Se una scarpa da corsa come la Mizuno Wave Rider non cambia nome da 26 anni, cioè dal debutto della piastra Wave nel 1997, un motivo ci sarà. Non si resta icone per caso o per fortuna. Nella nuova versione, appena lanciata, Mizuno ha deciso di donare alla sua Wave Rider 27 una ammortizzazione più decisa e la reattività che piace tanto ai runner di oggi. Mizuno ha promesso di fare un passo (forse due) oltre e, recuperando la tradizione, volare nel futuro.
Mizuno Rider 27 in 100 km, senza sconti
Dopo aver corso per quasi 100 chilometri con i piedi nelle Wave Rider 27, sollecitandole a vari ritmi (da 7 a 4.40 al chilometro) e superfici diverse (asfalto, sterrato, un tracciato semplice nel bosco, una pista di atletica e il tapis roulant) possiamo dire che le premesse trovino applicazione coerente nella realtà della corsa.
Mizuno Rider 27, calzata votata al fit
Incominciando con la calzata, la linguetta semi integrata alla tomaia, grazie a due cuciture lungo il collo del piede, consente una vestibilità avvolgente, ma che lascia le dita distendersi comodamente all’interno della punta. Le cuciture non si avvertono e la linguetta è facilmente regolabile, secondo la comodità che ciascuno cerca, elemento utile specie durante i lunghi. Suggerimento del tutto personale: per ritmi inferiori ai 5’ al chilometro, l’allaccio è preferibile con il nodo doppio, per percepire ancora di più il fit della scarpa attorno al piede. La tomaia è più traspirante rispetto al passato.
Proseguendo sulla via delle sensazioni, se le prime corse hanno fatto avvertire una scarpa in apparenza “calda”, ma mano che il piede prendeva confidenza con le Rider 27, la corsa è diventata piacevole anche nei momenti più afosi della giornata. La stessa impressione l’avevamo avuta anche durante le prime corse con le Wave Rider Neo.
Mizuno Rider 27, l'intersuola è davvero più reattiva?
Il brand giapponese ha costruito l’intersuola con la schiuma Mizuno Enerzy, più spessa di ben 2 mm rispetto a quanto già visto nelle versioni precedenti: più 15% l’ammortizzazione, più 17% la reattività, dichiarano dai designer di Osaka. Numeri a parte, la sensazione pratica conferma quanto comodità e reattività possano andare di pari passo.
Mizuno Rider 27, come funziona la piastra Wave?
Veniamo al Wave, elemento che più di tutti gli altri coniuga profilo tradizionale e nuove soluzioni. Nella Rider 27, La novità più marcata sono le due alette laterali leggermente rialzate, visibili sia all’esterno che all’interno dell’intersuola che le avvolge. Il risultato che Mizuno punta ad ottenere è contenere i piedi in una conca per “guidarlo”, durante la rullata, lungo un ideale binario. Anche in questo caso, la corsa conferma la promessa. L’appoggio, che resta neutro, è libero, senza costrizioni meccaniche o innaturali, ma la caviglia risulta disciplinata e la direzione sempre precisa, a prescindere dal ritmo tenuto. Nella versione femminile, questo effetto risulta accentuato.
Mizuno Rider 27, il RunBird obliquo
Concludiamo con il retro: ci è piaciuta davvero molto la geometria dell’area tallonare, che favorisce la comodità di tallone e calcagno, permettendo di assorbire con leggerezza (ma sempre senza superficialità) eventuali appoggi di tallone pieno, che interessano soprattutto i runner all’inizio del loro percorso, ma che, comunque, risultano caratterizzare la corsa del 70% di tutti i podisti.
Infine, una curiosità estetica: nella parte posteriore la Rider 27 riporta il logo di Mizuno, il RunBird in obliquo. Un vezzo, che simboleggia e suggerisce la possibilità di spiccare il volo.
Mizuno Wave Rider 27, a chi è consigliata
La scarpa si è dimostrata subito equilibrata fin dai prtimi chilometri di corsa, ammortizzata il giusto e maii troppo morbida.
Se in passato la Wave Rider era amata soprattutto dai maratoneti di fascia media, ora la sua ammortizzazione la rende più versatile e adatta a tutti. Si rivolge a quei runner che vogliono allungare le proprie corse, ma prediligono una calzatura che non fa addormentare il piede e garantisce sempre una rullata fluida.
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