza, oro nei 100 (10”19) e nei 200 (20”52), ma l'impressione maggiore è venuta dall’australiano Gout Gout, 16enne di origini sudanesi: 20”60 per l’argento nei 200 metri, leggero come un colibrì ma veloce come un proiettile. La giamaicana Alana Reid e l’atleta delle Isole Vergini Britanniche Adaejah Hodge si sono divise 100 e 200 metri.

L’altra giamaicana Kerrica Hills ha portato a 4 gli ori della sua carriera under 20, conquistati in tre edizioni tra 100 ostacoli e 4x100. Continua la “rivoluzione” norvegese. Nei 3000 metri a mettersi alle spalle tutta l’Africa è stato Andreas Fjeld Halvorsen, già capace l’anno scorso di togliere il primato nazionale juniores a Jacobs Ingebrigtsen (7’47”04). Stavolta ha vinto la finale (8’20”56) con una grandissima volata: nella storia dei campionati, è la prima volta che un europeo vince una gara superiore ai 1500 metri.

Primo oro anche per la piccolissima isola di Cipro, che vince il martello grazie a Iosif Kesidis (82.80). Il decatleta croato Roko Farkas deve ancora decidere cosa fare da grande. Semifinalista agli Europei di Roma nei 200 metri (20”70 in batteria), a Lima si è dedicato al salto in lungo. Vittoria con uno strepitoso 8.17, misura che avrebbe impensierito anche il nostro Mattia Furlani. Nome da seguire con attenzione.

Negli 800 femminili ecco un cognome già noto. A vincere è la keniana Sarah Moraa (2’00”36), cugina della più famosa Mary, campionessa mondiale degli 800 a Budapest e bronzo alle Olimpiadi di Parigi. Già 7° nella finale olimpica di Parigi dei 5000 metri, l’etiope Medina Eisa non si è certo risparmiata nella finale under 20. Campionessa in carica, ha ribadito il suo dominio facendo tutto da sola per vincere in 14’39”71, nuovo record dei campionati, lei che già detiene il primato mondiale juniores con 14’16”54. Ora è pronta anche per le medaglie da senior.