Al via, il 2 marzo a Tokyo, ci sarà anche Joshua Cheptegei, campione olimpico e primatista mondiale dei 5000 (12’35”36) e dei 10.000 metri (26’11”00) su pista con tempi sensazionali, che torna a cimentarsi nella maratona dopo il flop, o meglio la crisi, patita al debutto di Valencia nel 2023.
E proprio qui lo avevamo lasciato. Dopo essere passato a metà gara con un ottimo 60’36”, il ventottenne ugandese era progressivamente crollato: 37° finale in 2h08’59, con gli ultimi duemila metri quasi strisciati a 4’ al chilometro, e portato via a braccio una volta superato il traguardo.
Era la sua ‘prima’ nella gara regina: “Al 24° chilometro – spiegò a fine corsa – stavo bene, un chilometro dopo però ho iniziato a sentire calore ai muscoli e in quel momento ho capito che la maratona era un qualcosa di completamente diverso per me”. Una botta durissima ma servita a un campione del suo livello per ripartire. E subito. Ecco allora all’orizzonte Tokyo, con chilometri e nuova linfa messi nel motore.
A Tokyo per riprovarci subito
Una gara, quella giapponese, che non regalerà probabilmente un nuovo record del mondo, ma è pronta a dispensare ottimi risultati. Il ‘nemico’ numero uno da battere per Cheptegei sarà Benson Kipruto, il keniano che vinse lo scorso anno con il tempo di 2h02’16, secondo crono del 2024. Ma non sarà il solo.
Alla partenza della major asiatica ci saranno altri 12 atleti con tempi inferiori alle 2h05’ come il vincitore di Valencia, Deresa Geleta, diventato il ventesimo maratoneta più veloce della storia, Vincent Ngetich, e l’etiope Birhanu Legesa. Tra le donne, da segnalare la presenza dell'etiope Sutume Kebede, seconda a Chicago dietro solamente al record mondiale di Ruth Chepnegetich, poi Tigist Ketema, la trionfatrice di Berlino, e Rosemary Wanjiru, due anni fa campionessa proprio a Tokyo. Una major ha sempre un fascino speciale e con un cast del genere anche in Giappone ci sarà spettacolo.