Sono passati pochi giorni dalla fine della scorpacciata di trail running nella settimana dell’UTMB, ed è tempo di bilanci e riflessioni. Il maltempo ha condizionato in parte le gare, con una modifica importante del percorso dell’OCC, resa leggermente più lunga, ma tecnicamente più semplice e con meno dislivello, mentre gli atleti dei 170 km dell’UTMB si sono ritrovati a correre la notte tra pioggia intensa, fango e una bella spruzzata di neve sul Col de la Seigne.
Tuttavia, vincitori e podi hanno regalato poche sorprese, con la consacrazione definitiva di atleti a cui mancava solo il “grande risultato” e tante conferme. Ci sono stati anche ritiri eccellenti e controprestazioni, ma com’è fisiologico in gare simili. Vediamo allora i punti salienti dell’UTMB, concentrandoci sulle gare Finals dell’UTMB World Series, ovvero OCC, CCC e UTMB.
UTMB: 4 cose rilevanti di questa edizione
Italiani al top
Partiamo dai risultati italiani, eccellenti come poche altre volte. Il primo a regalare grandi emozioni è stato Christian Minoggio, capace di far sognare il colpaccio nella OCC contro un parterre di altissimo livello. Il suo talento era evidente da tempo, ma negli ultimi 2 anni è riuscito a canalizzarlo sempre meglio in gare di altissimo livello, mostrando tutte le sue potenzialità. Soltanto gli ultimissimi chilometri più corribili hanno permesso all’americano Jim Walmsley il controsorpasso finale. Da segnalare anche il notevole settimo posto di Luca Del Pero, sempre una garanzia a livello internazionale, alla sua distanza più lunga, con una tattica di gara intelligente e fruttuosa.
È stato poi Francesco Puppi a regalare la prima storica vittoria italiana alla CCC. L’atleta comasco negli ultimi due anni sembra non sbagliare più una gara, allungando le distanze senza compromettere la sua notevole velocità di base. Dopo aver esordito con successo ad aprile alla Canyons 100k su questa distanza, lo scorso weekend si è ripetuto su un percorso molto più duro, ma non per questo meno adatto a lui.
La sua vittoria non è stata una sorpresa, per chi conosce le sue capacità, ma a sorprendere è stato il fatto di aver corso senza bastoni, elemento che sembrava ormai appurato come indispensabile anche per una gara come la CCC, a tratti sì veloce, ma anche con lunghe salite ripide dove sarebbe importante camminare risparmiando energie. Buona anche la gara di Andreas Reiterer, undicesimo al traguardo, non la posizione che forse sperava, ma dopo aver provato con coraggio nella prima parte di gara a rimanere con i migliori.
Le consacrazioni dell’UTMB (e non solo)
Sulla gara regina sono arrivati i successi di due atleti dal curriculum già di tutto rispetto, a cui forse mancava proprio solo questa gara. Tom Evans aveva vinto la CCC nel 2018, la Western States nel 2023, ed era arrivato terzo all’UTMB nel 2022, ma nelle ultime due edizioni della gara era stato costretto al ritiro, nonostante una preparazione meticolosa. Curando ancora meglio ogni singolo dettaglio, l’atleta britannico è riuscito a correre una gara perfetta, prendendo il comando dopo circa 100 dei 175 km in programma e gestendo il ritmo senza cedimenti fino al traguardo.
Tra le donne, la neozelandese Ruth Croft ha approfittato alla perfezione della giornata storta di Courtney Dauwalter. Già vincitrice della Western States nel 2022, della CCC nel 2015 e dell’OCC nel 2018 e 2019, con questo successo diventa la prima donna (e la seconda persona in assoluto, dopo Xavier Thévenard) a vincere le tre gare principali dell’UTMB, confermandosi come una delle trail runner più forti e complete degli ultimi 10 anni. Si può parlare di consacrazione anche per la polacca Martyna Mynarczyk, vincitrice della CCC dopo il secondo posto dello scorso anno, sebbene i suoi limiti siano ancora da esplorare, visto che si dedica totalmente al trail da pochissimi anni, dopo un passato nel ballo e nel triathlon.
Arriva il Kenya nelle ultra
La vittoria di Joyline Chepngeno all’OCC è stata decisamente storica, aprendo nuovi orizzonti per il futuro del trail. È infatti la prima atleta keniana a trionfare in una gara UTMB. Non la prima africana, visti i successi degli ultimi due anni della sudafricana Toni McCann nelle OCC e CCC, ma è la prima dell’Africa orientale, quella che da tempo domina nella maratona su strada.
La storia di Joyline Chepngeno è notevole, avendo ripreso a correre nel 2022 e cogliendo il successo alla Sierre-Zinal a sorpresa lo scorso anno, dopo aver perso oltre 30 kg. Dopo essersi ripetuta nella classica svizzera poche settimane fa, ha corso a Chamonix la sua prima distanza ultra, vincendo contro atlete esperte come Miao Yao, Judith Wyder, Maude Mathys, Sara Alonso. Chissà che questo successo non spinga altri atleti keniani verso queste distanze.
Giornate storte e ritiri eccellenti
La prima prestazione contro pronostico è stata probabilmente quella di Courtney Dauwalter. L’americana è stata in testa per oltre 100 km, venendo superata da Ruth Croft prima di Champex-Lac. Da quel punto in poi le difficoltà sono aumentate, costringendola a camminare nelle ultime ore di gara, terminando comunque al decimo posto femminile. È andata peggio invece per altri favoriti, uno su tutti François D’Haene, quattro volte vincitore dell’UTMB e lo scorso anno del Tor des Géants dopo un serio infortunio, sembra faticare a trovare i ritmi di prima, quando era forse il più forte al mondo su questo tipo di percorsi. Stavolta si è dovuto arrendere dopo nemmeno 70 km di percorso.
Non è andata come sperato anche per altri due grandi favoriti, come Hayden Hawks e Jonathan Albon, sebbene forse i limiti su gare di questo genere fossero già più ipotizzabili in partenza. Mentre il primo si è fermato dopo circa 50 km alle prese con le difficoltà della notte, Albon si è ritirato a Champex-Lac, dopo 125 km circa, nonostante fosse ancora al quinto posto in una gara fin lì regolare. È stata comunque un'edizione con meno ritiri eclatanti rispetto allo scorso anno, quando la maggior parte dei favoriti si era fermata, regalando grandi sorprese nei risultati finali.