Andrea Biffi, 32 anni, atleta piemontese di Borgiallo nel Canavese, era uno che la montagna la conosceva e la rispettava. E in più amava la corsa sulla lunga distanza, l’ultratrail, dove eccelleva. Un'incidente sul Monvis0 l'ha portato via, lui che, oltre a essere un grande atleta, era anche un esperto alpinista.
Nell’ultimo anno aveva ottenuto vittorie e riconoscimenti che lo avevano consacrato all’attenzione del grande pubblico: secondo alla Pass2Pass Ultra Trail di 100 chilometri con 4.600 metri di dislivello positivo e, soprattutto, primo in Sudafrica al Mountain Ultra Trail by UTMB, 170 chilometri con oltre 8.000 metri di dislivello. Risultati frutto di una passione autentica, cresciuta dopo il periodo trascorso proprio in Sudafrica che lo aveva formato e rigenerato, non solo sul piano atletico.
Tragedia sul Monviso, Andrea Biffi, era un esperto alpinista
L’altra sua “cifra” sportiva riguardava l’alpinismo, passione che coltivava affrontando imprese spesso in solitaria, come la traversata non-stop dell’Alta Via Canavesana realizzata proprio lo scorso luglio o l’inedita traversata delle creste Valchiusellesi.
Sabato “Pipù”, come lo chiamavano gli amici, era in veste di organizzatore a premiare i finisher della Staffetta del Blues di Borgiallo. Il giorno seguente la sua corsa si è fermata sulla Cresta Berhault del Monviso, il “Re di Pietra”, e non certo per disattenzione o per imprudenza, dato che Andrea era un alpinista esperto e ben equipaggiato. Domenica sera, non ricevendo più segnali dal suo GPS, i familiari hanno attivati i soccorsi, che per quanto tempestivi non hanno potuto che limitarsi a recuperane, lunedì mattina, il corpo senza vita nel Couloir del Porco, canalone sul versante francese, tra Punta Udine e Punta Venezia.
La sua genuina passione per la corsa e per la montagna mancherà a tutti.