Non c'è pace per il Kenya, da anni la nazione da battere nel fondo e mezzofondo, ancora una volta alla ribalta delle cronache per l’uso diffuso di farmaci proibiti. Dopo Diana Kipyokei, vincitrice della maratona di Boston del 2021, e la connazionale Betty Wilson Lempus, entrambe fermate per doping, ora la stessa sorte è toccata al 35enne maratoneta Brimin Kipkorir.
"L'AIU ha sospeso provvisoriamente Brimin Misoi Kipkorir per la presenza/uso di sostanze proibite (EPO, furosemide)", così una nota dell'Athletics Integrity Unit che ha poi aggiunto come il " campione è stato raccolto fuori competizione il 22 novembre 2024". La sospensione rimarrà in vigore fino alla risoluzione del caso.
Kipkorir, campione a Sydney e Francoforte
Proprio lo scorso anno Kipkorir si era aggiudicato la Maratona di Sydney con il tempo di 2 ore, 6 minuti e 18 secondi (realizzando il record del percorso), mentre nel 2022 e 2023 si era aggiudicato la Maratona di Francoforte, dove riuscì pure a strappare il suo personal best (2h04:53).
Nella classifica mondiale attuale della maratona, il keniano si trova al 26° posto, dietro al connazionale Bethwel Kibet. L'ultimo evento a cui Kipkorir aveva preso parte, era stata la maratona di Taipei a dicembre, proprio qualche settimana dopo che il suo campione era stato raccolto dall'AIU. Maratona che poi aveva vinto con il tempo di 2h11:41.
Doping, la grande preoccupazione
"Nell'arco di un anno - lanciò l'allarme un preoccupatissimo Sebastian Coe, presidente di World Athletics, già un paio d'anni fa - il 40% di tutti i risultati positivi registrati nell'atletica mondiale sono stati registrati in Kenya. World Athletics è preoccupata".
Alla keniana Diana Kipyokei è stato revocato il titolo della Maratona di Boston per doping e le è stata inflitta una squalifica di sei anni. Oltre al doping, i riflettori restano accesi sul Kenya attorno ad una presunta frode legata all’età di alcuni atleti, nata da un’indagine risalente ai Mondiali di atletica Under 20 di Lima, dello scorso agosto. Alcuni siti locali addirittura ipotizzano che nel presunto giro vi sarebbero pure “atleti olimpici”. “La falsificazione sulle età – ha spiegato il direttore dell'Aiu, Barnaba Korir - è peggio rispetto al doping perché coinvolge un sistema".