Una maratona da record, anche per le statistiche. Ci pensavo, mi spremevo le meningi: cos'altro si può scrivere della Maratona di New York di domenica? Poi i numeri sono arrivati in mio soccorso.

In una settimana che ha piacevolmente "sconvolto" il mondo delle grandi Major con l'entrata di Sydney nel celebre e più importante circuito del pianeta, New York ha deciso di risalire sul suo trono ed ergersi nuovamente come la maratona più grande del mondo... e non sono solo racconti e parole ad affermarlo, bensì fatti e cifre.

Maratona di New York, numeri da record

Parigi prima con 54.175 finisher, Berlino poi con 54.280, avevano provato a scalzare la gara della Grande Mela come la più partecipata della storia. Ma New York si è ripresa il suo primato, grazie all'incredibile cifra di 55.646 runner (più di 2000 gli italiani) che domenica hanno completato i duri ma emozionanti chilometri della manifestazione. Il precedente primato newyorkese risaliva al 2019, anni pre-pandemici con 53.639 runner in grado di concludere la maratona.

Cresce anche il numeri di stranieri al traguardo: 17.589 runner provenienti da 137 nazioni. A New York ha corso per davvero tutto il mondo. Tra i curiosi primati c'è anche un po' di Italia: se i finisher più anziani sono l'88enne Garth Barfoot (11h23:49) e l'82enne Judith Sorn (8h39:39); il Belpaese è rappresentato dalla diciottenne Sofia Cere che con 4h24:53 è stata la più giovane finisher.

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Craig T Fruchtman//Getty Images

Maratona di New York, qui è impossibile ritirarsi

A colpire non sono stati solo l'oceanica folla e i singolari primati di chi ha finito la gara, ma anche il bassissimo tasso di ritirati: stando ai calcoli riportati dai New York Road Runners, dal ponte di Verrazzano sono partiti 56.012 maratoneti a fronte di 55.646 arrivati. Il calcolo è presto fatto solo 366 runner non hanno completato la maratona, il che richiama a un'impressionante e mastodontica percentuale di completamento del 99,3 %.

Insomma, giovani o anziani non importa, chi corre a New York anche zoppicando, camminando, soffrendo e con le fiacche ai piedi vuole essere finisher, perché New York è New York. See you in 2025!