Roma, per una notte capitale mondiale dell'atletica. Notte di tarda primavera, con qualche luce e qualche ombra. Risultati importanti sì, emozioni tante sì ma forse il bilancio non è del tutto positivo.

Partiamo dai freddi numeri, quelli del Competition Performance Rankings, la classifica dei meeting stilata dalla Federazione mondiale, basata sulle performance degli atleti.
Qui il bilancio è in perdita, con Roma che passa dai 94554 dell'anno scorso ai 92678 di quest'anno. Sono quasi 2mila punti in meno, che mettono il Golden Gala alle spalle non solo dei due meeting cinesi che hanno aperto la Diamond League 2025, ma anche dietro alla tappa di Miramar del Grand Slam Track. Difficile a questo punto ripetere il 7° posto della stagione 2024.

Golden Gala, il bilancio: bene ma non benissimo

In attesa dei numeri e delle cifre ufficiali, il colpo d'occhio sulle tribune offerto dalle immagini tv non era dei più entusiasmanti. Larghe, larghissime fette di stadio vuote, intervallate ad aree più densamente popolate. Questo però è un vecchio discorso, con l'Olimpico troppo grande per il pubblico dell'atletica, ma soluzioni diverse non ce ne sono. Però a Londra, dove la Diamond League arriverà tra un mese, già festeggiano gli oltre 50mila biglietti venduti, con prezzi che variano da 25 a 149 sterline. Lì l'atletica sembra un vero affare.

L'atletica mondiale esce da Roma con un inaspettato "tempone" sui 100 metri. Trayvon Bromell corre il miglior tempo dell'anno al mondo con 9.84, chi l'avrebbe mai detto. Il clima romano tradizionalmente non è particolarmente amico dei velocisti, ma stavolta regala qualcosa di grande.

2025 diamond league golden gala pietro menneapinterest
Image Photo Agency//Getty Images

Non stupisce invece la grandissima Beatrice Chebet, che nei 5000 m va solitaria in progressione e per qualche giro è più veloce del record del mondo. Lo manca per 3 secondi, ma è stato bello sognare con lei. Nel lancio del disco l'americana Valarie Allman si prende il record del meeting con 69,21. I 1500 metri si confermano come gara spettacolo, al maschile e al femminile. Ormai si viaggia su velocità da formula 1, con gli uomini sotto i 3'30" e le donne sotto i 4 minuti, tutti con arrivi in volata e senza fiato. Sul filo di lana festeggiano il francese Azeddine Habz in 3:29.72 e l'irlandese Sarah Healy in 3:59.17.

Golden Gala, in casa azzurra c'è che brinda e chi si lecca le ferite

La più felice di tutti è Nadia Battocletti, che da futuro ingegnere, quando progetta qualcosa il piano funziona sempre. Stavolta l'obiettivo era il record italiano dei 5000 metri, che Nadia è andata a prendersi con una cavalcata incredibile negli ultimi 500 metri.
Lascia sfogare le etiopi che vogliono seguire il ritmo folle della Chebet, rispetta i passaggi previsti e poi si lancia all'inseguimento di tutte nel finale. Alla fine è 3° con 14'23"15, otto secondi e mezzo più veloce del tempo fatto ai Giochi di Parigi. Sempre più straordi-nadia, l'unica in grado di reggere le grandi africane: ora è la seconda europea di sempre.

Roberta Bruni è seconda nell'asta con 4.65
, ormai stabile tra le top 10 mondiali. Molto bene Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli, lontana parente della spenta atleta vista a Philadelphia. A Roma è seconda con un finale vertiginoso in 54.21.Secondo anche Zane Weir, convincente sulla pedana del peso con 21.67, mentre Leonardo Fabbri è ancora lontano dalle sue misure (21.35), ma soprattutto dalla sicurezza mentale che lo ha sostenuto l'anno scorso. Ancora un secondo posto azzurro con Mattia Furlani nel salto in lungo. All'ultimo tentativo atterra a 8.13, supera il greco Tentoglou, ma a sua volta è superato dell'australiano Liam Adcock con 8,34. Bene ma non benissimo, soprattutto perché è mancata la facilità di esecuzione che lo contraddistingue. Sarà per la prossima volta.

Chissà invece quando sarà la prossima volta di Gianmarco Tamberi, accolto come un imperatore dal pubblico dell'Olimpico. Una buona mossa per riempire le tribune, poco però da dire a livello tecnico. Al netto di tifo e grida, la sua gara non va oltre i 2.16, sintomo di una preparazione ancora molto indietro. Ma anche stavolta il campione olimpico saprà farsi perdonare. Male anche il suo successore di Parigi, l'australiano Hamish Kerr che si ferma a 2.20, superato anche dal giovane Matteo Sioli che si arrampica fino a 2.23. Vittoria del coreano Sang Woo con 2.32.

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Doppia festa nei 1500 metri.Federico Riva, dopo il super 800 metri corso a Rovereto (1'44"80) era atteso a qualcosa di grande, che non è mancato. Gara accorta in gruppo molto affollato, bravo a divincolarsi nel finale e a chiudere decimo sì, ma in 3'31"42, nuovo personale e secondo tempo italiano di sempre. Detto, fatto. Bene anche Marta Zenoni, brava a seguire il ritmo delle migliori per prendersi il primato personale con 4'01"52, quinta italiana di sempre. Risponde invece con una prova opaca la primatista italiana Sintayehu Vissa, lontana con 4'08"49.

Nella velocità, nulla di memorabile in chiave azzurra
. Edoardo Scotti nei 400 e Dalia Kaddari nei 200 pagano la corsa in prima corsia, ma ne escono appena sufficienti con 45"68 e 23"12. Chi resta lontano dalla promozione, nella serata dell'ultimo giorno a scuola, sono i velocisti dei 100 metri. Filippo Tortu dà sempre segni di troppa rigidità, e arriva un 10"19 che poco cambia nell'economia della sua stagione. Male invece Chituru Ali, tornato in Europa per qualche gara. Partenza spenta e poi solo un allungo finale per un indurimento muscolare. Speriamo che il malanno passi in fretta, la stagione sta entrando nel vivo ormai.