Il dilemma di quei giorni
Correre durante il flusso fa bene o fa male? E il ciclo influenza o no la prestazione sportiva? Lo abbiamo chiesto a 100 donne Per le runners che hanno una certa esperienza nell’ambito della corsa - ci riferiamo in particolare a quelle che praticano l’agonismo – probabilmente le mestruazioni non sono più un problema: nel tempo hanno sicuramente acquisito l’ esperienza necessaria per limitare “i danni” adottando le debite contromisure così da affrontare nel migliore dei modi gli allenamenti importanti o le gare. Molte agoniste, d’altra parte, si allenano quotidianamente, anche con la doppia seduta giornaliera e non è raro che in alcune compaia addirittura l’amenorrea, cioè la scomparsa del ciclo per periodi più o meno lunghi. Per le runners alle prime armi o per quelle che corrono con una frequenza minore e più discontinua, diventa invece più difficile capire come comportarsi in “quei giorni”. Molte di esse spesso si astengono dal correre pensando che non sia del tutto salutare, altre riducono l’attività, altre ancora corrono regolarmente ma si sentono fortemente condizionate a livello psicologico. Abbiamo voluto affrontare la problematica nel tentativo di dare soprattutto a queste praticanti meno esperte delle risposte anche parziali e abbiamo scelto la strada dell’indagine statistica da cui dedurre dati utili per conclusioni attendibili. Così, in collaborazione con l’Università di Zurigo, abbiamo intervistato cento runners di tutti i livelli: da agoniste professioniste a vere e proprie principianti. Un campione non certo risolutivo ma indubbiamente indicativo per avere uno spaccato dei comportamenti nei confronti del “problema mestruazioni”. CONFESSIONI DA ATLETA Inizialmente abbiamo preso in considerazione le dodici atlete agoniste del gruppo delle cento. Dieci di loro hanno dichiarato di non assumere contraccettivi orali: per sei di loro i migliori risultati arrivano al termine del flusso, per tre sia durante che dopo, solo una non riscontrava particolari differenze. Entrambe le atlete che assumono contraccettivi hanno invece riconosciuto di ottenere il meglio sicuramente dopo il flusso. Poi ci siamo rivolti al gruppo delle non agoniste “only runners”, cioè quelle che non praticano altri sport al di fuori della corsa, suddividendolo in due sottogruppi, uno composto da runners che assumono contraccettivi e uno da runners che non ne fanno uso. Gran parte delle runners che fanno uso di anticoncezionali non ha notato differenze nella qualità della corsa nell’arco del mese; alcune sono state in grado di puntualizzare che si sono sentite di rendere al massimo prima dell’inizio del flusso, altre durante. Il cento per cento delle runners “no pillola” non ha invece notato alcuna differenza. Infine ci siamo rivolti alle runners non agoniste che praticano anche altri sport. I più gettonati tra questi ultimi sono il ciclismo, il nuoto e il fitness in genere, con due sedute di allenamento settimanali di corsa e una dello sport alternativo, oppure il contrario. Anche in questo caso nel gruppo c’è stata la suddivisione tra chi assume contraccettivi e chi no. La maggior parte delle prime non ha riscontrato sostanzialmente grandi differenze; le più attente, comunque, hanno riconosciuto di correre meglio dopo il flusso, mentre alcune che assumevano pillole a basso dosaggio hanno affermato di avere prestazioni migliori prima. Delle runners “no pillola” il 34% non ha trovato differenze, il 13% ha dichiarato di esprimersi meglio prima del flusso, il 17% durante e il 34% dopo. Come si può vedere, le differenze più significative sono riscontrabili nel gruppo delle agoniste, dove i cali di rendimento sono più marcati nei giorni precedenti il flusso, mentre le migliori prestazioni si verificano principalmente dopo lo stesso oppure durante , sia che le atlete assumano o meno la pillola. Tra le runners non competitive le differenze quasi si annullano perché la