“Sogna e sii paziente” Faith Kipyegon ha scelto una frase del suo allenatore Patrick Sang come motto che accompagnerà la sua sfida Breaking4, la prova di corsa nella quale, il 26 giugno prossimo, la campionessa keniana intende correre il miglio in meno di 4 minuti.
Non solo sarebbe la prima donna a farlo, ma per riuscirci dovrebbe essere in grado di migliorare l’attuale primato del mondo (che le appartiene) di almeno 7 secondi 64 centesimi… una infinità in una gara dove tutto ormai sembrava essere stato provato.
In un’epoca di continui record, sia nelle gare in pista che in quelle su strada, la prova di Faith rappresenta una vera sfida sia umana che tecnologica. Non a caso, ad accompagnarla in questo viaggio c’è il suo sponsor Nike nel ruolo di regista e di supporto per consentire di realizzare ciò che sino ad oggi appare semplicemente impensabile.
Breaking4, il 26 giugno gli occhi puntati sulla pista blu di Parigi
Lo storytelling di questo evento, che si compirà la sera di giovedì 26 giugno sulla pista blu dello Stade Charlety di Parigi, ricorda le tante supposizioni e le incertezze che nel maggio del 2017 circolavano intorno al progetto Breaking2, quando il grande Eliud Kipchioge tentò per la prima volta di correre la distanza della maratona in meno di 2 ore. Il record mondiale allora era di 2:02:57.
Per metterla in numeri, quella volta il miglioramento richiesto agli atleti era del 2,4% in un colpo solo. Quasi 3 minuti in una gara che comunque aveva una durata di due ore e nella quale le leve da muovere per individuare dei “marginal gain” erano più d’una: dall’alimentazione, alla scia, sino alle scarpe. Ricordiamo che ai piedi di Kipchoge quella mattina si videro per la prima volta delle scarpe con piastra in fibra di carbonio, le celebri Vaporfly.
Per Faith Kipyegon il miglioramento richiesto è del 3,1%, ma in una gara di soli 4 minuti, dove sbagliare è assolutamente vietato e dove quasi ogni cosa è già stata spremuta al limite.
Breaking4, perché il miglio e per perché una gara femminile
Beh, noi italiani fatichiamo a comprendere a pieno il fascino che la gara del miglio riveste nel resto mondo. Fin dal 1700 nei paesi anglosassoni la gara sulla distanza del miglio ha rivestito un fascino particolare. Oltre ad essere una distanza secca, è lunga ma veloce. Una delle gare nelle quali la tattica si intreccia con la velocità e la resistenza, in un mix che rende l’esito della sfida sempre molto incerto. Per questo era la gara preferita per le scommesse.
In campo maschile, rimane memorabile l’impresa di Roger Bannister: dopo due anni di fallimenti e rinunce, il 6 maggio del 1954, a Oxford, Bannister corre il suo miglio perfetto. Impiega 3 minuti, 59 secondi e 4 decimi. Quel giorno ha letteralmente abbattuto un muro non solo sportivo, ma anche umano e socio culturale, perché sino ad allora scienziati e tecnici reputavano impossibile quel risultato. Quel giorno verrà ricordato come l'inizio di una nuova epoca della corsa. E pensare che il record durò pochissimo: appena 46 giorni dopo, l’australiano John Landy abbassa ulteriormente il record. Ma Roger era stato il primo miler.
Il mezzofondo femminile è cresciuto moltissimo negli ultimi anni a suon di record dei quali la stessa Kipyegon è protagonista. Dal 1989 si è passati dal 4’15”61 di Paula Ivan al 4’07”64 di Kipyegon. Il salto verso la barriera di 4 minuti rimane grandissima ma, un po’ come per Bannister 70 anni fa, per Nike e soprattutto per Fath Kipyegon rappresenta l’abbattimento di una barriera fisica e sociale che riguarda tutte le atlete e tutte le donne.
Nel mondo maschile, la tradizione vuole che chi corre un miglio su strada in meno di 240 secondi, 4 minuti, entri nel club dei miler. Faith potrebbe essere la prima donna a farlo
Faith Kipyegon, l'atleta che ha vinto tutto
L’atleta keniana, 32 anni, madre, ha vinto gli ultimi tre titoli olimpici e mondiali e detiene due record mondiali. In questa prova cerca il coronamento della sua carriera, come ha spiegato in una conferenza stampa che anticipa la prova del 26 giugno.
"Non ho cambiato molto nel mio allenamento. Il mio allenatore, Patrick, mi dà sempre gli stessi punti su cui lavorare. Non mi sono allenata molto di più. Il mio allenatore è stato come un padre. Mi dice di essere paziente e di rimanere concentrata. Credo nel mio allenatore; le cose non arrivano senza crederci". Tra le persone che le sono state accanto in questo periodo di preparazione c’è anche Eliud Kipchoge, nel ruolo di mentore. La sua presenza è annunciata anche a Parigi.
La sua non sarà una gara regolamentare, dunque il nuovo record non sarà omologato da World Atheltics, più avanti vedremo perché.
