Jasmin Paris, l'acclamata atleta britannica di corsa in montagna, negli scorsi mesi è entrata nella storia diventando la prima donna a completare la leggendaria e massacrante Barkley Marathon nel Tennessee.
Questa gara, nota per le sue sfide estreme e il terreno difficile, è considerata una delle competizioni più difficili e dure del mondo. Il traguardo della Paris non solo segna un risultato straordinario nella sua carriera, ma reinterpreta anche i confini di resistenza e determinazione nel mondo delle gare di corsa estrema.
La resistenza delle atlete nella corsa
Jasmin Paris, l'atleta britannica specialista di trail running, ha completato tre giri della leggendaria Barkley Marathon nel Tennessee. Con un vantaggio di solo 99 secondi, Paris ha ottenuto questo straordinario risultato su un percorso di 100 miglia, che prevede circa 16.500 metri di dislivello positivo, un terreno impervio e un rigido limite di tempo di 60 ore. Dal 1989, più di 1.000 atleti hanno provato a terminare la gara, ma solo 20 runner sono riusciti a completare l’intero percorso.
Solo cinque anni fa, Paris aveva già dimostrato le sue eccezionali capacità stabilendo un nuovo record femminile nella Montane Winter Spine Race, una corsa di 268 miglia lungo il Pennine Way, battendo il record maschile di 13 ore. Durante questa gara, Paris si occupava anche di allattare sua figlia di 14 mesi, il che aggiunge valore alla sua performance.
La differenza di prestazioni tra uomini e donne nelle gare di resistenza
Prestazioni eccezionali come quelle di Paris e di Courtney Dauwalter, vincitrice della Moab 240 Mile Endurance Run nel 2017 (386,2 km), gara in cui il primo runner uomo è arrivato oltre 10 ore dopo, sollevano un dubbio: le donne sono più abili degli uomini nelle gare di lunga distanza?
Un rapporto del 2020 di RunRepeat sostiene che il divario tra le prestazioni maschili e femminili si riduce nelle gare più lunghe, con le donne che, in media, completano le gare oltre i 313,8 km più velocemente degli uomini. Lo studio ha analizzato 5.010.730 risultati provenienti da 15.451 eventi di ultrarunning negli ultimi 23 anni. I dati mostrano che, con l'aumento della distanza, il divario di prestazione tra uomini e donne diminuisce. Ad esempio, nella distanza di 5 km, gli uomini corrono il 17,9% più velocemente delle donne, mentre nella maratona questo divario si riduce all'11,1%.
Nelle gare di 160 km, il vantaggio degli uomini è solo dello 0,25%, e nelle gare superiori alle 313 km, le donne sono mediamente più veloci degli uomini dello 0,6%. Questi risultati hanno alimentato il dibattito sulla necessità di eliminare la categoria femminile, creando un'unica categoria, nelle gare ultra-endurance. Questo perché si ritiene che il divario di prestazione potrebbe essere troppo esiguo per giustificare premi e podi separati.
Anche se i record mondiali mostrano che gli uomini sono più veloci rispetto alle donne nelle brevi distanze, ma sempre in media nelle lunghe distanze sono le donne ad averla vinta. Non si conoscono ancora studi italiani che abbiano messo a confronto i due sessi durante una corsa di resistenza.
Perché le donne eccellono maggiormente nelle lunghe distanze
Le prestazioni eccezionali di runner come Paris e Dauwalter possono essere attribuite a diversi fattori. Le gare di lunga distanza richiedono non solo forza fisica, ma anche abilità nell’orientamento, grande forza mentale e capacità di gestione delle risorse. Paris, ad esempio, ha sottolineato che la Barkley Marathon non richiede solo forza muscolare, ma anche la capacità di continuare a muoversi e correggere gli eventuali errori rapidamente, ambiti in cui le donne sono superiori agli uomini.
Nonostante le eccezionali prestazioni, le donne rimangono una minoranza nelle gare di ultra-endurance. I dati del 2023 mostrano che queste rappresentano solo il 24% dei partecipanti nelle gare da 50 km, il 18% nelle gare da 100 km e meno del 14% nelle gare da 160 km e oltre. Gli ostacoli includono fattori sociali, come la minore disponibilità di tempo e la scarsa fiducia nelle proprie capacità, così come questioni relative alla programmazione delle gare in relazione alle esigenze specifiche delle runner. Si fa affidamento su prospettive future rivolte a una politica di inclusione.
Articolo tradotto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione