Per il runner avere un piede cavo, ossia quel tipo di piede che presenta un arco plantare accentuato, molto “arcuato” può essere un problema. Questo tipo di anomalia non solo influenza negativamente la biomeccanica della corsa, ma predispone a tutta una serie di infortuni.

Cosa succede nel piede cavo

L’arco longitudinale interno del piede è composto da cinque ossa: 1° metatarso, 1° cuneiforme, scafoide, astragalo e calcagno. Normalmente lo scafoide si trova al centro della volta, a circa 15-18 millimetri dal terreno. Nel piede cavo, invece, l’osso scafoide è posto più in alto.

Questa situazione porta a un piede “rigido” e a tutta una serie di problemi conseguenti:

• diminuzione della capacità di ammortizzazione
• riduzione della fisiologica pronazione al momento dell’appoggio
• distribuzione irregolare del carico
• predisposizione a subire frequenti traumi distorsivi di caviglia
• a volte, riduzione della mobilità articolare.

Inoltre, con l’andare del tempo il runner con il piede cavo può andare incontro ad artrosi dell’articolazione astragalo-scafoidea e di quella tra scafoide e cuneiforme.

Piede normale, piatto e cavo

piede cavo e piatto a confrontopinterest
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Nell'immagine qui sopra le differenze anatomiche e di appoggio tra piede normale, piatto e cavo.

Gli infortuni più frequenti nel runner con piede cavo

Come accennato, avere questo tipo di piede predispone il runner a una serie d’infortuni. Questi i più comuni.

• Tendinopatia dell’achilleo

Il piede cavo annulla in parte o del tutto l’effetto ammortizzante della volta plantare durante la corsa, con grande sollecitazione del tendine d’Achille e il possibile sviluppo di tendinite.
L’achilleo risulta sempre in uno stato di stiramento, anche nelle condizioni di riposo funzionale o di attività ordinaria.
La tendinopatia inserzionale, con o senza la presenza dello sperone calcaneare superiore, è spesso presente nei runner con piede cavo, favorita dalla rigidità del piede stesso.

• Borsite pre e retro achillea

Si tratta di processi infiammatori a carico delle due borse situate davanti e dietro il tendine d’Achille. Spesso il piede cavo è associato al calcagno di Haglund, una voluminosa sporgenza nella parte postero-superiore del calcagno che causa borsiti sfregando contro la conchiglia della scarpa da running.

• Fascite plantare

La rigidità del piede cavo favorisce anche la fascite plantare, ossia l’infiammazione della fascia fibrosa che corre lungo tutta la base del piede, con la formazione nel tempo della spina calcaneare inferiore. I tempi di risoluzione di questo infortunio sono purtroppo molto lunghi.

Reazione e frattura da stress del calcagno

Questi infortuni sono frequenti a causa della rigidità dell’appoggio. Quando si sospetta una frattura da stress è bene richiedere la risonanza magnetica del piede e non fermarsi alla normale radiografia.

Distorsione della caviglia

È sicuramente più frequente in presenza di piede cavo. Raramente le distorsioni nel running sono molto gravi, tuttavia nel tempo delle distorsioni lievi ma frequenti portano a un’instabilità della caviglia che si accusa soprattutto sui terreni accidentati.

• Metatarsalgia e sesamoidite

Il forte impatto sui metatarsi e sui sesamoidi che si ha nell’appoggio sul terreno può causare un dolore all’avampiede per l’eccessivo carico su queste strutture anatomiche.

Cosa deve fare il runner

La prevenzione dei problemi legati al piede cavo parte da alcune piccole attenzioni che si devono avere nelle normali attività quotidiane.

Se sei un runner con il piede cavo devi innanzitutto evitare di camminare scalzo per casa. Tra le mura domestiche devi usare ciabatte o zoccoli che abbiano almeno 1 centimetro di drop (differenza in altezza tra parte posteriore e anteriore della suola), in modo da rilassare il più possibile il tendine d’Achille e la zona del retropiede. Non devi usare quotidianamente sneakers con suola piatta o infradito.

Inoltre, devi cambiare le tue scarpe da running regolarmente ogni 4/6 mesi, oppure ogni 600 km o anche prima se richiesto dallo stato di usura della suola o dell’intersuola, così come dalle caratteristiche dei terreni su cui ti alleni.

Se corri lentamente, evita di utilizzare i modelli dotati di piastra in carbonio e scegli delle calzature adatte al tuo peso e alla tua andatura. Le scarpe delle migliori marche hanno sempre qualità ammortizzanti elevate e adeguate, che non vanno però mai confuse con l’aspetto e le dimensione della calzatura.

Fai regolarmente il massaggio e l’automassaggio della pianta del piede per rilassare la fascia plantare e la muscolatura intrinseca del piede. Lo stretching della fascia plantare e dei muscoli tricipite surale e soleo devono essere eseguiti giornalmente.

Solette e plantari

L’adozione di plantari può essere indicata in caso di piede cavo, perché risponde alla esigenza di migliorare il rapporto tra scarpa e piede, e di ridurre il sovraccarico al momento dell’appoggio.

Nel caso sono da preferirsi ortesi plantari realizzate in materiali che per flessibilità e plasticità garantiscono un miglior comfort e la corretta flessione dell’avampiede nello stacco del piede dal terreno.

Le solette antishock vanno utilizzate nei piedi cavi con volta plantare meno accentuata e nelle scarpe di uso quotidiano dove il plantare non entra.