maggior parte non trova particolari differenze durante il mese in relazione alla performance, indipendentemente dall’assunzione del contraccettivo. I RIMEDI ANTI DOLORE A detta delle intervistate, il dolore mestruale compare in maniera più marcata in chi non fa uso di contraccettivi. Abbiamo chiesto alle nostre runners, sia agoniste che non agoniste, quali rimedi utilizzano per correre anche durante un flusso particolarmente doloroso. Accanto ai soliti farmaci antidolorifici, tradizionali o alternativi (come le compresse di arnica), alcune fanno uso di magnesio, una piccola parte di the nero e di the verde e un piccolo gruppo considera la corsa stessa, soprattutto se fatta a ritmo molto blando, come la miglior medicina. GLI EFFETTI SULLA PRESTAZIONE Difficile definire una regola da questi dati: sembrerebbe più logico lasciare qualunque decisione alle esperienze dei singoli. D’altra parte anche la letteratura è piuttosto vaga in merito. Proviamo comunque a definire se il ciclo influenzi la performance e, se sì, quali strategie adottare. Il ciclo mestruale inizia col primo giorno di perdite ematiche (che durano circa una settimana) e termina normalmente 28 giorni dopo. Nei giorni iniziali, quelli del flusso, ma soprattutto nei primi due, la donna perde in media da 30 a 80 millilitri di liquido mestruale (che è composto principalmente da sangue ma anche dallo spogliamento della mucosa uterina e da cellule vaginali). L’indagine non ha evidenziato durante l’intero ciclo sicuri periodi favorenti o sfavorenti la prestazione sportiva. La letteratura, alla stessa maniera, segnala che non vi sono evidenze scientifiche che mostrino un periodo del ciclo più o meno favorevole alla performance. Esiste, ad esempio, un lavoro che mostra un miglioramento durante il flusso mestruale (Brooks-Gunn et al. su Physician and Sportsmedicine, 14, 1986), uno che lo individua nei giorni dopo il flusso (Bale et al., Australian J. of Science and Medicine in Sport, 1985) e uno in fase premestruale (Quadagno et al., Physician and Sportsmedicine, 19, 1991). Lo stesso David Costill, notissimo fisiologo del lavoro muscolare, non si esprime in tal senso, dichiarando il tutto molto soggettivo. QUALCHE CONSIGLIO Tra i fattori che comunque noi possiamo considerare ci sono queste evidenze: 1) un modesto incremento del peso corporeo (non superiore al chilo); 2) dolore in fase premestruale o in fase di flusso; 3) la perdita ematica che potrebbe influenzare uno stato di anemia. Il punto 1 non è molto significativo, mentre il punto 3 è da considerare nei soggetti predisposti e si può controbattere con adeguate integrazioni di ferro e vitamine. Il punto 2, come detto, viene gestito individualmente. L’uso della pillola anticoncezionale a basso dosaggio potrebbe favorire sia il punto 2 che il 3 (minor dolore e perdite ridotte) e permetterebbe, in casi estremi, ad esempio per l’ appuntamento clou della stagione di un’atleta di altissimo livello, di condizionare i giorni di fl usso. Occorre però che la pillola sia ben tollerata. Non abbiamo trovato lavori seri su relazione tra uso di contraccettivi orali e performance aerobica, ma è indubbio che alcuni effetti collaterali potrebbero dissuadere l’atleta a un suo utilizzo: la nausea, l’ aumento di peso corporeo e il senso di fatica. Saranno anche transitori, ma chi si allena con regolarità mal li tollera. Il consiglio, dunque, è di utilizzare la pillola a basso dosaggio (prescritta, ovviamente, dal ginecologo, previ adeguati esami) nei casi in cui la dismenorrea (dolore mestruale) sia intollerabile, oppure in caso di flussi eccessivi. Per il resto, come si dice all’inizio di questo articolo, non resta che affidarsi alla propria esperienza, rivolgendosi ai prodotti che verranno consigliati ma facendo attenzione, per chi fa agonismo - anche a livello amatoriale -, a non infrangere il regolamento antidoping, visto che alcuni di questi sono inseriti tra le sostanze proibite.