Sta per iniziare la corsa all’oro. Niente pala e piccone, ma scarpe con chiodi per farsi spazio nel medagliere dei ventesimi Campionati Mondiali di Atletica leggera. Da sabato 13 settembre si torna in pista a Tokyo, già scenario della seconda edizione dell’evento: era il 1991. Un altro mondo, un’altra epoca.
Anche l’Italia è cambiata da allora. Allora in Giappone l’unica medaglia fu l’oro nella 20 km di marcia conquistata da Maurizio Damilano, che succedeva a se stesso dopo la vittoria a Roma nel 1987.
Sempre a Roma ci fu l’oro di Francesco Panetta nei 3000 siepi, mentre nel 1983 a Helsinki, la prima edizione, la vittoria arrivò nei 10000 metri con la leggendaria volata di Alberto Cova. Marcia e lunghe distanze: cos’è rimasto, oggi?
Nadia Battocletti si sogna la doppietta medaglia
L’Italia ha ancora qualcosa da dire nelle lunghe distanze, però al femminile. Nadia Battocletti, è lei la donna da medaglia: la trentina ci proverà nei 10000 e nei 5000. Il primo assaltò subito il giorno di apertura, sabato 13, con la finale diretta dei 10000 metri (14.30 ora italiana). Sulla carta, sarà una gara diversa dai 10000 olimpici dove fu seconda. Questa volta è il primo giorno di gare, atlete tutte fresche e cariche: il ritmo sarà non troppo forte da permettere a Nadia di sfoderare la sua micidiale volata finale? Da Etiopia e Kenya le rivali più forti.
La pattuglia keniana è guidata dall’oro olimpico e primatista del mondo (28’54”14) Beatrice Chebet, insieme a Janeth Chepngetich e Agnes Ngetich, tutte atlete da 30’27” in questa stagione. L’Etiopia risponde con quattro atlete, a partire dalla campionessa in carica Gudaf Tsegay, solo 6° a Parigi, ma forte di 3’50”62 sui 1500 (e campionessa mondiale indoor): molto pericolosa in caso di volata. Con lei Fotyen Tesfay, Tsigie Gebreselama ed Ejgayehu Taye, tutte atlete da meno 30’. Difficile immaginare altre rivali per il podio.
La finale dei 5000 di sabato 20 sarà preceduta dalle batterie di giovedì 18. Quante scorie ci saranno nelle gambe? Quante energie ancora disponibili per contrastare la keniana Faith Kipyegon, campionessa in carica e regina dei 1500 (3’48”68 il suo record del mondo)? Ci sarà anche l’oro olimpico (e record mondiale) Beatrice Chebet, poi ancora Agnes Ngetich, Gudaf Tsegay, Medina Eisa, Freweyni Hailu, Margaret Akidor, Medina Eisa. Anche qui, Etiopia e Kenya.
La marcia fucina di medaglie per l'Italia
Nella marcia, perso Massimo Stano per infortunio, l’olimpionica Antonella Palmisano, bronzo due anni fa nella 20 km, proverà a doppiare 35 e 20 km. La gara più lunga subito sabato 13, all’1 di notte in Italia; la 20 esattamente sette giorni dopo. Ci saranno le passate bicampionesse Maria Pérez (Spagna) e Kimberly Garcia Leòn (Perù), ma spaventano anche le cinesi Li Ma, Li Peng, con l’atleta di casa Nanako Fujii che si presenta con il miglior tempo nella 20 km: 1h26’33”. Per le corse finisce qui. Gli altri metalli saranno da conquistare sulle pedane.
Sulle pedane l'Italia schiera le sue carte da podio
Andy Diaz, campione del mondo indoor quest’anno, proverà a bissare l’oro iridato nel salto triplo. Superbo quest’inverno con il nuovo record italiano di 17.80, poi una primavera difficile per infortuni, ma la finale di Diamond League conquistata con 17.56 l’ha rimesso al centro della scena, grande favorito per la vittoria. Mai sottovalutare gli avversari però, quindi attenzione al campionissimo portoghese Pedro Pichardo, al giamaicano Jordan Scott, l’algerino Yasser Trikki, i cinesi Ruiting Wu e Yaming Zhu. Finale venerdì 19.
Situazione più fluida invece nel lungo maschile, dove Mattia Furlani salterà per qualcosa di importante (mercoledì 17). La misura di 8.30 è quella che definisce, quest’anno, l’élite mondiale. Con lui ci sono lo svizzero Simon Ehammer, l’australiano Liam Adcock, i jams Tajay Gayle e Carey McLeod, il cubano Jorge Hodelin. Il campionessimo greco Miltiadis Tentoglou, anche se ha il miglior salto della stagione con 8.46, nelle ultime uscite è apparso davvero sbiadito. Aspettiamo le qualificazioni (lunedì 15) per capire se potrà lottare per difendere il titolo vinto a Budapest.
Ancora salto in lungo, ancora speranza di medaglia con Larissa Iapichino. Anche qui situazione omogenea, con l’americana Tara Davis-Woodhall, oro olimpico, che sembra una spanna più avanti per regolarità (7.12 quest’anno) e carattere. Iapichino, che finalmente ha superato i 7 metri (7.06), sfiderà l’esperta tedesca Malaika Mihambo, la rampante francese Hilary Kpatcha, l’americana Claire Bryant (oro indoor), l’inglese Jazmin Sawyers, in recupero fisico. Finale domenica 14.
Leonardo Fabbri fu la grande sorpresa dei Mondiali di Budapest 2023, con quello splendido secondo posto nel getto del peso. Da allora il fiorentino è entrato in una nuova dimensione, anche se all’oro europeo di Roma 2024 è seguito il fallimento alle Olimpiadi di Parigi. L’inverno ha portato zero medaglie indoor, all’aperto si è spinto fino a 22.82, miglior lancio al mondo dell’anno, ma ha nuovamente bucato la finale di Diamond League. E adesso? Adesso è il momento di non sbagliare. Gli USA non schiereranno Joe Kovacs, il secondo dell’anno, ma ci sarà il ritorno, completamente al buio, di Ryan Crouser, il campione e primatista di tutto ma fermo da mesi. Cosa succederà? Attenzione agli altri americani Josh Awotunde, Payton Otterdahl e Adrian Pieri, poi il giamaicano Rajindra Campbell, il nigeriano Chukwuebuka Enekwechi e i neozelandesi Tom Walsh e Jacko Gill. Sabato, alle 14.10 ora italiana, per Fabbri sarà davvero la grande occasione per diventare un vero campione.
I sogni "proibiti" da medaglia ai Mondiali
E poi? Poi ci sono quelli che per Paolo Villaggio erano “sogni mostruosamente proibiti”. Lunedì 15, maratona maschile, cosa faranno i nostri tre top runner? Yohanes Chiappinelli, Iliass Aouani e Yeman Crippa sono gli italiani più veloci di sempre. Avranno la testa e le gambe forti a sufficienza per superare anche l’umidità e la temperatura di Tokyo? Anche la salita del 38° km? Teniamoci un barlume di speranza.
Anche se Gimbo Tamberi ha confermato la sua presenza, sarà difficile confermare l’oro di Budapest. Impossibile. Però quest’anno il livello dell’alto mondiale è molto basso e potrebbe bastare poco per salire sul podio. Chissà se con un 2.30 fatto subito, alla prima, il talentuoso milanese Matteo Sioli, campione europeo under 23 e bronzo europeo indoor, non possa salire su un podio ancora più glorioso. Lo scopriremo martedì 16.
E poi largo alle donne. Le azzurre della staffetta 4x400, ma anche della mista. In una stagione che ha totalmente l’iscritto la top ten italiana dei 400 con Anna Polinari, Virginia Troiani, Alice Mangione e Alessandra Bonora, attendersi una prestazione mondiale dalla squadra non è affatto proibito. Difficile, ma non impossibile. Sabato 13 la 4x400 mista, domenica 21 la finale femminile.