La vittoria della mezza maratona, la primissima edizione della Two oceans di Città del Capo dal 1998, cancellata per via di un narghilè, il tabacco aromatizzato. A farne le spese è stato il maratoneta sudafricano William Kaptein, che all'inizio dell'anno aveva fatto la storia diventando il primo vincitore dell'evento.

Ma ecco la doccia gelata: il South African Institute for Drug-Free Sport (SAIDS), infatti, ha annunciato che Kaptein aveva ricevuto una sospensione di un mese dopo che un test antidoping effettuato nel dopo gara aveva rilevato cannabis nel suo campione di urina.

Secondo la lista delle sostanze proibite del 2025 della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, i cannabinoidi sono vietati durante le competizioni, il che significa che gli atleti non possono avere la sostanza presente il giorno della gara.

Sospeso per un narghilè, lo choc sui social

Il trentaduenne, con un lungo post su Facebook, ha scritto che quel test positivo è stato un vero e proprio shock. "Due sere prima della mia gara ho fumato narghilè a una festa, come faccio spesso in contesti sociali, ma in seguito ho scoperto che il narghilè era stato drogato con erba a mia insaputa. Non avrei mai immaginato che potesse succedere una cosa del genere".

Il sito web della gara scrive che "la Two Oceans Half-Marathon applica una politica antidoping in linea con gli standard Wada e Saids. Sebbene la cannabis sia legale in Sudafrica per uso personale, gli atleti d'élite sono tenuti a rispettare le normative antidoping e a comprenderne le regole".

Atleta sospeso, era il primo campione dell'evento

Kaptein aveva concluso i 20,6 chilometri, su un percorso leggermente più corto di una mezza, in 1h04'41", superando di due secondi il campione sudafricano di mezza maratona Bennett Seloyi. La sanzione iniziale di tre mesi che gli era stata inflitta, è stata ridotta a un mese dopo Kaptein, stando a quanto emerso, ha completato un programma di trattamento per l'abuso di sostanze stupefacenti gestito da Saids.

Dal 2021 la Wada consente sanzioni ridotte se gli atleti dimostrano che il loro uso è avvenuto fuori dalle competizioni e non è correlato alle prestazioni. Due anni più tardi la Ncaa ha rimosso completamente la cannabis dalla lista delle sostanze proibite. Dopo la batosta, ora l'atleta sudafricano però è già ripartito alla grande: "Ho imparato la lezione - ha scritto ancora - e ora sono tornato a gareggiare, mi sento motivato e pronto ad andare avanti. L'anno prossimo tornerò per quella gara".