Le scarpe da running Hoka da fenomeno innovativo apprezzato da una nicchia di trail runner sono divenute in pochi anni una realtà desiderata e apprezzata ai piedi di moltissimi runner sulle strade e gli sterrati dell'intero pianeta.
Hoka continua a consolidare il suo successo realizzando una produzione di modelli ad alto contenuto tecnologico ed è proprio in occasione del lancio delle nuove Hoka Bondi 9, durante il primo appuntamento di The Running Academy creato da Cisalfa Sport e Runner's World a Milano, che i partecipanti hanno avuto l'opportunità di incontrare Nico Mermoud, figura eclettica del mondo outdoor, cui va il merito di aver fondato Hoka One One nel 2009 assieme a Jean-Luc Diard. L'occasione per conoscere la filosofia di Hoka nel running direttamente dalla voce di chi, per primo, le ha pensate, progettate e realizzate.
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Le scarpe da running Hoka nate da una grande intuizione
"L'idea di una scarpa tutta nuova è nata intorno al 2008 insieme a Jean-Luc - racconta Mermoud -. Cercavamo di capire se potesse esistere una tecnologia in grado di creare un'esperienza più vicina a quella che si prova quando si scia, si fa surf o si va in mountain bike, una tecnologia che garantisse maggiore scorrevolezza, reattività e protezione dal terreno".
C'è anche un po' d'Italia nel concepimento di una scarpa in grado appunto di assicurare un'adeguata protezione di piedi e articolazioni a fronte di un comfort mai provato prima, perché l'idea scaturì mentre Nico Mermoud e Jean-Luc Diard - cui si unì anche Christophe Aubonnet, direttore di sviluppo del prodotto. Partecipavano in Sicilia a un trail sull'Etna e, scendendo dalla pendici del vulcano... "Quella notte, era molto tardi - ricorda Nico -, probabilmente le 4 o le 5 del mattino stavamo correndo ma non sembrava di correre davvero. Sembrava di volare. Eravamo stanchi, privati del sonno, stavamo inseguendo un'altra squadra ma la discesa di corsa su quella meravigliosa consistenza dei sentieri, con la sabbia lavica e le pozzolane è stata una sensazione che ci è rimasta impressa negli anni a venire. Abbiamo avvertito quella fusione unica tra corsa, sci e volo".
Extra large ed extra light, il segreto di Hoka
Si trattava insomma di trasferire quelle straordinarie sensazioni di corsa in ogni condizione di terreno. "Fin da quel primo giorno - prosegue Mermoud - abbiamo avuto ben chiara la necessità di concepire un prodotto XXL che fosse sia extra large che extra light". Un concetto a quei tempi in chiaro contrasto con la tendenza allo stile minimalista delle calzature contrario ad ammortizzazioni estreme e dimensioni oversize.
Eppure, da allora, la tecnologia Hoka (Hoka in lingua Maori significa volare sulla terra" ndr) è diventata, per molti atleti di valore assoluto e tantissimi appassionati, qualcosa di più di un semplice componente ad alto contenuto tecnico pensato per correre meglio.
Fun, free and fast, lo spirito di Hoka in tre parole
Merito di intuizioni e studi perfezionati nel corso del tempo che hanno portato all'applicazione su tutte le scarpe dell'intersuola ammortizzata (peso contenuto e morbidezza variabile), dell'Active Foot Frame (avvolge il piede, sollevando o abbassando le pareti dell’intersuola per garantire supporto e sicurezza indipendentemente dal tipo di superficie) e del MetaRocker (la curvatura della scarpa che ha la funzione di rendere più fluida la rullata e più veloce il passaggio dalla fase di primo appoggio a quella di spinta), calibrati su ciascun modello in funzione della prestazione richiesta: velocità per la gara, sicurezza per il trail, comodità per il trekking.
Il resto è feeling. "Hoka - sorride Nico Mermoud - si riassume in tre parole che iniziano con la lettera 'F': fun, free and fast". Divertimento, libertà e velocità: lo spirito di Hoka.