Qual è la scarpa da corsa più veloce? Se cercate risposta a questa domanda, soprattutto quando si parla di scarpe da corsa con piastra in fibra di carbonio, quasi certamente rimarrete delusi. Le aziende stanno lavorando intensamente e qualche volta in modo originale, allo studio di nuovi modelli che promettono di essere sempre più performanti. Ma mai nessuno potrà dirvi qual è la scarpa più veloce per voi.
Eppure una certezza, c’è. Se guardate passare i concorrenti di una qualsiasi gara endurance, vedrete sicuramente passare un sacco di Nike ZoomX Vaporfly. Che sia o non sia la scarpa più veloce, questa calzatura è diventata un simbolo iconico della performance in maratona e anche oltre.
I runner conoscono già due diverse edizioni della scarpa originariamente usata da Eliud Kipchoge per il suo primo tentativo di correre i 42K in meno di due ore (Breaking 2, Monza nel 2017). Qualche giorno fa, sul terreno polveroso degli altipiani keniani, c’era qualche maratoneta che sfoggiava una versione modificata della Vaporfly, ma quelle sembravano essere le uniche immagini di una possibile terza edizione della Vaporfly.
Vaporfly 3, le novità
Detto fatto, oggi Vaporfly 3 esiste davvero! Arriverà nei negozi a marzo, ma vi diciamo quali sono le novità.
Per chi stenta a riconoscerla, confermiamo che Vaporfly 3 è completamente nuova, anche se i suoi ingredienti principali rimangono l’intesuola in schiuma Zoomx (una speciale lavorazione della schiuma Peba) e la piastra in fibra di carbonio immersa per dare rigidità alla scarpa e riposta reattiva.
Nike ha aggiornato la tradizionale Vaporfly Next% 2 per renderla più leggera. Per fare questo ha dovuto ridisegnare l’intersuola prevedendo degli intagli piuttosto profondi sia sul fondo che sul lato della piattaforma ZoomX. Con un colpo su un alto e un altro sul fondo sono stati portati via quei 5 o 10 grammi di peso che servono a rendere la scarpa più leggera della precedente versione. Tutto questo senza sacrificare ammortizzazione e reattività.
Vaporfly 3, più spessa e reattiva
Sebbene i produttori siano perennemente costretti a mediare tra l’esigenza di aumentare lo spessore delle intersuole (per aumentare la reattività), e rimanere nei limiti regolamentari che impongono non più di 40 mm di spessore dell’intersuola/suola, Nike ha messo a punto un espediente. Ha ridotto di ben 2 mm lo spessore della suola, creando un sottilissimo strato di gomma a forma di waffle solo sotto l’avampiede e ha contestualmente aumentato di 2 mm lo spessore dello ZoomX.
Nike ha genericamente riferito che, grazie a questa scelta tecnica, la scarpa oggi è ancora più ammortizzata e reattiva. Non sappiamo quanto questo espediente possa influire sulla durata della suola.
Vaporfly 3, la più stabile di sempre
Uno dei difetti delle calzature performance di questi anni è il fatto che le schiume super reattive in realtà sono anche molto morbide. Così morbide che la piastra in carbonio ha prima di tutto un effetto stabilizzante. Non sempre questo è sufficiente. Così, per la nuova Vaporfly, Nike ha studiato un sistema di stabilità tutto nuovo che si basa su una diversa geometria dell’intersuola. Nella parte laterale interna, la schiuma ha una forma rigonfia che rende la scarpa più solida e rigida migliorando in modo sensibile la stabilità a ogni passo.
Vaporfly 3, ecco quanto pesano le componenti
Con una operazione curiosa, Nike ha deciso di incidere i pesi delle singole componenti di questa scarpa sulle alette che compongono la suola posteriore. In questo modo scopre che l’intesuola in ZoomX pesa 75,8 grammi, la suola pesa 25,1 grammi e la tomaia in Flylite pesa 21 grammi. Per un peso complessivo, tutto compreso di 198 grammi per la taglia 10US e 165 per l'edizione femminile in taglia 8US.
La nuova Nike Vaporfly 3 sarà disponibile dal 6 marzo su nike.com e in selezionati negozi specializzati nella colorway Prototype.
"La colorazione del prototipo della Vaporfly 3 è ancora una volta un cenno al nostro processo di sviluppo, in cui il feedback degli atleti e dei corridori di tutti i giorni informa e guida in modo critico il nostro viaggio di innovazione dall'inizio alla fine", afferma Elliott Heath, Nike Running Senior Footwear Product Manager. Il testo grafico sull'intersuola richiama il numero di iterazioni della tomaia in Flyknit testate dal team (57) e il numero di identificazione di un weartester dedicato (20126-23). L'iconico Swoosh a goccia in contrasto alla silhouette completamente bianca rende omaggio alla prima Vaporfly indossata durante un test event di Breaking 2 nel 2017.