"Non sei un po' vecchio o vecchia per andare in bicicletta?". Questa è la domanda che Tara Seplavy, vicedirettrice del sito Bicycling, si è sentita fare mentre si trovava al pronto soccorso di un ospedale, dopo esser stata coinvolta in un incidente mentre era in sella alla sua bicicletta, l'ultimo di una lunga lista. Il primo era avvenuto pochi istanti dopo che suo padre aveva rimosso le ruote da allenamento dalla sua Royce Union viola. Da allora, se ne erano susseguiti diversi, in vari luoghi sparsi del mondo, così da costringerla a visitare il pronto soccorso di ben quattro Paesi diversi (a suo dire, la sua migliore esperienza è stata a Taichung, Taiwan).

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Daniel Balakov//Getty Images

Passione e infortuni per Tara Seplavy e la sua bicicletta

Non era il suo primo viaggio al pronto soccorso per un infortunio legato al ciclismo e non sarebbe stato l'ultimo. Nel corso degli anni, durante altre visite in ospedale, tra cure urgenti e ambulatoriali, diversi professionisti medici le avevano chiesto in che modo guidasse e da dove derivasse la sua propensione a cadere dalle biciclette. Come riporta la stessa Seplavy: “Le biciclette sono la mia passione e la mia carriera. Incidenti e infortuni sono una conseguenza della mia guida. Lo scorso novembre, a circa 20 anni di distanza dal sentire quelle parole per la prima volta, sono stata, ancora una volta, stesa in un letto d'ospedale a causa di un infortunio legato al ciclismo”.

Una notte, mentre si trovava in ospedale, un’infermiera impegnata a far il suo consueto giro di controllo, le chiese, ancora una volta: "Non sei troppo vecchia per le biciclette?", mentre controllava i suoi parametri vitali. In quell'occasione la Seplavy, invece di darle una risposta rapida e spiritosa, preferì alzare le spalle e restare in silenzio. Eppure, quando l'infermiera lasciò la sua stanza, rimase sveglia sotto la luce blu-verde proiettata dai dispositivi medici accanto al suo letto e, mentre emettevano segnali acustici e ticchettii nel silenzio, iniziò a chiedersi se davvero fosse arrivata al punto di rottura della sua vita ciclistica, in cui effettivamente era troppo vecchia per correre e guidare duramente. A dire il vero, sempre secondo quanto raccontato dalla protagonista, questo pensiero le era passato numerose volte nella testa nelle 36 ore precedenti.

“La mia recente degenza in ospedale è stata l’ultima dopo vari infortuni che mi hanno tenuta lontana dalla strada e dai sentieri per diverse settimane”, ha ricordato la ciclista. Questo è stato il tempo più lungo trascorso senza potersi allenare o guidare in maniera più energica. E in quel periodo si è lasciata andare a delle riflessioni sul suo futuro con la bicicletta: “Perché lo sto ancora facendo, in questo modo? Anche se amo le bici da corsa, i risultati della mia carriera dimostrano che non sono particolarmente brava a farlo. Ho pensato che forse era finalmente giunto il momento di porre fine ai miei decenni di corse e di allenamenti”.

L’età è solo un numero, anche in sella alla bicicletta

L’età non è e non deve essere certamente un ostacolo al successo nel ciclismo né tantomeno alla voglia di pedalare. E non è affatto vero che correre è l’unico modo per divertirsi. Molti ciclisti senior - sia uomini e sia donne - per decenni hanno registrato i risultati migliori nelle loro carriere, a prescindere dalla loro età anagrafica.

La vicedirettrice del sito Bicycling ha ricordato anche di esser rimasta lontano dalla bici per gran parte degli ultimi due mesi del 2023. La manciata di corse che ha fatto erano principalmente miglia in solitaria o giri facili sul trainer. E così, senza dirlo ad amici o compagni di squadra, ha tranquillamente lasciato le corse in bicicletta. “L’anno prossimo guiderò solo per divertimento”, ha dichiarato, ma senza l’ultimo giro e né l’annuncio del suo pensionamento ciclistico sui social media.

Una delle ultime volte in sella alla bici è stata per puro divertimento, insieme ai suoi amici verso la fine dell’anno. E per alcuni brevi istanti, ricorda la Seplavy, “le mie gambe si sono sentite bene. Mi sentivo veloce”.

Come previsto, quell’esperienza l'ha portata a ricercare diversi piani di allenamento e a pianificare come eliminare i chili di troppo accumulati durante le vacanze, concentrandosi a guardare i programmi delle gare su strada primaverili. Eppure, come lei stessa ci tiene a specificare: "Potrei essere leggermente più malandata e un altro anno più vecchia, ma non sono troppo vecchia per correre in bici. Probabilmente non lo sarò mai".

Articolo tradotto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione