Edema da calore

Compare nei runners non acclimatati e in particolare sulle mani e i piedi. La vasodilatazione periferica contribuisce a disperdere il calore, ma a livello dei piedi e delle caviglie comporta anche un aumento della pressione idrostatica nei vasi, con passaggio di fluidi nei tessuti molli e conseguente gonfiore ed edema. In estate molti corridori già avanti negli anni e non acclimatati al caldo hanno frequentemente problemi di questo tipo. Questi corridori non hanno alcun problema cardiaco o renale.

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Orticaria da sport

L’aumento della temperatura corporea dovuto alla corsa nella stagione calda e umida può provocare la comparsa di piccoli pomfi arrossati delle dimensioni di pochi millimetri su tronco, collo, dorso e arti.

È più facile che accada quando si corre in campagna o nei boschi. Di solito è presente anche un forte prurito. L’esercizio fisico scatena l’orticaria rapidamente, in circa cinque minuti, e il problema si risolve nell’arco di 2-4 ore.

Anafilassi da esercizio

A volte in alcuni corridori alle manifestazioni cutanee (rossore, prurito al viso, alle mani, ai piedi, orticaria con pomfi anche di oltre un centimetro) si associano broncospasmo da ostruzione delle vie aeree superiori, collasso cardiocircolatorio con ipotensione e disturbi gastrointestinali (coliche, diarrea, nausea).

Alcuni lamentano anche cefalea e vertigini per 2-3 giorni. Questa anafilassi da esercizio è indipendente da qualsiasi allergia respiratoria o alimentare, e il caldo e l’umidità ne sono i fattori scatenanti. Molto raramente esiste un’associazione con alcuni alimenti assunti prima dell’attività fisica. Se ingeriti prima della corsa, mele, pollo, sedano, frutti di mare, alcool, aspirina e antiinfiammatori possono scatenare il problema.

La causa dell’orticaria e dell’anafilassi da sforzo sembra essere legata all’eccessiva liberazione d’istamina durante l’attività fisica. Molti di questi atleti sono atopici, hanno cioè un’ipersensibilità immediata ad alcuni allergeni comuni, probabilmente su base ereditaria.

Crampo da calore

Quando l’attività fisica in ambiente caldo si accompagna a una scarsa preparazione atletica, a una sudorazione profusa e a un’inadeguata idratazione prima e durante lo sforzo, è frequente la comparsa di crampi ai muscoli degli arti inferiori, particolarmente al quadricipite e al polpaccio.

Fra tutti gli elettroliti implicati sembra che il sodio, o meglio la sua carenza, sia il principale responsabile dei crampi, mentre non c’è nessuna evidenza dell’implicazione del potassio, del calcio e del magnesio.

Intossicazione da acqua

Gli atleti impreparati che gareggiano sulla distanza della maratona e delle ultra impegnano molte ore a terminare la gara. In condizioni climatiche di grande caldo e umidità, generalmente questi runners bevono ai rifornimenti una grande quantità di acqua invece dei reintegratori idrosalini, con il risultato di andare incontro all’iponatremia, una condizione in cui si abbassano pericolosamente i livelli di sodio nel sangue al di sotto dei 130-120 millimoli per litro.

L’iponatremia è una situazione di estremo pericolo, perché può portare anche alla morte del runner. In qualsiasi corridore che presenti sintomi quali confusione, cefalea, vomito, collasso e, a volte, attacco epilettico deve
essere controllato, oltre alla temperatura rettale, anche il livello della concentrazione di sodio nel sangue.

Nella tenda medica di una maratona dovrebbe esserci sempre un analizzatore del sodio. Infatti, in caso d’iponatremia le condizioni potrebbero essere aggravate da un’inopportuna somministrazione di fluidi in un atleta che è addirittura iperidratato. La somministrazione di liquidi endovena non dev’essere effettuata automaticamente in tutti i runners ben idratatati che arrivano in tenda medica in stato di confusione o collassati.

L’iponatremia va invece trattata immediatamente con infusione salina al 3% (e non con altre infusioni) per scongiurare l’edema cerebrale, e l’atleta dev’essere trasportato al più presto al più vicino ospedale. Le iponatremie asintomatiche non richiedono questo trattamento, ma il runner dev’essere incoraggiato a mangiare salato e a bere reintegratori idrosalini.