La ripetizione ciclica degli stessi movimenti tipica della corsa, unita ad atteggiamenti poco corretti nella vita quotidiana e a una scarsa tecnica durante l’attività fisica, può generare fastidi e dolori a muscoli e articolazioni di arti inferiori e superiori. Tra questi rientra la calcificazione tendine spalla che, a causa di un eccessivo deposito di calcio sul tessuto, dà vita a infiammazioni difficili da debellare.
Vediamo allora quali possono essere i fattori scatenanti, quali accorgimenti preventivi adottare e come si può curare.
Cos’è la calcificazione tendine spalla
La calcificazione tendine spalla è un disturbo che colpisce i tendini della cuffia dei rotatori. Più nello specifico, si tratta della formazione di depositi di calcio, i quali creano delle concrezioni che vanno a inserirsi nell’articolazione formata da spalla e braccio. A seguito di questo fenomeno, si genera una forte infiammazione caratterizzata da dolore intenso e da una diminuzione del range di movimento.
Quella scapolo-omerale è infatti una delle articolazioni più mobili del corpo umano e ciò la rende anche una delle più delicate e fragili. È formata dall’incastro tra l’omero, la scapola e la clavicola, che vengono collegati attraverso tessuti molli quali i muscoli, i legamenti e i tendini. Questo insieme di elementi, chiamato appunto cuffia dei rotatori, è ciò che permette alla spalla di eseguire tutti i suoi movimenti.
Dato il coinvolgimento dell’articolazione in tutte le attività umane, la spalla è poi soggetta a continue sollecitazioni a cui partecipano anche i reparti muscolari di petto, dorso e braccia. Frequenza e ampiezza di movimento sono dunque il principale motivo per cui i disturbi a questo distretto anatomico, tra cui anche la calcificazione tendine spalla, sono così frequenti e fastidiosi.
Le possibili cause della tendinite calcifica alla spalla
Le cause che conducono alla calcificazione del tendine della spalla non sono ancora note e certe, ma esistono diversi fattori unanimemente considerati come scatenanti. Tra questi rientra la predisposizione individuale che aumenta il rischio di insorgenza del fastidio. Vi sono poi alcuni elementi indipendenti dalla soggettività che possono concorrere alla formazione della patologia.
Come detto, la calcificazione è un eccessivo deposito di calcio nel tessuto che, urtando contro il tendine durante il movimento, genera un'infiammazione. Ciò può essere dovuto all’invecchiamento e all’usura data dalle normali attività quotidiane o dall’allenamento specifico. Sottoporre la spalla a sovraccarichi continui, magari senza rispettare le corrette tecniche di sollevamento dei pesi in palestra, provoca la comparsa dei dolori. Allo stesso tempo, anche i traumi accidentali e le lesioni possono avviare questo processo.
A provocare la calcificazione tendine spalla concorrono poi lo stile di vita, le abitudini e altre patologie. L’ipertensione, il diabete, l’ipertiroidismo o l’ipercalcemia, il fumo, l’alcool e la sedentarietà, infatti, non aiutano a mantenere tendini e muscoli in salute. Infortuni pregressi come la rottura della cuffia dei rotatori o la cosiddetta spalla congelata, inoltre, hanno un impatto sull’infiammazione soprattutto se non curati con la giusta attenzione.
Come curare una calcificazione al tendine della spalla
Chiarite le possibili cause del disturbo, è adesso importante capire come curare una calcificazione al tendine della spalla. La prima e più importante azione da compiere è la prevenzione: come detto, l’articolazione scapolo-omerale è una delle più delicate del corpo e necessita di cure costanti. Bene dunque predisporre con un professionista una buona scheda di potenziamento che tenga conto sia dei muscoli, sia dei tendini. Occorre poi mantenere uno stile di vita attivo e sano, riducendo al minimo i vizi e ponendo grande attenzione alla qualità dell’alimentazione.
È inoltre importante saper identificare i sintomi, in modo da interrompere l’attività fisica ai primi segnali e richiedere l’intervento di un ortopedico prima che sia troppo tardi. Tra questi rientrano un forte dolore durante il movimento e la palpazione, gonfiore, rigidità della spalla e diminuzione della mobilità. Tutti questi campanelli d’allarme sono solitamente più evidenti di notte e colpiscono l’articolazione in maniera localizzata, senza propagarsi verso il gomito o il collo.
A questo punto dovrà intervenire un medico con degli esami diagnostici quali la radiografia o la risonanza magnetica. Ricevuti gli esiti, predisporrà la cura migliore: del semplice ghiaccio, dello stretching e del potenziamento, oppure interventi di fisioterapia, onde d’urto, tecarterapia, farmaci e, nei casi più gravi, un intervento chirurgico di rimozione della calcificazione tramite artroscopia.