I tempi di guarigione della frattura vertebrale interessano particolarmente gli sportivi, ma non solo, perché è possibile incorrere in questa frattura qualunque sia l’attività che si è deciso di intraprendere.
Di seguito scopriamo più informazioni riguardo a questo doloroso fastidio, in modo da sapere come affrontarlo in caso di necessità nostra o dei nostri cari.
Vertebre rotte, quando può accadere e cosa fare
Il runner può incorrere in una frattura da stress e questo accade quando le ossa non sono in grado di sopportare le sollecitazioni meccaniche della corsa, magari a causa di un incremento degli allenamenti, della mancanza di un periodo di riposo o di scarpe da running usurate. La causa può anche essere una debolezza muscolare, problemi alle ossa, eccessiva pronazione o simili.
Non solo di frattura da stress si parla, infatti le vertebre possono rompersi anche a causa di una caduta piuttosto violenta oppure di un incidente con automobili, ciclisti e simili. Il problema è che non sempre il runner si accorge di avere una frattura.
Potrebbe capitare di provare, tra i sintomi, un dolore alla schiena piuttosto blando che viene sottovalutato. Con il passare del tempo proprio a causa di questa noncuranza la condizione di salute potrebbe peggiorare notevolmente. Proprio per questo motivo è fondamentale chiedere consiglio al proprio medico curante anche quando i dolori sembrano banali e leggeri. Potrebbero infatti essere il segnale di un problema più grave che è bene cercare di risolvere al più presto.
Frattura vertebra, cosa non fare
Sarà il medico ovviamente a dire al paziente come comportarsi a seguito di una frattura delle vertebre e di un eventuale intervento chirurgico. È ovviamente importante, però, evitare carichi e sovraccarichi, nonché movimenti bruschi e rispettare i tempi di guarigione della frattura vertebrale.
Si consiglia poi di mantenere in movimento gli arti inferiori. Questo vale anche nel caso in cui si sia costretti per un certo periodo di tempo a letto o comunque a riposo. Si evita in questo modo che i muscoli perdano la loro forza e tonicità e si ha modo poi di riuscire a camminare senza difficoltà più in fretta.
Frattura vertebrale, tempi di guarigione
In molti credono che seguire un periodo di riposo, utilizzare delle fasce elastiche e prendere degli antidolorifici possa risolvere il problema. Non è così che stanno le cose, questi trattamenti possono alleviare il dolore ma non di certo riparare una vertebra che ha subito una frattura. Quando c’è una frattura delle vertebre è quindi necessario ricorrere alla chirurgia che, oltre a stabilizzare la frattura, riporta la vertebra nella sua corretta posizione.
Un tempo questi interventi erano davvero invasivi, ma oggi grazie alle nuove tecniche robotiche non è più così. Proprio per questo motivo i tempi di guarigione della frattura vertebrale non sono eccessivamente lunghi.
Già dopo qualche ora dall’intervento il paziente infatti può iniziare a muoversi e il giorno successivo può iniziare la riabilitazione. Nella maggior parte dei casi non si consiglia nemmeno l’utilizzo di un busto oppure delle stampelle. Solitamente dopo una settimana dall’intervento si torna alla propria routine quotidiana, è possibile quindi camminare senza difficoltà, guidare l’auto, andare in bicicletta. Ovviamente però prima di tornare a correre e allenarsi come di consueto è bene chiedere consiglio al proprio medico curante.
Frattura vertebrale, tempi di guarigione e recupero
Come abbiamo appena osservato, i tempi di guarigione della frattura vertebrale sono piuttosto veloci. È importante però ricordare che non si possono dare indicazioni precise. Guarigione e recupero dipendono infatti, oltre che dalla gravità della lesione, anche da quale vertebra è interessata nonché dall’età del runner e dal suo generale stato di salute. Possiamo affermare che si va da alcune settimane appena a qualche mese.
Quanto dura il dolore di una frattura vertebrale? Anche in questo caso non c’è una risposta che vale per tutti. Solitamente il dolore intenso dura una settimana circa, ma tende poi a diventare sempre meno importante. C’è chi però prova dolore anche per molte settimane e nei casi più gravi è persino possibile incorrere in un dolore cronico.
Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione