Oscar Pistorius torna a fare parlare di sé. E lo fa, a 12 anni dall'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, prendendo parte lo scorso weekend all'Ironman 70.3 tenutosi a Durban, in Sudafrica (debutto assoluto nella disciplina), aprendo subito un dibattito dove non potevano mancare polemiche. Ma andiamo per ordine.
A far viaggiare la notizia sull'intero mondo del web, sono state alcune foto dell'ex campione paralimpico - nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani -, soprannominato "the fastest man on no legs" (il più veloce uomo senza gambe) e "Blade Runner" (un gioco di parole sulle sue protesi agli arti inferiori) immortalato nelle tre gare con tanto di pettorale. Immagini che hanno fatto storcere il naso a molti, in quanto l'atleta sudafricano sta ancora scontando la sua pena a 13 anni e 5 mesi per quello che, il 14 febbraio 2013, definì un tragico incidente e frutto di un malinteso, accaduto nella sua villa di Pretoria.
L'Ironman di Pistorius tra le polemiche
Uscito dal carcere lo scorso anno, fino al 2029 resta in regime di libertà condizionale. A sgombrare il campo da qualsivoglia polemica, è stato Singabakho Nxumalo, del Dipartimento dei servizi penitenziari del Sudafrica, fin dai primi momenti della vicenda impegnato a seguire Pistorius. E il portavoce delle carceri, ha chiarito che l'ex campione aveva chiesto e ottenuto l'autorizzazione per partecipare all'Ironman di Durban.
Un nullaosta, ha aggiunto, che fa parte del progetto di reinserimento nella vita sociale. Anche l'avvocato di Pistorius, Conrad Dormehl, ha sottolineato questo aspetto, aggiungendo infine che ad oggi il 38enne sudafricano non "ha ancora pensato a un vero ritorno alla corsa agonistica". Risultati alla mano, comunque la forma attuale non sembrerebbe mancare a Pistorius il quale ha concluso il mezzo Ironman ossia i 2 chilometri di nuoto, i 90 in bicicletta e i 21 di corsa, terzo nella sua categoria, in 5h56'39": 555° assoluto. Per curiosità, il tempo sulla mezza è stato di 1h57'20".
Pistorius e il mezzo Ironman: "Un nuovo viaggio di riconciliazione"
Nel dopo gara, Pistorius ha spiegato che per lui questo mezzo Ironman rappresenta l'inizio di un "nuovo viaggio di espiazione e riconciliazione". Nessun commento sulla partecipazione alla sfida di Durban, invece, è arrivato dal padre, Henke, il quale si è limitato a riferire che suo figlio sarebbe stato in grado di parlare per sè.
Anche la mamma di Reeva Steenkamp, June Steenkamp, si è limitata a spiegare di volere continuare a vivere il resto della sua vita in pace e portare avanti l'eredità della figlia uccisa. Rabbia e indignazione, infine, sono state espresse dall'United Democratic Movement Women's Organisation che ha condannato la partecipazione di Pistorius, condannato per omicidio, definendola "un palese insulto alla memoria della sua defunta fidanzata".