Nella sindrome femoro rotulea, sapere cosa non fare è essenziale per accorciare notevolmente i tempi di guarigione e attenuare la sintomatologia di questa condizione debilitante; difatti, anche alcune attività apparentemente semplici potrebbero compromettere la situazione e prolungare i tempi di recupero, facendo sì che i sintomi anziché ridursi si aggravino.
La sindrome femoro rotulea o condropatia è una condizione che si manifesta con il dolore nella parte anteriore del ginocchio, spesso descritto come una sensazione di bruciore o una pressione intensa. Altri sintomi, sebbene variabili, possono essere il gonfiore nell’area colpita, la difficoltà di piegare e stendere l’articolazione femoro rotulea e la conseguente limitazione nei movimenti.
Pertanto, è necessario affidarsi ai professionisti per il trattamento adeguato in base alla propria situazione; prima di conoscere i rimedi e, in particolare, le cose da non fare, occorre conoscere alcune informazioni utili sulla sindrome femoro rotulea.
Cos’è la sindrome femoro rotulea e perché avviene
La rotula trasmette la forza del muscolo quadricipite alla tibia permettendoci, così, di estendere il ginocchio; per fare ciò, attraversa una sorta di canale naturale che si trova tra i due condili del femore. La sindrome femoro rotulea si manifesta quanto l’osso sporgente del ginocchio non segue il suo percorso corretto, ma si sposta verso l’esterno o verso l’interno; l’attrito causa l’infiammazione e il dolore.
Le cause della sindrome rotulea femorale sono numerose. Tra i principali fattori scatenanti troviamo il sovraccarico dell'articolazione del ginocchio, una postura scorretta o una debolezza muscolare, soprattutto a livello del quadricipite. A volte, peraltro, la sindrome in questione può essere il risultato di un infortunio precedente al ginocchio come una frattura o altre lesioni.
Soggetti maggiormente colpiti
La sindrome femoro-rotulea può colpire una vasta gamma di persone. Tuttavia, ci sono alcuni individui maggiormente suscettibili a svilupparla. Quanto al sesso, le donne sono più inclini rispetto agli uomini, sia per la diversa conformazione anatomica, che per una maggiore propensione al valgismo, nonché per la minore massa muscolare.
Inoltre, gli atleti, i runners e coloro che praticano sport ad alto impatto come il calcio o il basket, sono soggetti a un rischio maggiore a causa dei movimenti ripetitivi, dei salti e delle sollecitazioni del ginocchio.
Infine, le persone con una storia familiare di problemi al ginocchio o di sindrome femoro-rotulea hanno più probabilità che insorga in quanto la predisposizione genetica può svolgere un ruolo rilevante nell'incidenza di questa sindrome.
Come guarire dalla sindrome femoro-rotulea?
Il trattamento della sindrome femoro-rotulea è mirato a ridurre il dolore, migliorare la funzionalità del ginocchio e prevenire recidive. La diagnosi precoce è fondamentale e, generalmente, coinvolge un esame fisico, un'analisi dei sintomi e, talvolta, l'ausilio di radiografie o risonanza magnetica.
Una volta confermata la sindrome femoro rotulea, il trattamento può includere una combinazione di fattori. Innanzitutto, la fisioterapia è essenziale, poiché prevede esercizi specifici e terapie mirate (come tecar, laser o ultrasuoni). In alcuni casi, inoltre, è consigliato l'uso di ortesi, come supporti per il ginocchio o plantari.
Infine, qualora la situazione lo necessiti, il medico prescriverà dei farmaci e, come ultima opzione, raccomanderà un intervento chirurgico che può prevedere la realizzazione di un'incisione artroscopica per pulire eventuali detriti o danni all'interno dell'articolazione del ginocchio oppure una procedura di riallineamento del ginocchio.
Cosa non fare con la condropatia?
Come anticipato, per affrontare adeguatamente la sindrome femoro rotulea, è fondamentale non solo concentrarsi su cosa fare, ma anche su cosa non fare. Alcune abitudini e attività fisiche inadatte possono, infatti, peggiorare i sintomi o ritardare il recupero; pertanto, evitandole possiamo tornare rapidamente e senza più dolore al nostro stile di vita.
In primo luogo, sebbene il riposo sia utile, al contrario, l’immobilismo prolungato è controproducente, poiché può portare maggiore rigidità articolare. È, quindi, consigliabile mantenere un leggero livello di attività per preservare la forza muscolare e la flessibilità; magari una leggera camminata in pianura, evitando dislivelli.
Inoltre, tra le cose da non fare con la sindrome femoro rotulea ricordiamo che è fondamentale evitare attività ad alto impatto, ossia quelle che coinvolgono salti o movimenti bruschi, nonché quelle che sovraccaricano il ginocchio, optando per sport come il nuoto.
Sindrome femoro rotulea: esercizi da non fare
Oltre alle abitudini e alle attività fisiche da non fare in caso di sindrome femoro rotulea, ci sono anche specifici esercizi da non eseguire. Anche in questo caso, è essenziale ascoltare il proprio corpo e consultare il fisioterapista che ci fornirà indicazioni specifiche sulle attività adatte e suggerirà le modifiche negli esercizi per garantire un recupero sicuro e efficace.
Tra i più famosi, gli squat possono aumentare la pressione sulla rotula e gli affondi sono esercizi ad alto carico sul ginocchio, pertanto andrebbero limitati o eseguiti con alcuni accorgimenti (ad esempio, lo squat con fitball dietro la schiena o gli affondi con un rialzo sotto la punta del piede).
Inoltre, gli esercizi che coinvolgono salti verticali o atterraggi pesanti possono essere traumatici, così come alcuni attrezzi, ad esempio leg press a 45° o leg extension.
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