Quest’anno ha esordito in Diamond League in Cina con un crono straordinario sui 1000 metri: 2’29”21, terza prestazione di sempre, a soli sei centesimi dal suo stesso record africano stabilito a Montecarlo nel 2020. A due mesi da quel tempo esilarante (ma non sufficiente al record) tornerà a correre sulla stessa pista in cui nello scorso luglio, in Diamond League, stabilì il nuovo primato del mondo dei 1500 con il tempo di 3’49″04. Quel tempo fatto segnare sui 1000 metri ad aprile, per molti osservatori è diventato il termometro sul quale basare previsioni e analisi in merito alla sfida del 26 giugno. Per riuscire ad avvicinarsi alla soglia dei 4 minuti, qualsiasi atleta dovrebbe passare ai mille metri in meno di 2’29”. E poi correre gli ultimi 600 metri alla stessa velocità. Una impresa titanica. Si pensi che per gli atleti maschili, un tempo equivalente di passaggio ai 1000 metri per correre il miglio in 4 minuti è di circa 2’20”. Forse, le donne hanno una resistenza migliore e potrebbe bastargli un passaggio tra i2’24” e i 2’25”, ma siamo davvero nel mondo delle supposizioni.
Breaking4, i tempi di Kipyegon saranno sufficienti a vincere la sfida sul miglio?
Certamente siamo dinanzi alla migliore interprete del mezzofondo di questa epoca. Ma tutto questo le sarà sufficiente per realizzare una prova così grande?
Difficile a dirsi, anche se gli statistici sono più propensi a dubitare. La scelta di Nike e di Faith è quella di misurarsi in una prova unica, non omologata. Questo le consentirebbe di attuare alcuni “aggiustamenti” che, come era stato fatto per Kipchoge nei suoi due tentativi di correre la maratona in meno di 2 ore, potrebbe servirle a limare qualche secondo.
Se per Kipchoge la chiave della prova era stata l’uso di scarpe inedite e dotate di una piastra in fibra di carbonio capace di migliorare del 4% la sua efficienza energetica, per Fatih i margini sono più risicati.
La vera sorpresa non è rappresentata da delle nuove scarpe. Come spieghiamo in questo articolo, Faith utilizzerà delle speciali Nike Victory Elite FK. Il nome è un omaggio a Faith Kipyegon, anche se FK indica il concetto di “Fastest Known” "il più veloce conosciuto", utilizzato per indicare i primati non ufficiali su segmenti di trail.
La Victory Elite FK è dotata di una piastra esterna in fibra di carbonio e sei chiodini in titanio per massimizzare il risparmio di peso. Una scarpa alleggerita in tutto e per tutto per giungere a un peso di soli 86 grammi. La scarpa non è omologata, ma rispetta tutti i parametri di World Atheltics.
Certamente la sua preparazione è stata spinta ai limiti ed essendo lei una atleta più portata al mezzo fondo lungo, si è concertata sulla velocizzazione (di qui il test di aprile sui 1000 metri alla Diamond League). Nike l’ha anche fornita di una divisa estremamente aerodinamica che potrebbe consentirle di correre a un ritmo sostenuto senza i fastidi di flussi d’aria. Ma proprio su questo aspetto entra in gioco uno degli elementi più importanti di questa sfida: le scie. Nike ho ha chiarito come sarà organizzata la prova, né ha indicato il numero di pacers che saranno messi in campo. Non è chiaro se Faith potrà usufruire di lepri che cambieranno durante la prova, o se sceglierà di correre con atleti che la accompagneranno dall’inizio alla fine creandole una scia perfetta. Non è stato chiarito nemmeno se le lepri saranno maschili o femminili. Ciò che è certo è che rispetto a una normale gara, dove parte della concentrazione e delle energie vengono spese per tenere a bada le avversarie e adattarsi al loro ritmo, in questo caso l’atleta dovrà solamente eseguire le lucine che le indicheranno il ritmo per giungere al record, rimanendo ben coperta dietro alle lepri.
Breaking4, il tentativo perfetto di Faith Kipyegon
Nel suo “tentativo perfetto”, Kipyegon dovrebbe correre al ritmo di poco meno di un minuto a giro. Una media di quasi due secondi più veloce rispetto alla tabella di marcia del suo record. Dovrebbe farlo in condizioni di assenza totale di vento, con un pacer a 1,3 metri davanti e un altro a 1,3 metri dietro di lei per con la possibilità di cambio dei pacer dopo 800 metri.
Lo studio ha persino ipotizzato le perfette dimensioni corporee per le lepri: atlete più alte probabilmente darebbero una scia migliore, ma potrebbero rendere più difficile a Faith mantenere la giusta distanza. Una squadra di pacer composta esclusivamente da donne sarebbe un segnale magnifico dal punto di vista anche simbolico, ma va detto che ad oggi non esiste alcuna donna in grado di correre la stanza con un distacco inferiore ai 4 secondi dal record della Kipyegon, dunque non si può escludere la presenza di atleti élite machi ad accompagnarla.