Nella corsa la tendinopatia rotulea sta diventando sempre più frequente. Questo infortunio da sovraccarico del ginocchio è sempre stato comune nelle discipline caraterizzate da balzi e scatti come la pallavolo, il basket e il calcio, tant’è che spesso viene indicato come "jumper’s knee" (il ginocchio del saltatore), ora tuttavia si sta diffondendo anche tra i runner. Vediamo perché e come si riconosce.

Il tendine rotuleo

Il tendine rotuleo è la parte terminale dell’apparato estensore del ginocchio e va dal polo inferiore della rotula sino all’apofisi tibiale anteriore della tibia dove si inserisce. Sopporta la forza del quadricipite con uno stress maggiore a livello della sua inserzione sulla rotula, meno a quella tibiale.

tendine rotuleo del ginocchiopinterest
Getty Images

È un tendine molto robusto ma i continui sovraccarichi posso usurarlo negli anni di attività. La forza che subisce è differente a seconda dello sport che si pratica e varia da 2,8 volte il peso corporeo nel runner, sino a 6 volte nella pallavolo e addirittura a 10 volte nel salto in lungo.

Identikit dei runner più a rischio di tendinopatia rotulea

La corsa provoca uno stress acuto e prolungato per il tendine rotuleo. L’angolo di flessione del ginocchio che comporta maggiore stress è quello compreso fra i 45° e i 60°, soprattutto durante la contrazione muscolare eccentrica, ossia durante la contrazione in allungamento, come avviene ad esempio nella fase di appoggio del piede al terreno.

Nella corsa è quindi più frequente tra i runner che gareggiano nei trail e tra quelli che si allenano spesso su terreni collinari per le grandi sollecitazioni che il tendine subisce correndo in discesa.

Spesso la tendinopatia rotulea si riscontra anche nei runner che corrono lentamente con una tecnica inadeguata e in sovrappeso. Nella corsa in montagna, poi, al sovraccarico acuto (es. una ripida discesa) si unisce il sovraccarico prolungato da “overuse” per la durata della gara e degli allenamenti.

Va detto che la maggior parte degli infortunati non ha una adeguata preparazione rispetto alla durata e ai dislivelli delle gare a cui partecipa, normalmente ha iniziato a correre da poco tempo e ha un’età superiore ai 40 anni.

La causa è l’usura, non l’infiammazione

La causa della tendinopatia rotulea non è una infiammazione del tendine ma la sua usura (tendinosi), con disorganizzazione della sua struttura (collagene) che porta alla lesione parziale e nei casi più sfortunati alla rottura.

Il dolore non è causato dall’infiammazione ma da fattori meccanici e biochimici. Normalmente è interessata la parte del tendine rotuleo che s’inserisce sulla rotula e il dolore è generalmente localizzato nella parte anteriore nel ginocchio.

Il tendine è ingrossato e doloroso alla palpazione. Molto più rara è la localizzazione all’inserzione distale sull’apofisi tibiale anteriore.

Come riconoscerla

In caso di tendinopatia rotulea, la palpazione del tendine all’inserzione rotulea può essere molto dolorosa. Inoltre, se si avverte dolore nella parte anteriore del ginocchio accovacciandosi sulla gamba infortunata, piegando il ginocchio e con la controlaterale sana distesa, è molto probabile che si tratti di tendinopatia del rotuleo.

Una ecografia e/o una risonanza magnetica del ginocchio sono utili a completare la diagnosi, e ad evidenziare altri problemi eventualmente associati.

Come si cura

Per evitare che la situazione peggiori (trattamento conservativo) si devono eseguire esercizi eccentrici, su una panca inclinata o con il calcagno sollevato rispetto all’avampiede, come lo squat monopodalico ilustrato nella figura sotto. Vanno eseguiti a serie da 10/15 sino ad effettuarne almeno un centinaio al giorno. Questi esercizi sono la base del trattamento a cui poi aggiungere le altre terapie. Spesso la loro esecuzione è dolorosa, ma vanno continuati anche in presenza di dolore.

squat monopodalicopinterest
courtesy photo

La mesoterapia peritendinea e le onde d’urto hanno una migliore efficacia rispetto alle altre fisioterapie.

Nei casi più complessi sono utili le infiltrazioni con i fattori di crescita (PRP). Una o due iniezioni separate da 7 giorni hanno lo scopo di favorire la guarigione dei tessuti, ma i risultati variano da caso a caso.

Importante: i farmaci antiinfiammatori non danno alcun risultato e nel tempo ritardano la guarigione dei tendini, quindi evitate di prenderli per coprire un dolore e gareggiare !

Nei casi ribelli alle terapie da almeno 6 mesi è indicato l’intervento chirurgico, che comporta l’asportazione del tessuto tendineo degenerato. L’intervento richiede un congruo numero di mesi di riabilitazione (almeno 3) per poter riprendere a correre in sicurezza. Il ritorno all’agonismo non potrà avvenire prima dei sei mesi dall’intervento.

Nel runner spesso non è il solo problema

Nel runner la tendinopatia del rotuleo spesso si presenta abbinata ad altre problematiche. In alcuni runner che hanno continuato a correre sul dolore o che hanno avuto infortuni pregressi, la tendinopatia si associa ad altri problemi nel ginocchio, tipo usura della cartilagine articolare femoro rotulea, plica sinoviale o lesione meniscale. Questo può comportare un allungamento dei tempi di cura e la necessità di approcciarsi al problema in tutta la sua complessità.