La consacrazione di Kiprun nel numero ristretto dei brand della grande atletica arriva nella primavera del 2023, quando Paul Chelimo - il fondista nato a Iten, nel cuore della Rift Valley keniana, ma da anni in gara per i colori statunitensi - decide di non rinnovare il contratto che lo legava a Nike per abbracciare il marchio francese legato a Decathlon.
Un salto importante: dalla tradizione alla novità, da una firma fortemente radicata nella storia dello sport a un nome emergente, che solo da pochi anni si era affacciato al mondo esigente dei top runner.
Il ruolo di Chelimo nello sviluppo di Kiprun
La squadra di Kiprun, nata nel 2021, riunisce una quarantina di atleti di rango. Chelimo - forte del bronzo sui 5000 metri che alle Olimpiadi di Tokyo aveva confermato l’argento di Rio 2016 e l’altro bronzo ai Mondiali di Londra 2017 - diventa subito la punta del gruppo.
E non solo come runner, ma anche come consulente tecnico e motivatore: "Siamo particolarmente orgogliosi di vedere Paul unirsi alla nostra famiglia - commenta Antony Dulieu, responsabile della sezione running di Decathlon -. La sua presenza accanto al nostro marchio è stata una scelta ovvia per noi, poiché incarna sia i nostri valori che le nostre grandi ambizioni. Paul è un esperto di running straordinario con un curriculum di fama mondiale, ma soprattutto è una persona coinvolgente, generosa, premurosa, profondamente legata alle sue radici e con un grande desiderio di restituire allo sport ciò che gli ha dato tanto. Oltre ai prodotti e alle prestazioni sportive, collaboreremo con lui su una serie di progetti finalizzati a sviluppare la corsa in Paesi a noi cari".
Chelimo è da sempre un uomo che pensa in grande, a 20 anni aveva lasciato Iten per andare a studiare in Arkansas e in North Carolina: a 24, dopo aver conquistato una medaglia alle Universiadi con la maglia del Kenya era diventato americano arruolandosi nell’esercito, continuando a correre con lo U.S. Army World Class Program, il progetto che supporta nell’attività internazionale gli atleti militari statunitensi. Passata la boa dei 30 anni, Paul decide che è arrivata l’ora di restituire qualcosa al Kenya: così, poco più di un anno fa, alla fine del 2023, apre a Iten la “Kiprun 42 House”, un camp per giovani talenti simile ma non uguali ai molti altri nati da quelle parti e diretti spesso da tecnici europei.
Grazie al supporto di Decathlon, infatti, i ragazzi di Casa Kiprun potranno trattenere il 100 per 100 del denaro vinto gareggiando in giro per il mondo, senza versare la quota solitamente dovuta ai manager. "Sostenere gli atleti durante tutta la loro vita sportiva è nel dna di Decathlon – dice ancora Dulieu -. Essere al fianco di giovani atleti per supportarli nella loro crescita sportiva e umana è il grande desiderio del nostro team. L’obiettivo è di consentire ai giovani keniani, fin da piccoli, di poter avere l’opportunità di sviluppare individualmente il proprio futuro sportivo e professionale".
Kiprun, un successo in pochissimi anni
Una delle particolarità dell’evoluzione di Kiprun è la velocità con cui il brand ha saputo conquistare un posto di rilievo nel mercato del running, affollato da marchi internazionali con un’esperienza pluridecennale alle spalle. Tutto parte da Decathlon, la catena di negozi sportivi nata nel 1976 a Englos, un piccolo paese della Francia a pochi chilometri dal confine con il Belgio, e da lì andata alla conquista dell’Europa, aprendo di anno in anno nuove sedi in Germania, Spagna e Italia.
Le caratteristiche di Decathlon sono sostanzialmente due: prezzi competitivi e ricerca della qualità, anche grazie alla produzione interna di molti articoli. Due fattori positivi, ma che nel mondo del running finiscono per apparire contraddittori.
Da Kalenji a Kiprun
Nel 2004 la catena lancia il marchio Kalenji, dal nome di una tribù che vive da secoli della Rift Valley, il paradiso della corsa, ma i prodotti non sembrano convincere troppo il mondo del running, sempre molto attento ai particolari e alle sensazioni. Il principale problema delle scarpe e del materiale Kalenji è il fatto di essere visti come prodotti "economici”: pur offrendo un eccellente rapporto qualità-prezzo, erano ignorati da molti runner, che privilegiavano i brand più affermati, considerati sinonimo di qualità e affidabilità. In uno sport dove l’attrezzatura è cruciale, Kalenji veniva percepita come una scelta da principiante.
Di qui la necessità di scartare, con un’operazione che – nata dal marketing – finirà per trasformarsi in una realtà nuova e competitiva. Nel 2008, ai prodotti Kalenji, destinati agli appassionati senza ambizione di risultati, si affiancano per i runner più esperti quelli targati Kiprun, una parola priva di significato proprio ma che dal suono ricorda uno degli slogan più sentiti nelle più grandi maratone popolari del mondo, a partire da New York: “keep running”, “continua a correre”. Nel corso degli anni, Kiprun ha ampliato la sua gamma di prodotti, passando dalle scarpe da corsa all'abbigliamento e agli accessori, con una crescita di mercato costante.
Nel 2019 un ulteriore passo in avanti, con la trasformazione in marchio indipendente, pur restando all'interno del gruppo Decathlon. Una scelta che non nasconde ulteriori ambizioni di sviluppo: "Se negli Stati Uniti abbiamo pochissimi negozi, in Europa abbiamo una buona notorietà e ci posizioniamo tra il 4° e il 5° posto", ha detto Antony Dulieu nel 2024, in una conferenza stampa convocata a margine della maratona di Londra. L’obiettivo, ovviamente, è “continuare a correre” per crescere ancora.
Nell’occasione, il brand ha lanciato anche una app, “Kiprun Pacer”, che propone gratuitamente allenamenti personalizzati per runner di ogni livello. "I nostri obiettivi si possono riassumere in due parole – ha aggiunto Dulieu - consapevolezza e credibilità. Per noi, essere vicini ai runner significa essere con loro durante gli allenamenti, nei momenti di dubbio e di successo. Questo possiamo farlo con i prodotti, ma ancora di più con una app: non è necessario indossare il nostro materiale per iniziare a vivere lo spirito e l’unicità di Kiprun".